A pag. 6 del Sole24ore di martedì 17 gennaio 2006 sono pubblicati due articoli. Il primo e più importante, firmato da Ugo Tramballi, dal titolo "Israele, Olmert è già un leader", prende in esame la figura del nuovo possibile premier sostituto di Ariel Sharon, l'ex sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert, che guiderà il nuovo partito Kadima alle elezioni del 28 marzo prossimo. Tramballi nel pezzo traccia un profilo di Olmert, sottolineando il buon lavoro fatto come sindaco, la grande amicizia con Sharon e le capacità da leader di un paese come Israele. L'inviato del Sole però, scade nella solita propaganda quando definisce Olmert così:
"Come Sharon, Olmert è un falco appassionato ma non ideologico: quella categoria di nazionalisti che se si convincono che cedere territori serve a rafforzare Israele, cedono territori".
Ormai nell'immaginario di Tramballi è chiaro, Sharon (e adesso anche Olmert), era e rimarrà un falco, qualsiasi cosa abbia fatto o (chi per lui), farà in futuro. Alcuni commentatori hanno cambiato idea nei riguardi di Sharon, lui (e molti altri), no; ed ora comincia a fare la stessa cosa con Olmert. Churchill amava ripetere che solo gli stolti non cambiano mai idea, siamo d'accordo con lui. Il secondo articolo è firmato da Roberto Bongiorni, dal titolo: "A Hebron si rischia l'Intifada ebraica". Bongiorni descrive la situazione di un piccolo insediamento ebraico a Hebron, dichiarato illegale dalla Corte Suprema Israeliana e quindi in corso di sgombero da parte dell'esercito. Prima di tutto però, ci sembra fuori luogo chiamare Intifada una semplice e temporanea rivolta contro l'esercito che tenta di applicare la legge, ovvero la sentenza della corte. L'Intifada vera caro Bongiorni, è quella che hanno scatenato I palestinesi, quella che ha seminato tragedie, terrore, sangue e devastazioni in Israele, quindi occorrerebbe molta più prudenza e buon senso. Infine una chicca della propaganda anti-israeliana; alla fine del pezzo, ecco cosa scrive Bongiorni: "Hanno già distrutto (gli israeliani ndr), centinaia di ulivi palestinesi, privando molte famiglie della loro unica fonte di reddito. E ora sono passati alle pietre". In una nostra precedente recensione al abbiamo criticato l'inviato Sandro Viola per aver ingigantito (scrivendo di migliaia di ulivi distrutti), la realtà di poche decine. Qui, con Bongiorni non nuovo alla propaganda anti-israeliana, succede la stessa cosa. Ribadiamo che anche un solo ulivo distrutto è un fatto grave che sarà punito dalla legge dello stato ebraico, ma perchè quando c'è di mezzo Israele, si vuole sempre ingigantire ogni cosa scadendo nella propaganda? Consigliamo a Bongiorni un giro tra le molte famiglie israeliane che per colpa dell'Intifada (quella vera, palestinese), sono state private magari, del loro unico figlio, o marito, o madre. Perchè Bongiorni non ha scritto le stesse cose in questi casi?
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