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La Stampa Rassegna Stampa
01.02.2006 La Danimarca non si scusa per la libertà d'espressione
per il quotidiano torinese dovrebbe farlo?

Testata: La Stampa
Data: 01 febbraio 2006
Pagina: 13
Autore: Francesco Saverio Alonzo
Titolo: «I danesi: niente scuse per le caricature di Maometto»

L'articolo pubblicato su "La Stampa" dell'1/2/2006: "I danesi: niente scuse per le caricature di Maometto" di Francesco Saverio Alonzo, descrive in modo esauriente
l'incredibile campagna sferrata contro i paesi scandinavi a causa delle
vignette satiriche pubblicate su un giornale danese e un altro norvegese.
Lascia stupefatti però il distacco con cui l'autore tratta questo attacco alla nostra
fondamentale libertà di espressione, aggravato dal fatto che non proviene da singoli fanatici, bensì da Governi di Stati sovrani.
Non c'è espressione di sdegno e di preoccupazione per le la liberatà di manifestare in Europa il libero pensiero e per l'incolumità fisica delle persone sotto attacco.
Anzi, alcune frasi vorrebbero farci intendere che hanno sbagliato, che se la sono cercata:
"E’ riuscito a farsi odiare da un miliardo e trecento milioni di musulmani (...) Carsten Juste, il direttore del Jyllands Posten (...) si scusa per aver offeso i loro
sentimenti religiosi, ma riaffermando il proprio diritto a pubblicare
ciò che vuole secondo la tradizione liberale del suo giornale (...). Spera che basti cosí, ma si sbaglia. In tutto il mondo arabo, il fatto di avere ltraggiato il profeta, raffigurandolo, ad esempio, con una bomba al posto del turbante o nelle vesti di una prostituta procace, non passa impunito."
Sembra di rivedere il film degli ultimi giorni di Theo van Gogh.
Nell'articolo, incredibilmente, si parla di "ingiustizia", solo a proposito della Svezia, paese che, secondo l'autore, non si sarebbe macchiato di alcuna colpa, visto che i
giornali incriminati sono pubblicati in Danimarca e Norvegia.
"Ma la Svezia sta facendo, ingiustamente, le spese del boicottaggio decretato nel mondo arabo contro tutte le merci, in gran parte prodotti alimentari"
Per la Svezia è ingiusto, mentre gli altri ne paghino le conseguenze!



Ecco l'articolo:

1 febbraio 2006
IL CASO IL GIORNALE
CHE HA PUBBLICATO LE VIGNETTE: ERA NOSTRO DIRITTO. MONTA LA POLEMICA
NEL MONDO MUSULMANO
I danesi: niente scuse per le caricature di
Maometto
di Francesco Saverio Alonzo

STOCCOLMA. E’ riuscito a farsi
odiare da un miliardo e trecento milioni di musulmani e adesso vive nel
timore di vedersi incendiare la sede del giornale o di essere attaccato
da qualche fanatico. Carsten Juste, il direttore del Jyllands Posten,
il quotidiano danese della penisola Jutland, sa di aver scatenato un
putiferio internazionale con quelle dodici caricature del profeta
Maometto pubblicate il 30 settembre 2005. Ma non si pente e dice che,
nonostante le conseguenze, le pubblicherebbe di nuovo. Nella mattinata
di ieri, ha pubblicato una lettera, rivolta agli islamici di tutto il
mondo, in cui si scusa per aver offeso i loro sentimenti religiosi, ma
riaffermando il proprio diritto a pubblicare ciò che vuole secondo la
tradizione liberale del suo giornale.

Spera che basti cosí, ma si
sbaglia. In tutto il mondo arabo, il fatto di avere oltraggiato il
profeta, raffigurandolo, ad esempio, con una bomba al posto del
turbante o nelle vesti di una prostituta procace, non passa impunito.
Ieri le redazioni di Copenaghen e di Arhus del quotidiano sotto tiro
sono state evacuate per un allarme bomba. E lunedí 15 uomini armati
delle brigate Al Yassir avevano occupato per ore la sede dell’Unione
Europea a Gaza, ripetendo la minaccia che tutti gli scandinavi devono
abbandonare il territorio palestinese entro le 18 di mercoledì, se non
vogliono incorrere nella loro furia religiosa. Fuori la folla bruciava
la bandiera danese, manifestazione presto imitata in altre città arabe.
Alla protesta della piazza hanno aderito anche i governi. L’Iraq e l’
Iran ieri hanno convocato gli ambasciatori di Copenaghen e il premier
iracheno Ibrahim al Jaafari ha chiesto le scuse ufficiali del governo
danese. Nei giorni scorsi la Libia ha già chiuso la sua ambasciata
nella capitale danese.

Le caricature di Maometto sono state
pubblicate successivamente anche dal norvegese Magasinet e ciò ha fa
credere, nel mondo arabo, che tutta la Scandinavia si associ a una
campagna denigratoria degli islamici. Uomini politici e media svedesi
hanno biasimato la pubblicazione delle caricature, definendole
«vergognose e ignobili», come del resto ha fatto l’ex presidente Usa
Clinton, attualmente in Qatar. Ma la Svezia sta facendo, ingiustamente,
le spese del boicottaggio decretato nel mondo arabo contro tutte le
merci, in gran parte prodotti alimentari, di provenienza danese. Tutti
i latticini tolti dagli scaffali dei negozi in Arabia Saudita, Kuwait,
Libia, Bahrain, Emirati, sono forniti dalla società svedese-danese Arla
che, nella sola Arabia Saudita, sta perdendo un milione di euro al
giorno.

Il ministro degli Esteri svedese Laila Freivald è riuscita a
mettersi in contatto con Fatah (a cui aderiscono le brigate Al Yassir)
spiegando che è sorto uno spiacevole malinteso, che le caricature non
sono mai state pubblicate in Svezia, smentendo anche che esse sarebbero
state affisse nelle città svedesi con l’appoggio del governo. Ma
Norvegia e Danimarca si sono visti costrette a esortare i loro
connazionali in Palestina e Gerusalemmea rientrare. Il conflitto si è
inasprito infatti ieri quando da un sondaggio è emerso che l’80% dei
danesi non ritiene affatto necessario presentare le scuse per la
pubblicazione delle caricature.

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