Corretto il pezzo di REPUBBLICA di oggi 3.1.2006 Daniele Mastrogiamo riporta un servizio di MAARIV, nulla aggiunge, ma informa sulle iniziative che il governo Sharon starebbe progettando in questi giorni. Sullo stesso argomento si veda l'articolo di Angelo Pezzana del 25.11.2005 (riportato su IC).
Ecco l'articolo:
GERUSALEMME - C´è un piano segreto che potrebbe archiviare la «road map». Alcuni consiglieri fidati del premier Ariel Sharon ne stanno discutendo da quattro mesi con gli esponenti più in vista dell´amministrazione Bush. Il quotidiano Ma´ariv lo svela in un lungo articolo pubblicato ieri mattina e affidato ai suoi due più brillanti analisti, Ammon Dankner e Ben Caspit. Il progetto alternativo al piano redatto dal «quartetto» non annuncia nulla di nuovo. Mette però in pratica l´ambizione israeliana di fissare in modo definitivo i confini orientali del paese e affidare agli Usa il compito di «custode» dei problemi interni e amministrativi palestinesi che l´Anp non sembra in grado di risolvere. Spinto da un´analisi dello Shin bet, il servizio segreto interno, che prevede subito dopo le elezioni nei Territori un´ondata di violenza senza precedenti, il primo ministro israeliano avrebbe discusso con alcuni suoi collaboratori la messa a punto di un nuovo piano da annunciare poco prima della tornata elettorale prevista per il 28 marzo. Secondo quanto scrive Ma´ariv, Israele smantellerebbe quella dozzina di insediamenti colonici costruiti abusivamente in Cisgiordania e restituirebbe ai palestinesi l´8-12 per cento del territorio che travalica la linea fissata dalla «road map». Si tratta degli insediamenti più contestati dagli Usa e dalla comunità internazionale. In cambio, Sharon chiede la piena sovranità sull´intera Gerusalemme, lasciando alla futura Palestina i sobborghi arabi della città. Il piano sarebbe stato presentato a Washington.
Ma l´amministrazione Bush è rimasta solo ad ascoltare senza esprimere, almeno ufficialmente, alcun parere. I consiglieri del primo ministro hanno giustificato il nuovo progetto perché sono scettici sul futuro dei negoziati con i palestinesi, alle prese con una delle più gravi crisi interne dopo la morte di Yasser Arafat. L´Anp, anche per come stanno andando le cose a Gaza, sarebbe inoltre incapace di risolvere i problemi interni e Israele vuole approfittare degli ultimi due anni di presidenza Bush, suo principale sponsor, per mettere al sicuro il paese e chiudere una partita che rischia di trascinarsi ancora per molto tempo. C´è un crescente pessimismo attorno alla «road map». Sharon vuole evitare di trovarsi davanti a delle trattative che procedono stancamente. Il nuovo piano, inoltre, accoglierebbe le richieste dell´amministrazione Usa favorevole ad un territorio unico e continuo della Palestina, che legherebbe la Cisgiordania alla Striscia di Gaza. Da un punto di vista interno, il capo di Kadima dimostrerebbe di essere in buona fede e di non aver mai mentito circa le sue intenzioni di ritirarsi dai Territori occupati, mantenendo fede agli impegni di Oslo. Non è solo un problema di immagine.
Washigton mai come ora ha bisogno di risultati nel suo disegno sul Grande Medio oriente. Risolvere il nodo israeliano-palestinese potrebbe aiutarla a uscire dal pantano iracheno. Ne è convinto, scrive sempre Ma´ariv, lo stesso Henry Kissinger che dopo tanto tempo è tornato a dialogare con gli israeliani. Anzi, sarebbe proprio lui l´artefice del piano. Alcune anticipazioni erano uscite nel numero di ottobre di Commentar, la rivista neocons molto seguita nei centri di potere che contano. Un portavoce di Sharon ha bollato come «pure speculazioni» le rivelazioni di Ma´ariv. L´Anp le ha definite «gravi, se fossero vere». Mezze smentite. Abu Mazen è preoccupato. Gaza continua ad essere nel caos. Rivolte, occupazioni, tentativi di sequestri si susseguono in una tensione crescente. Si torna a parlare di rinvio delle elezioni del 25 gennaio. Hamas, da sempre contraria ad uno slittamento, sembra cedere. Abu Mazen ne parlerà con il segretario politico del movimento oggi in Qatar.
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