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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.12.2005 Lo stato di salute di Sharon
descritto correttamente

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 dicembre 2005
Pagina: 12
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Sharon sarà operato al cuore. I medici: piccolo intervento»

A differenza della cronaca del Manifesto (vedi IC di oggi 27.12.05) la cronaca del Corriere della Sera è corretta.

Ecco il testo:

GERUSALEMME — Sarà anche «tanto sano da poter scommettere di vivere altri trent'anni», come annunciano ai quattro venti i medici dell'ospedale Hadassah di Gerusalemme. Ma Ariel Sharon dovrà essere operato al cuore «entro le prossime tre settimane». A nove giorni ieri dall'ictus che ha colpito il premier israeliano, la questione della sua salute in vista del voto tra i palestinesi (atteso per il 25 gennaio) e della campagna che lo vedrà impegnato per le elezioni politiche israeliane del 28 marzo resta al centro dell'attenzione.
E non mancano le aree di ambiguità. «Il premier quando venne ricoverato aveva difficoltà di linguaggio ed era incapace di prendere alcuna decisione. Di conseguenza la scelta di definire il suo ictus come leggero fu un errore», hanno ammesso ieri i medici durante una conferenza stampa in cui è stato reso noto per la prima volta il quadro clinico di Sharon. Anche se, si sono premurati di precisare, «solo ventiquattro ore più tardi, il paziente era tornato normale e perfettamente in grado di svolgere il suo lavoro». «Sharon non ha subito alcun danno permanente, la sua memoria e le capacità del cervello sono intatte», ha aggiunto Tamir Ben Hur, primario di neurologia allo Hadassah.
Subito dopo però un nuovo annuncio: «Durante gli esami medici seguiti al ricovero abbiamo scoperto che Sharon soffre di una leggera imperfezione al cuore. Dove si è rilevato un piccolo foro del diametro compreso tra uno e due millimetri. Nulla di grave. Si tratta di un difetto congenito di cui soffrono circa il 20 per cento degli israeliani». A loro dire comunque, niente paura. «Perché entro circa 20 giorni Sharon verrà nuovamente ricoverato per l'operazione mirata a otturare il foro». Un intervento destinato a durare una mezz'ora. Verrà inserito dall'esofago un catetere accompagnato da una minitelecamera per raggiungere il muscolo cardiaco.
Davvero è tutto sotto controllo? I medici e i portavoce del governo lo assicurano. Ma qualche commentatore non manca di sollevare dubbi. E i chiarimenti rischiano piuttosto di complicare le cose. Per esempio la questione del sovrappeso del premier, che a fine febbraio compie 78 anni. Tre giorni fa era stato rivelato che pesava oltre 140 chili per 170 centimetri di altezza. Decisamente troppo. Adesso specificano che è di 118 e in una settimana avrebbe perso 3 chili. «Sono tutte manipolazioni. Il pubblico ha il diritto di sapere se Sharon è davvero in grado di prendere decisioni con il pieno controllo delle sue facoltà», protesta tra gli altri Michal Eitan, deputato del partito conservatore Likud.
Anche nelle zone palestinesi ieri sera si era aperto l'interrogativo sulla salute del presidente Mahmoud Abbas. Verso la mezzanotte l'agenzia di stampa
France Presse aveva diffuso la notizia di un ricovero d'urgenza del presidente palestinese all'ospedale di Ramallah (in Cisgiordania). Più tardi però la famiglia del leader ha smentito la notizia sulla tv Al Jazira ela stessa agenzia ha diffuso una smentita, chiarendo che il presidente si era recato all'ospedale per visitare Zaker Abbash, esponente di punta dell'Olp colpito da infarto e appena tornato da Amman.
Un dato è comunque certo: in Israele e nei Territori non c'è spazio per leader malati. Gli appuntamenti incombono. Ieri il nuovo partito creato da Sharon, il Kadima (avanti), ha visto pubblicate sul quotidiano Ma'ariv le anticipazioni del suo programma relativo al futuro dei territori palestinesi. E sono dettagli importanti. Sharon spinge per la risoluzione del conflitto a tempi brevi, «sulla base di due Stati separati e delle realtà demografiche». Una formula abbastanza ambigua da permettere di non definire subito i nuovi confini. Ma il giornale rivela l'intenzione di annettere definitivamente le zone attorno a Gerusalemme, occupate sin dal tempo della guerra del 1967 e oggi abitate da oltre 150.000 ebrei nel mezzo di circa 200.000 arabi. Altre zone della Cisgiordania che dovrebbero venire annesse a Israele sarebbero quelle delle colonie di Ariel (nel nord) e l'enclave di Gush Etzion, a sud di Betlemme. Un programma che sino a oggi ha visto la decisa opposizione dalla parte palestinese, che dal tempo degli accordi di Oslo nel 1993 chiede il ritiro israeliano sui confini precedenti il 1967. Ben consapevole del problema, Sharon potrebbe però decidere di continuare in modo unilaterale.


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