A pag. 8 del Sole24ore di oggi sono pubblicati due articoli a commento delle elezioni palestinesi che si sono svolte ieri.
Il primo articolo è firmato da Ugo Tramballi ed è titolato: "Fatah non stacca Hamas".
Purtroppo invece è accaduto quello che si temeva, ovvero la vittoria netta di Hamas, l'organizzazione che vuole la cancellazione dello stato d'Israele.
Tramballi nel suo pezzo commenta i numerosi e poco attendibili, come abbiamo visto, exit-polls, che davano la vittoria seppur di misura, ad Al-Fatah, la formazione di Abu Mazen.
Non possiamo imputare la colpa per questa imprecisione all'inviato del Sole, in quanto i risultati sono stati effettivamente comunicati solo nella mattinata di oggi.
Notiamo con piacere invece, che Tramballi ha finalmente sottolineato l'obiettivo di Hamas:
"E' possibile che gli islamici accettino un invito a entrare nel governo: Abu Mazen lo ha già fatto capire. "Ora siamo pronti a riprendere il negoziato di pace. Gli israeliani non possono più dire di non avere un interlocutore", sostiene il presidente palestinese. Hamas potrebbe accettare ministeri sociali, lasciando a Fatah quelli più politici e la trattativa diretta con Israele, che al momento il movimento islamico proclama di distruggere: 50 kamikaze in cinque anni di Intifada".
Distruggere lo stato d'Israele, ecco l'obiettivo di Hamas che Tramballi ha scritto raramente (e che in seguito, come vedremo, ometterà ancora).
Inoltre, oltre al numero dei kamikaze palestinesi, l'inviato del Sole avrebbe dovuto anche scrivere il numero dei morti tra la popolazione ebraica che questi hanno causato fino ad ora, ovvero ben 1021 vite falciate dal fanatismo e dall'odio cieco islamico.
Nella stessa pagina, è pubblicato un servizio firmato sempre da Ugo Tramballi, dal titolo:
"Prove di libertà nei territori".
Tramballi ovviamente non poteva non condire di retorica e demagogia il giorno delle elezioni palestinesi, così descrive il caso estremo di Atara, un piccolo paese vicino ad insediamenti ebraici, al confine tra la zona C controllata da Israele e la zona B a controllo congiunto israelo-palestinese.
Paesi ubicati in questo modo subiscono evidentemente le difficoltà della gestione e del controllo, in relazione anche alle misure anti bombe umane che Israele deve necessariamente prendere, ma Tramballi dipinge solo la presunta cattiveria degli israeliani e fa quasi sembrare uno dei due movimenti in lista alle elezioni, i terroristi di Hamas (poi risultato vincente), quasi come una sezione staccata dell'Unicef.
Tramballi descrive anche brevemente in un box a centro pagina, la storia e le finalità di Fatah e di Hamas. Per quest ultimo però, omette un passo fondamentale che avrebbe dovuto citare parola per parola, ovvero quanto risulta scritto nell'atto costitutivo di questo movimento terrorista: "le azioni dei martiri di Allah non cesseranno, fino a quando tutti gli ebrei dell'entità sionista non saranno buttati a mare". Come si nota, Hamas non nomina nemmeno il nome Israele, perchè per questo movimento non deve esistere.
Questo è quello che molti giornalisti italiani, Tramballi compreso, non hanno ancora ben compreso quando scrivono riguardo al Medio Oriente.
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