Nel FOGLIO di oggi, 7.1.2006, una attenta analisi di Kadima.
Ecco il testo:
Gerusalemme. Shimon Peres è l’unico politico israeliano cui è stato accordato di recarsi al capezzale del premier Ariel Sharon. L’antico rivale politico, ex leader della sinistra laburista, sembra rivelarsi oggi una delle figure in grado di portare avanti il progetto del primo ministro e dare forza al neopartito Kadima di cui è membro. Secondo un sondaggio, pubblicato giovedì sera da Haaretz, il gruppo creato da Sharon dopo l’uscita dal Likud potrebbe vincere le elezioni del 28 marzo, anche senza la presenza del suo leader. Proprio sotto la guida di Shimon Peres otterrebbe infatti 42 seggi, 40 con vice premier Ehud Olmert, 38 con il ministro della Giustizia, Tzipi Livni. Shaul Mofaz, ministro della Difesa, ex membro del Likud, da poco entrato in Kadima, segue con meno preferenze. Nonostante il sondaggio, a Gerusalemme, mentre le condizioni cliniche del premier Sharon restano gravissime – iesullo mattina è stato portato per la seconda volta in sala operatoria – e mentre il paese vive in uno stato di attesa per il futuro, la soluzione più probabile rimane una successione con protagonista Olmert. Il vice di Sharon ha già assunto i poteri del premier, ed è candidato alla leadership del partito. Ma Kadima non sottovaluta l’importanza di Shimon Peres e Shaul Mofaz. Il neopartito è stato creato e incentrato sull’immagine di Sharon. Non appena la salute del primo ministro, il 18 dicembre, ha iniziato a dare segni di debolezza, le analisi pessimistiche sulle sorti del gruppo non si sono fatte attendere. Kadima, nato come entità centrista moderata, fondato sull’implementazione della road map, sulla creazione di uno Stato palestinese, sulla necessità di altre concessioni territoriali da parte d’Israele, ma sul mantenimento di confini che possano garantire la sicurezza dello Stato ha, con la sua presenza iesullo scacchiere politico, spostato agli estremi le altre formazioni. Sharon ha creato un partito che, nella sua persona, ha livellato le differenze tra falchi e colombe, tra le posizioni della destra estrema, contraria a ogni cessione territoriale, e il pacifismo poco pragmatico della sinistra. Oggi Kadima, senza Sharon, rischia di ricadere nell’antica dicotomia. Peres e Mofaz, la colomba del Labour e il falco del Likud possono però essere, insieme, un’alternativa alla mancanza del premier. Peres è il pacifista per eccellenza: vinto, assieme a Ytzhak Rabin e Yasser Arafat, il nobel per la pace, nel 1994, per gli Accordi di Oslo. E’ stato premier e ministro degli Esteri. Rappresenta la volontà di avanzare verso il processo di pace, dimostrata dal recente progetto di Sharon. Il generale Shaul Mofaz, oggi ministro della Difesa, è l’uomo forte del partito. Arriva dal Likud, dove è entrato dopo anni di vita militare. Ha combattuto la guerra dei Seigiorni, dello Yom Kippur, in Libano. E’ stato capo di stato maggiore durante i giorni della seconda Intifada. I suoi metodi duri gli hanno attirato critiche da parte della comunità internazionale e della sinistra israeliana, ma hanno anche accresciuto il suo sostegno interno. Subito dopo il ricovero di Sharon ha assicurato che le operazioni di controterrorismo non si fermeranno e che, nonostante la situazione critica del premier, gli israeliani possono stare tranquilli: la sicurezza sarà garantita. Ha però aperto anche ad Hamas, non escludendo trattative, nel caso di una vittoria del gruppo terroristico alle legislative palestinesi del 25 gennaio, a condizione che disarmi. Ha ribadito suo sostegno a Olmert. Rappresenta, per Kadima, la figura più vicina, per formazione, Sharon: è l’uomo che può, come faceva il premier, assicurare agli israeliani sicurezza.
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