Ottimo l'articolo, peccato il titolo che sembra assolvere il fascismo
Testata: Libero Data: 28 dicembre 2005 Pagina: 12 Autore: Gianni Scipione Rossi Titolo: «Quando i fascisti aiutarono Israele»
Ottimo il pezzo di G.S.Rossi, autore di un interessante saggio sulla destra e gli ebrei. L'autore racconta la vita di Ada Sereni, tratta dal suo libro di memorie "I clandestini del mare" (Mursia ed.) e dei rapporti tra lo Stato italiano e gli ebrei che organizzavano l'emigrazione clandestina in terra d'Israele
Peccato il titolo, che non corrisponde al contenuto. Dà infatti l'impressione che i fascisti siano stati pro-Israele, addirittura fa pensare che lo siano sempre stati, Regime fascista compreso. Ben altra è la verità storica. Un aricolo corretto nella sua ricostruzione storica che avrebbe meritato un altro titolo.
Ecco il pezzo:
Quando i fascisti aiutarono Israele di GIANNI SCIPIONE ROSSI
Nell'aprile del 1948, a Trento, Alcide De Gasperi ha un incontro molto riservato. Il presidente del Consiglio italiano riceve Ada Sereni, emigrata nel 1927 nel "focolare ebraico" di Palestina e tornata come agente del Mossad, il servizio segreto ebraico. Da tre anni la giovane signora, che ha perso il marito Enzo a Dachau, si adopera per organizzare l'emigrazione via mare degli ebrei europei che, sfuggiti all'Olocausto, si ammassano in Italia. Destinazione Haifa. [...] La Palestina è ancora un mandato britannico. La Gran Bretagna è attestata sulla linea tracciata con il Libro Bianco del '39, non vuole problemi con gli arabi e tenta di contenere l'immigrazione e di scongiurare la nascita dello Stato di Israele [...]. L'Italia si barcamena. Da un lato preferisce che i profughi defluiscano dal suo territorio. Dall'altro, impegnata nell'ardua riconquista di un ruolo internazionale, sta impostando la futura politica estera filoaraba [...]. I DUBBI DI DE GASPERI In quella prima settimana di aprile, De Gasperi sapeva che lo Stato di Israele stava per nascere. La risoluzione 181 dell'Onu sulla spartizione della Palestina era stata adottata quattro mesi prima, il 29 novembre 1947. Ma l'Italia non è ancora membro dell'Onu. Resta un soggetto "minore". [...] Riconoscerà Israele solo il 7 febbraio 1949, [...] quando il giovane stato ebraico ha ormai suggellato con le armi il proprio diritto all'esistenza, respingendo l'assalto congiunto degli eserciti di Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq e Libano. L'aggressione era cominciata subito dopo la dichiarazione d'indipendenza, pronunciata da David Ben Gurion alle 4 del pomeriggio del 14 maggio 1948. De Gasperi non è antisionista ma il realismo politico lo costringe a non assumere posizioni nette. «Quello che voi chiedete - obietta ad Ada Sereni - è praticamente di farvi vincere la guerra in Palestina. Qual è l'interesse dell'Italia alla vostra vittoria?». [...] Ada Sereni chiede a De Gasperi di chiudere un occhio sul traffico d'armi dall'Italia verso la Palestina ebraica [...].Maforse ottiene anche un altro via libera. Il nascente Israele ha bisogno di tutto. Anche di mettere in campo una marina capace di contrastare quella egiziana. [...] In quei mesi delicati l'Italia non fornisce naviglio. Non si sottrae, però, alla possibilità di inviare istruttori, in modo assolutamente coperto. Ma dove trovare gli uomini adatti? Il servizio segreto della Marina si mette al lavoro. Lo dirige il comandante Calosi. La Marina israeliana vuole costituire reparti d'élite e in particolare un nucleo di mezzi d'assalto. Calosi non può mandare personale in servizio. Deve pescare tra gli ex combattenti. Che appartengono essenzialmente a una categoria: i reduci della Decima Mas che hanno combattuto sotto le insegne della Repubblica Sociale. Si cerca il capo di terza Fiorenzo Capriotti da Ascoli Piceno, classe 1911. Non viene dalla Repubblica. Nel 1940 era partito volontario nei mezzid'assalto. Con il suo MTM (motoscafo turismo modificato) partecipa il 26 marzo 1941, nell'isola di Creta, all'assalto contro le navi inglesi ancorate nella baia di Suda. Il 26 luglio successivo tenta di violare Malta, ma è catturato dagli inglesi. Lo attendono quasi cinque anni di prigionia. [...] Rientra in Italia nel marzo del 1946 . Un rimpatrio difficile. Scopre che «non c'era più un fascista! Tutti avevano vinto la guerra! Anzi, un fascista c'era ancora: ero io! E solo io avevo perso la guerra». Eppure Capriotti non era stato un fascista in senso proprio. Il suo potrebbe essere definito un "fascismo patriottico". [...] Si era arruolato per amor di Patria, «non per combattere una guerra politica» [...]. Nel 1946 partecipa all'avventura del "Fronte dell'Italiano" di Giovanni Tonelli e quando nasce il Movimento Sociale Italiano, a fine dicembre, entra nel raccoglitore dei reduci. [...] Nel partito neo-fascista Capriotti diventa un dirigente. È componente il Comitato Centrale quando lo lascia, nel 1957. La politica lo ha deluso. Se ne va amareggiato [...]. Nel 1948 lascia la Marina e viene avvicinato dal capo del SIS. «Lo incrociai mentre uscivo dal Ministero. Mi disse: "Ci sarebbe qualche lavoretto... che lei sa fare molto bene!"» [...]. «Si trattava - ricorda - di inviare in Israele due operatori di mezzi d'assalto, di cui uno per i subacquei, era il sottotenente di vascello Nicola Conte, che aveva lavorato con gli inglesi, e un altro per la superficie, sarei stato io. Da sottufficiale di Marina prendevo 75.000 lire al mese. Me ne avrebbero date 150mila. Avrei messo da parte qualcosa per lavorare contro gli inglesi!». [...] Capriotti non pensa mai di nascondere il proprio particolare "fascismo". Neppure in Israele: «Doveva arrivare in vista Ben Gurion. Abraham Zaccai era preoccupato di come avrei risposto a una domanda sulle mie idee politiche. Manon ebbi dubbi. Naturalmente direi che sono fascista! Ma non preoccuparti - gli dissi - perché lui, Ben Gurion, è fascista esattamente come me: egli, per Israele, vuole esattamente quello che io voglio ed ho sempre voluto per l'Italia». Capriotti sbarca ad Haifa in giugno. [...] Lo Stato Ebraico è natomala guerra è in corso. Nonostante questo «la gente era felice, cantava, ballava, gioiva: era ilmondoche invano avevo sempre sognato per l'Italia. E, tanto stavo male in questo nostro Paese, tanto mi sentii felice laggiù tra quella gente semplice » [...]. L'AMORE PER LA GENTE DI ISRAELE A Jaffa si costituisce il primo gruppo mezzi d'assalto. I soldati vengono dai kibbutz. I comandanti erano «carismatici, trascinatori. In particolare Yohay Fisher (Ben Nun), futuro ammiraglio comandante della Marina, e Yossele Dron. Erano combattenti entusiasti, dallo spirito meraviglioso, pronti ad ogni sacrificio e alle scomodità che la guerra e la situazione impone. Solo io potevo comprendere, gustare e partecipare alla gioia che loro derivava da quella completa dedizione alla Patria». La prima azione di guerra è programmata per il 22 ottobre 1948. Obiettivo l'ammiraglia egiziana "El Emir Farouk", alla fonda nel porto di Gaza. Capriotti vorrebbe partecipare all'azione, ma è italiano. Se fosse catturato ne nascerebbe un incidente diplomatico. Quattro barchini sono issati sulle navi appoggio. Gli equipaggi tornano alle 2 del mattino. Missione compiuta. Fiorenzo Capriotti rientra in Italia il 27 ottobre. Va a rapporto al SIS. Tornerà ancora in Israele. Nel 1952, dopo aver curato per quattro anni, da Lugano, la spedizione di componenti di sistemi d'arma, vi resta sei mesi. Ormai in Israele ci va con il passaporto regolare. Anche da turista. Il lasciapassare numero 00020 rilasciato il 26 ottobre 1948 a un Fiorenzo Capriotti nato a Gerusalemme è solo una tessera ingiallita. Il 22 ottobre 1992, nell'anniversario dell'azione di Gaza, l'ex marò è ad Atlit. L'ammiraglio Ami Ayalon, comandante in capo della Marina Israeliana, gli consegna una pergamena: «Fiorenzo Capriotti, che combattè nella gloriosa Unità d'avanguardia "la Decima Flottiglia MAS" della Marina Italiana nella seconda guerra mondiale; che ci fu di grande aiuto per fondare e addestrare l'unità di Commando della nostra marina, durante la Guerra d'Indipendenza, identificandosi completamente, con devozione e spirito di sacrificio a suo rischio e pericolo. In cambio di questo contributo alla rinascita dello Stato d'Israele gli porgiamo come omaggio il titolo: Comandante ad honorem della Tredicesima Flottiglia». Fiorenzo Capriotti [...] l'8 settembre del 2005, nelle sue Marche, ha compiuto 94 anni.
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