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Libero Rassegna Stampa
21.12.2005 Sono i terroristi a rendere la vita difficile ai cristiani di Betlemme
intervista all'Ambasciatore d'Israele in Italia Ehud Gol

Testata: Libero
Data: 21 dicembre 2005
Pagina: 15
Autore: Caterina Maniaci
Titolo: «« I terroristi islamici all'attacco del Natale »»

Libero di  mercoledì 21 dicembre 2005 pubblica un'intervista di Caterina Maniaci all'Ambasciatore d'Israele in Italia Ehud Gol.

Ecco il testo:

ROMA « Ariel Sharon ha guastato la festa dei palestinesi. Omeglio, non la festa di tutti i palestinesi. Ora Sharon si è ripreso e loro non hanno più niente da festeggiare » . Ehud Gol, ambasciatore dello stato di Israele in Italia, commenta così le scene di esultanza nei Territori alla notizia del malore e del ricovero in ospedale di Sharon. Molti di quei palestinesi, poi, agiscono nei commando che colpiscono a colpi di terrorismo. E ieri hanno tentato di colpire Betlemme, la città dove è nato Gesù, a pochi giorni dal Natale. Ieri infatti è stato occupato per qualche ora il municipio della città: si trattava di una quarantina di uomini armati della Brigata dei Martiri di Al Aqsa. « Terroristi che hanno solo un fine: quello di seminare il panico tra la loro stessa gente. E se non si fermano in tempo, diventeranno sempre più potenti. Così per Betlemme, come per tutti i Territori, sarà la rovina » . I palestinesi sono scesi in piazza per festeggiare il ricovero in ospedale di Sharon. Perché un simile odio? « Non tutti sono scesi in piazza. Lo hanno fatto quelli " manovrati" o influenzati dal fondamentalismo terrorista. Quelli di loro che comprendono bene la situazione, e certo il presidente Abu Mazen è fra questi, sanno che Sharon e il suo governo rappresentano la vera chance per un futuro di pace » . E un commando di palestinesi ha occupato il municipio di Betlemme... « Quale commando! Questi sono solo terroristi, la cui idea fissa è quella di terrorizzare, appunto, la popolazione araba. Questo non è un atto contro Israele, contro i coloni, o contro specifici interessi occidentali. È contro gli altri arabi, cristiani e musulmani » . E l'Autorità palestinese può bloccare questa strategia del terrore? « Questa è la tragedia dell'Autorità palestinese, ossia la sua leadership non è riuscita, fino a questo momento, a combattere efficacemente contro questo terrorismo. E noi non possiamo accettare l'idea che Hamas possa essere considerata come un qualsiasi gruppo politico. L'Europa ha le sue colpe, in questo senso » . Colpe politiche? « Due anni fa, sotto la presidenza italiana, l'Ue ha deciso di inserire Hamas nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. Come può decidere oggi la stessa Ue che Hamas possa partecipare a elezioni democratiche? » Non è un paradosso, in fondo? « È un paradosso totale. E se l'Europa vuole pensare davvero al futuro dei palestinesi deve ammettere che Hamas deve essere esclusa. Questo gruppo non intende altra ragione se non i mezzi del terrorismo, dell'intimidazione. Con loro, ogni casa e ogni strada palestinese vive sotto la cappa della paura. È facile prevedere che, di questo passo, se non si interviene, il potere di Hamas sarà sempre più grande » . Così, proprio a Betlemme, daanni il Natale si celebra in un clima di paura, di povertà. « Quest'anno per Betlemme il Natale potrebbe essere diverso. La polizia israeliana, insieme al ministero del Turismo, ha deciso di rendere molto più accessibile il transito a Betlemme da Israele, per facilitare l'arrivo di turisti e pellegrini. E bisogna ricordare che questo sarà anche il primo Natale senza Intifada e senza Arafat » . Le cose sono cambiate davvero? « Guardiamo solo alle cifre: nel 2003 il numero dei turisti in Israele è stato complessivamente di 860mila, una cifra bassissima, sconfortante. Nel 2005 già è possibile arrivare alle cifre di 2 milioni e quattrocentomila, come ai tempi pre- Intifada. L'Intifada è stata una terribile esperienza, non solo per noi israeliani, ma anche proprio per i palestinesi » . E per Betlemme, in particolare. « Certo. La perdita di turisti e di pellegrini ha affondato la nostra economia e la loro, due economie strettamente connesse. Deve essere chiaro che il terrorismo colpisce duramente anche i palestinesi, li fa soffrire, demolendo le loro speranze per un futuro migliore. Spero proprio che quest'anno il numero dei cristiani che vogliono celebrare la messa a Betlemme possa essere molto più alto » . Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad continua a lanciare deliranti proclami contro Israele. Sono appunto solo deliri o indicano una reale minaccia? « Oggi stesso ( n. d. r. ieri per chi legge) il presidente ha dettato una nuova norma: non potrà essere più trasmessa, dalle radio e dalle televisioni iraniane, musica occidentale, perché considerata " indecente". Ogni giorno una nuova trovata. Questa volta, però, non se l'è presa con Israele e con gli ebrei » . Comunque, è un atteggiamento chiaramente antioccidentale. « Esattamente questo è il punto, che noi sempre sottolineiamo. Il potenziale nucleare dell'Iran non è contro Israele, ma contro l'Europa, contro il mondo occidentale. La " guerra" dell'Iran non è solo contro il « cancro di Israele » . Per questo è pericoloso, molto pericoloso, non meno per noi che per ogni Paese europeo, anche per quelli che difendono l'Iran » . Scontro di civiltà: una prospettiva reale e inevitabile? « Il nostro mondo democratico deve impegnarsi su due fronti: combattere il terrorismo internazionale e, nello stesso tempo, sostenere e aiutare i Paesi arabi moderati. Più democrazia e fine del terrorismo: questa è la " combinazione" vincente per evitare uno scontro di civiltà » . È stato fatto qualche passo concreto in questa direzione? « Negli ultimi due anni il mondo occidentale, e specialmente gli Stati Uniti, hanno fatto molto. Senza contare il caso Iraq: consideriamo che nove milioni di iracheni, sfidando le minacce terroristiche, sono andati a votare per ben tre volte. Segno che il processo democratico va avanti. Così nei Territori occupati, con l'elezione di Abu Mazen. E in Afghanistan, con l'elezione di Karzai. Segni che incoraggiano a sperare » .

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