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La Stampa Rassegna Stampa
20.12.2005 Sharon torna al lavoro
la cronaca di Aldo Baquis

Testata: La Stampa
Data: 20 dicembre 2005
Pagina: 11
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Sharon all'ospedale «Torno a lavorare»»

La Stampa  di martedì 20 dicembre 2005 pubblica una cronaca di Aldo Baquis sulle condizioni di salute del premier israeliano Sharon. Corretta e priva degli allarmismi, o delle aspettative, che traspaiono negli articoli di altri giornalisti

Ecco  il testo:

Malgrado il leggero ictus cerebrale che lo ha colpito, l’anziano premier israeliano Ariel Sharon è rimasto indenne ed è quindi capace, dopo un breve periodo di riposo, di riprendere il proprio lavoro. Lo ha detto ieri lo stesso Sharon in una telefonata al suo nuovo alleato Shimon Peres: «Domani torno a lavorare», ha riferito quest’ultimo dopo aver parlato con il premier. Il premier dovrebbe essere dimesso nella giornata di oggi. Contrariamente al suo desiderio, non potrà tuttavia raggiungere il proprio ranch dei Sicomori nel Neghev (troppo lontano dagli ospedali) e dovrà tornare per ragioni prudenziali nella propria residenza ufficiale a Gerusalemme. Tutti i suoi impegni per i prossimi giorni sono stati annullati.
I medici dell’ospedale Hadassah Ein Karem di Gerusalemme - dove Sharon è stato ricoverato domenica sera, dopo un improvviso malore che gli ha provocato per un breve periodo la perdita della capacità di comunicare - dopo approfonditi esami hanno dichiarato ieri che l’incidente non avrà serie conseguenze per la salute del premier, che compirà 78 anni a febbraio. I consiglieri di Sharon non hanno lesinato sforzi per convincere l’opinione pubblica che la crisi era stata superata. Nella notte di domenica Sharon ha telefonato ad alcuni giornalisti per dissipare le voci che lo avrebbero voluto dimissionario per motivi di salute: «Ci saranno in giro tante chiacchiere, ma io sono ancora qui», ha detto al Maariv. Il premier ha spiegato che aveva sbagliato a non concedersi qualche giorno di riposo e promesso che è determinato «ad andare avanti». Ossia Kadima, in ebraico.
Sulla stampa erano apparse informazioni inquietanti. Secondo Maariv, domenica sera Sharon ha raggiunto l’ospedale sdraiato sul sedile posteriore della sua limousine con una maschera ad ossigeno sul volto. Era in stato confusionale: non riusciva a contare le dita, non sapeva neppure dire che ora fosse. Ma ieri i medici hanno assicurato che in nessun momento il premier ha perso conoscenza. Ha invece avuto difficoltà ad esprimersi e provava un leggero stordimento.
Il brusco ricovero del leader di Kadima ha rimescolato le carte nella campagna elettorale. Nei sondaggi il partito di Sharon riceve una quarantina di seggi, un terzo della Knesset, e sgretola senza pietà i suoi rivali sia di sinistra (i laburisti di Amir Peretz potrebbero ricevere 23 seggi) sia di destra: al Likud andrebbero appena 12 seggi. Ma Kadima è ancora un partito virtuale, basato sul carisma di Sharon e sul successo del ritiro da Gaza. I suoi 15 mila iscritti finora si sono limitati a mandare una e-mail al sito del partito, che peraltro non ha ancora una struttura o sedi. Adesso la campagna elettorale di Kadima dovrà persuadere gli israeliani che Sharon e l’82enne Shimon Peres hanno ancora energia sufficiente per guidare il Paese. Finora Sharon aveva respinto ogni perplessità vantando la tradizionale longevità dei suoi familiari e ricordando che sua madre aveva dissodato i campi di famiglia fino all’età di 88 anni.
Ma ora deve tornare in campagna elettorale, che da ieri sera ha un nuovo protagonista esuberante: Benyamin Netanyahu, l’ex premier che ieri ha vinto le primarie del Likud, raccogliendo l’eredità del partito abbandonato da Sharon. Il «falco» Netanyahu ha battuto il ministro degli Esteri Silvan Shalom, che si presentava come candidato più moderato. La battaglia per il voto del marzo 2006 ora si preannuncia ancora più burrascosa.

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