DAL SOLE24ORE DEL 25 GENNAIO 2006.
A pag. 7 del Sole24ore di oggi, è pubblicato un articolo firmato da Ugo Tramballi dal titolo: "Un voto contro la miseria".
In questo articolo Tramballi descrive la situazione economica palestinese attuale nell'immediata vigilia del voto, citando cifre e statistiche già pubblicate dal Sole alcuni giorni fa.
Tramballi snocciola numeri che fanno capire quanto versi in gravi condizioni l'economia palestinese, ma purtroppo non ne riconosce le vere cause, addossandole in gran parte e come sempre, ad Israele.
Tramballi infatti scrive:
La disoccupazione nei territori occupati supera il 20%: il 30 nella striscia di Gaza, più del 40 nella parte meridionale della striscia e il 70 fra i giovani tra i 16 e i 25 anni della stessa zona. In questa fascia di età e in questo piccolo meridione palestinese la Jihad islamica recluta i suoi kamikaze. Di tanto in tanto la borsa di Nablus schizza verso l'alto, ma per pura disperazione speculativa. Il reddito medio familiare (5,5 persone per famiglia), era di 50 euro al mese prima dell'Intifada e meno di 30 l'anno scorso. L'ex capo di stato maggiore israeliano, Moshe Ya'alon, aveva teorizzato che bombardando la loro economia avrebbe impoverito I palestinesi, spingendoli a rinunciare alla lotta armata. Le cose non sono andate così. La spirale che attanaglia da anni questo conflitto alla fine è sempre la stessa: più sicurezza per Israele, più posti di blocco, più danni all'economia palestinese, più disoccupazione, caos e terrorismo, meno sicurezza per Israele."
Questo vuol dire che per Tramballi, Israele non avrebbe dovuto mettere in atto delle azioni cautelative e di prevenzione per gli attentati degli uomini bomba palestinesi, ma avrebbe dovuto rimanere inerme davanti alle mattanze.
Tramballi sembra che parta sempre dal presupposto che gli attentati siano una sorta di autodifesa in nome di chissà quale principio, mentre dovrebbe essere chiaro anche ad un giornalista veterano come lui, che le stragi ci sarebbero state comunque, a prescindere dalle azioni di Israele e questo per il semplice motivo che le organizzazioni terroriste (come Hamas), vogliono la cancellazione dello stato ebraico dalla mappa geografica e degli ebrei dalla terra.
Fino a quando non si capirà questo, non si riuscirà a decifrare in modo limpido quello che è successo e succederà ancora in quei territori.
Troppo poco risalto inoltre, è stato dato alla corruzione nella classe dirigente palestinese, al malgoverno, ai colossali sprechi, tutti elementi che hanno persino bloccato finanziamenti da parte della comunità intrenazionale già pronti per essere versati nelle casse di Ramallah.
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