A dispetto di qualche concessione ai luoghi comuni antisraeliani (come quello del "muro" costruito per "imprigionare" i palestinesi, e non invece per salvare vite umane) l'articolo di Luigi Geninazzi "I cristiani stretti nella morsa: tentati dall'astensionismo " presenta un certo interesse perché descrive le discriminazioni dei cristiani palestinesi ad opera dei muslmani. Ecco il testo:
Se Hamas andrà al governo introdurrà la Jizya, la tassa che dovevano pagare i cristiani all’epoca del Califfato? L’inquietante interrogativo ha avvelenato gli ultimi giorni della campagna elettorale a Betlemme, la culla del cristianesimo divenuta roccaforte degli estremisti islamici.
Il timore che si voglia ripristinare l’antico balzello sugli “infedeli” è stato rilanciato dalle colonne dell’autorevole quotidiano americano Wall Street Journal in seguito ad un’intervista con un esponente di Hamas. «Non è vero nulla» cerca di tranquillizzare Victor Batarseh, sindaco di Betlemme dal maggio dello scorso anno. Nel suo ufficio che dà sulla piazza della Natività tiene in bella mostra la foto del suo recente incontro in Vaticano con Benedetto XVI. Per decreto governativo il sindaco di Betlemme dev’essere un cristiano, mentre la giunta comunale è composta da 8 cristiani e 7 musulmani. Victor Batarseh, medico e uomo di cultura dall’inglese fluente, è un vecchio militante del Fplp (Fronte popolare per la liberazione della Palestina), l’organizzazione d’estrema sinistra d’ispirazione marxista. Più che con Hamas ce l’ha con quelli di al-Fatah. «Sono stati loro a montare la storia della tassa per i cristiani, usandola nella campagna elettorale per infangare i concorrenti di Hamas che hanno più volte smentito di voler introdurre la Jizya», spiega il sindaco. Era un tributo che i non musulmani dovevano versare allo Stato islamico in cambio della loro protezione. «Oggi nessuno vuole più tornare quei tempi, la Palestina sarà uno Stato laico e democratico», giura il dottor Batarseh.
Ma, tassa o no, i cristiani palestinesi sono sempre più a disagio. Come tutti i loro connazionali sentono il peso dell’occupazione israeliana, chiusi in un ghetto circondato dal “muro di separazione” che taglia le colline attorno a Betlemme e sembra stritolare la città del Natale. «Nella lotta tra ebrei e musulmani ci sentiamo presi in trappola, incapaci di far emergere la nostra identità», dice Walid Shomali, giovane docente all’università di Betlemme e direttore del Centro palestinese per il dialogo fra le culture. Si definisce «un cristiano orgoglioso d’appartenere alla tradizione culturale araba e islamica» ma proprio per questo non nasconde i contrasti. «Basta con le menzogne pietose: non è vero che qui da noi, tra cristiani e musulmani, non ci sono problemi. Ce ne sono eccome! E non riguardano tanto la politica ma la vita quotidiana».
Ricatti, offese, rapimenti, terre rubate e case occupate, è lungo l’elenco delle vessazioni contro i cristiani. Che in genere preferiscono subire in silenzio per non aggravare la propria situazione. Molti scelgono d’emigrare (a Betlemme i cristiani da tempo non sono più maggioranza, ridotti ormai ad un terzo della popolazione), bollati spesso come traditori della patria. Le loro case vengono subito occupate da islamici fanatici, mentre le autorità chiudono gli occhi. E se una ragazza cristiana va in sposa ad un musulmano deve convertirsi all’islam, ma ovviamente non è ammesso il contrario.
«Verrebbe da dire che noi cristiani non conosciamo i nostri diritti – è l’amara confessione di Shomali. – In gran parte è colpa nostra: soffriamo di un complesso d’inferiorità, più ci sentiamo esclusi e più ci chiudiamo in un angolo. Invece i cristiani, pur essendo una minoranza, appartengono a questa terra e dovrebbero dirlo ad alta voce».
Oggi si va alle urne ma i cristiani di Palestina sono tentati dall’astensionismo. A Betlemme, nelle elezioni municipali dello scorso anno, hanno votato meno della metà. E c’è anche chi, deluso e arrabbiato per il malgoverno dell’Anp, infilerà la scheda con i nomi dei candidati di Hamas. Meglio una tassa in più che la corruzione continua?
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