A pagina 19 di Famiglia Cristiana del 25 dicembre è pubblicato, nella rubrica La Bussola, un articolo di Guglielmo Sasinini intitolato “Sharon il guerriero”.
Nonostante il titolo non appropriato, il giornalista fornisce ai lettori un ritratto corretto dell’attuale primo ministro israeliano, Ariel Sharon, che proprio sulle pagine del settimanale cattolico ha ricevuto, fino a pochi mesi fa, non poche “critiche” per la determinazione con cui affrontava il terrorismo e per la tenacia con la quale si ostinava a difendere i suoi cittadini.
Finalmente Famiglia Cristina si sta accorgendo che colui che veniva definito esclusivamente come un “falco” non ha mai desistito dal suo progetto di conseguire una pace giusta, quella pace che avrebbe portato alla costituzione di uno Stato palestinese; negli ultimi mesi con il ritiro da Gaza ed ora con la creazione di un nuovo partito, Kadima, insieme a Shimon Peres, lo sta dimostrando anche ai più tenaci oppositori della sua politica, alcuni dei quali, dotati di raziocinio, si stanno ricredendo.
“Ariel Sharon, 77 anni, vedovo, tre figli, il “falco dei falchi” che per gran parte della sua vita è stato il più irriducibile avversario dei palestinesi, negli ultimi ani da premier di Israele ha compiuto le più grandi aperture nei confronti dell’Autorità palestinese. Ha affrontato una crisi che ha lacerato profondamente Israele pur di passare il piano di evacuazione da Gaza degli insediamenti israeliani, è uscito dal Likud sbattendo la porta e ha subito formato un nuovo partito assieme ai laburisti di Shimon Peres, con il quale si presenterà alle prossime elezioni.
“Arik” Sharon è uomo dalla personalità complessa, un istrione irriducibile, in continuo ondeggiare tra dichiarazioni concilianti e dimostrazioni di forza, che comunque riesce sempre a stupire. Di sé ha detto di considerarsi un “guerriero solitario” e a guardare la sua vita bisogna dargli ragione. Quando gli chiesero quali fossero le sue priorità, rispose con una classifica: “Lo Stato, i soldati, gli ordini”, sottintendendo che a questi ultimi, quando si rendesse necessario per il bene del Paese, si poteva anche disobbedire. Adesso persino molti suoi avversari sembrano disposti a considerare le sue escandescenza come dei brontolii di un vecchio zio saggio.
Tutti sono rimasti spiazzati dall’agire d’impulso del vecchio generale sulla strada della pace, al di fuori di ogni schema. Eraclito sosteneva che “il destino dell’uomo è il suo carattere”: alla fine l’indole di Ariel Sharon è tornata ad imporsi.
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