Se i fatti diventano "illusione" e il realismo "pessimismo" un'analisi basata sulla fantasia
Testata: Il Giorno Data: 09 gennaio 2006 Pagina: 1 Autore: Lorenzo Bianchi Titolo: «L'ombra lunga del gigante che non c'è più»
Il Giorno di lunedì 9 gennaio 2005 pubblica a pagina 13 un editoriale di Lorenzo Bianchi su Sharon, intitolato "L'ombra lunga del gigante che non c'è più". Vi si legge: "Nel frattempo non ha mai smesso di allungarsi la barriera di separazione tra israeliani e palestinesi. Ancora una mossa unilaterale, dettata più dal pessimismo che dalla speranza. Una scelta in perfetta sintonia con l'opinione prevalente in Israele che gli attentati suicidi non finiranno mai e che al di là del muro da anni non esista più un interlocutore possibile". E' forte il sospetto leggendo questo righe, che Bianchi voglia suggerire che la politica di Sharon e gli orientamenti dell'opinione pubblica israeliana che la sostengano siano in realtà sbagliati. Una supposizione, dettata dalle scelte terminologiche ("unilateralismo" è diventata la parola in codice per continuare a dichiarare la propria avversione a Sharon senza impegnarsi nel difficile compito di negare i suoi passi concreti in favore della pace, il "pessimismo" imputato al premier israeliano potrebbe benissimo essere considerato "realismo" e la "speranza" che gli farebbe difetto illusione) e dalle omissioni (la mancanza di un interlocutore palestinese è dimostrata dai fattti, a partire dal fallimento di Camp David per arrivare all'incapacità di Abu Mazen ad imporsi sui terroristi), che trova conferma nella conclusione dell'articolo: "Così alla fine gli israeliani si erano abituati all'idea che il vecchio ex generale pragmatico e mobile dei fatti compiuti potesse di nuovo accompagnarli verso un futuro più accettabile. Un futuro di rinunce territoriali non contrattate e di separazione dai palestinesi nell'illusione di una sicurezza crescente. La sua poltrona vuota ora li fa sentire tutti orfani ".Quella che Bianchi chiama l'"illusione" di una sicurezza crescente, è stata una invece una concreta realtà assicurata dalla risposta militare al terrrorismo decisa da Sharon. E non sarebbe stato certo il "dialogo politico" con interlocutori inesistenti o deboli, implicitamente invocato da Bianchi, a poter determinare una situazione migliore.
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