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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.01.2006 Grande Magdi Allam
conosce la storia e ha l'onestà e il coraggio di raccontarla

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 gennaio 2006
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «La battaglia di tutti»

Grande Magdi Allam, che sul CORRIERE della SERA di oggi 7.1.2006 in prima pagina, ricorda a tutti quelle verità scomode che i nostri commentatori preferiscono ignorare. Come fanno i pavidi, i paurosi. Magdi Allam ha invece onestà e coraggio. Fa soffrire constatare come il mondo musulmano in Italia non abbia ancora fatto tesoro delle sue idee. Constatazione che non riguarda solo i  musulmani.

Ecco il suo straordinario articolo che merita il nostro plauso:

A tutti coloro che hanno la memoria corta: si ricordino che se Sharon passerà alla Storia come un grande leader politico, ciò si deve essenzialmente al fatto che è riuscito a contenere significativamente il terrorismo palestinese che faceva strage di israeliani.
A tutti coloro che straparlano decontestualizzando i fatti esaminati: tengano presente che oggi non solo Israele, ma l'insieme del Medio Oriente e la stessa Europa sono direttamente minacciati da una nuova Internazionale del terrore che unisce Al Qaeda di bin Laden, l'Iran di Ahmadinejad, il regime siriano di Assad, il Hezbollah libanese, Hamas, la Jihad islamica e le Brigate Al Aqsa palestinesi.
A tutti coloro che sostengono di aspirare alla pace tra Israele e un futuro Stato palestinese: siano consapevoli che la priorità che si dovrebbe porre la comunità internazionale nel dopo-Sharon è inequivocabilmente la lotta al terrorismo palestinese con la stessa determinazione con cui ci si sta battendo contro il terrorismo in Iraq e in Afghanistan, dove solo due giorni fa ci sono stati un centinaio di morti, nonché in Libano, Arabia Saudita, Giordania e Egitto, ma anche negli Stati Uniti e Gran Bretagna.
Ho fatto queste riflessioni ascoltando Giulio Andreotti alla trasmissione
Radio anch'io, condotta da Stefano Mensurati. Il senatore a vita ha rievocato gli anni Ottanta quando Arafat maturò la decisione di abbandonare il terrorismo per proporsi come leader politico, ha auspicato gesti concreti di Israele per favorire la pace citando il ritiro dal Golan e una sistemazione definitiva per i profughi palestinesi in Libano, ha invocato un impegno internazionale a favore del diritto a uno Stato palestinese indipendente.
Peccato che Andreotti abbia omesso di ricordare che fu lo stesso Arafat a seppellire nell'estate del 2000 a Camp David un accordo di pace che avrebbe finalmente realizzato il sogno dei palestinesi di uno Stato indipendente. Che non tenga conto della profonda differenza tra il terrorismo laico- nazionalista degli anni Settanta e Ottanta che mirava a imporre con metodi deprecabili la questione palestinese al centro dell'agenda politica internazionale, e l'attuale terrorismo di matrice islamica che persegue esplicitamente la distruzione dello Stato ebraico. Tanto è vero che gli attentati suicidi contro gli autobus a Gerusalemme e Tel Aviv iniziarono dopo la storica firma dell'accordo di pace tra Rabin e Arafat alla Casa Bianca il 13 settembre 1993, poiché questo terrorismo palestinese disconosce il diritto all'esistenza di Israele.
Peccato che Andreotti non abbia menzionato il fatto che Sharon ha già concesso ai palestinesi più di quanto non abbiano fatto non solo i precedenti leader israeliani, ma anche i governi della Giordania e dell'Egitto che dal 1948 al 1967 si annetterono formalmente o di fatto la Cisgiordania e Gaza. La sua decisione di sgombrare le colonie ebraiche e gli insediamenti militari dalla Striscia di Gaza, affidandola per la prima volta nella Storia al governo esclusivo dei palestinesi, è un fatto inedito e straordinario che dimostra la sua autentica volontà di pace. E che tuttavia questo gesto storico è stato interpretato come un atto di debolezza da parte dei terroristi che, pur di imporre il loro potere fanatico e sanguinario, stanno seminando il caos e la violenza a Gaza. Al punto da intimidire gli osservatori dell'Unione Europea e di uccidere dei soldati egiziani a cui Israele ha affidato il controllo del valico internazionale di Rafah.
In queste difficili ore in cui ci stiamo congedando dal Sharon-politico è bene che tutti i buonisti, i pacifisti a senso unico, i filo-palestinesi di professione sappiano che ciò che concretamente i palestinesi hanno ottenuto lo si deve grazie alla ferrea lotta di Sharon contro il terrorismo che ha comportato erigere un muro a protezione di Israele e le esecuzioni mirate dei predicatori d'odio. Sappiano che lo Stato palestinese sarà possibile solo quando tutti insieme ci batteremo contro coloro che vorrebbero distruggere Israele. Questo è il testamento politico di Sharon: la battaglia contro il terrorismo di Israele ci concerne tutti, solo affermando il diritto all'esistenza di Israele potremo salvaguardare il diritto all'esistenza di tutti.

Per complimentarsi con Magdi Allam, scrivete al Corriere cliccando sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

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