In un eventuale futuro governo Prodi, che sarà Massimo D'Alema ? presidente della Camera ? del Senato ? ministro degli esteri ? presidente della Repubblica ? Ecco per intanto qualche spicciolo del D'Alema pensiero. Niente di nuovo, è ovvio, ma è bene che D'Alema si ripeta, così rinfresca la memoria di qualche smemorato. L'articolo è stato pubblicato sul CORRIERE della SERA di oggi 29.1.2006 con il titolo "Dobbiamo capire le ragioni dell'odio", seguito nel sottotitolo da "Hamas non è il nazismo". Capito ?
Ecco l'articolo di Fabrizio Roncone:
ROMA- È una piccola rivoluzione. Intervista di Massimo D'Alema a un «blogger» salernitano. «Un tempo c'erano solo le sezioni di partito, ma il mondo, come sappiamo, è cambiato». Accendere il computer, aprire internet. Cliccare su: www.azioneparallela.splinder.com (e poi andate dove c'è scritto: «scarica il file MP3»). Audio. Il presidente dei Ds risponde alle domande di Massimo Adinolfi, 38 anni, ricercatore di filosofia Teoretica e collaboratore del quotidiano il Riformista,
un militante della Quercia che ha capito le potenzialità del «podcasting» e che così farà fare, sul serio, il giro del pianeta a questa frase di D'Alema: «Hamas non è il nazismo».
Parlavano delle elezioni in Palestina. Vittoria degli estremisti. «Occorre stare attenti alle generalizzazioni. Hamas è un movimento fondamentalista e certamente ha, insieme ad altri gruppi, responsabilità precise nell'escalation sanguinosa, di tipo militare e terroristico, registrata dalla resistenza contro l'occupazione israeliana». Però, spiega il leader diessino, «ciò che accade in Palestina è anche una conseguenza dell'occupazione in Iraq. Gli Stati Uniti e altri paesi europei, tra cui l'Italia, hanno infatti pensato di combattere il terrorismo con la politica della guerra, delle torture, delle uccisioni dei civili. Tutto questo ha purtroppo avuto l'effetto di allargare le basi di massa del fondamentalismo islamico».
D'Alema pensa che se il centrosinistra dovesse conquistare la guida del governo, «bisognerà cambiare strada e chiedere a Israele una politica più umanitaria». E aggiunge: «Il terrorismo inaccettabile ha stretto Israele nella morsa della paura, però Israele ha risposto con la violenza». Cifre. «In questi anni, il numero delle vittime civili palestinesi è di tre volte superiore a quello degli israeliani vittime di attentati».
Sono scenari che sostiene di conoscere bene. «Ci vado frequentemente e spesso i mezzi di informazione raccontano solo la realtà che sta al di quà del muro di cemento armato alzato dagli israeliani, e non quella che c'è dall'altra parte». Racconta di «famiglie palestinesi a lutto», di «uomini, e non terroristi, colpiti dai missili mentre camminano per strada». Fa l'esempio di Betlemme. «Lì c'è una strada riservata ai coloni, intorno fossati e filo spinato. I contadini palestinesi che hanno il proprio terreno lì dietro, per arrivarci, sono costretti a compiere un giro di 70 chilometri». Conclude. «E se a quella gente dai la possibilità del voto, è chiaro che poi vota per Hamas, per la Jihad islamica... per questo, ecco, credo che per capire la vittoria di Hamas si debbano prima capire le ragioni dell'odio dei palestinesi». Una vittoria alla quale, consiglia D'Alema, «non dobbiamo reagire con ritorsioni. Sarebbe pericolosissimo».
Altri temi affrontati: Shoah, globalizzazione, l'identità dell'Europa e la sua Costituzione. L'intervista dura 58 minuti. Se avete un iPod potete scaricarvela e ascoltare D'Alema mentre, per dire, andate in treno o in bicicletta.
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