Strage di Bologna: nuove rivelazioni sulla pista palestinese che porta all'Fplp e a Carlos
Testata: Il Giornale Data: 14 dicembre 2005 Pagina: 13 Autore: Gian Marco Chiocci Titolo: «Strage di bologna, a Budapest prove sugli arabi»
riportiamo dal GIORNALE di mercoledì 14 dicembre 2005: da Roma Se sulla strage di Bologna non èmai stato apposto alcun segreto di Stato, persistono invece altri due sigilli che vanno a supportare la «pista araba» per la bomba alla stazione del2agosto 1980:unprimo segreto impedisce la conoscenza dell’accordo tra Italia e i palestinesi del Fplp,unsecondoèinvece collegato ai trasporti di armi ed esplosivi di gruppi terroristici arabi. Ciò serve a capirecomela riaperturaaBologna di una nuova inchiesta che punta verso il Medioriente e la rete Separat del superterrorista Carlos, possa portare lontano. Allo stato delle nuove prove raccolte in queste ore dalla commissione Mitrokhin in trasferta in Ungheria, si delineerebbe con sempremaggiore chiarezzaunaholding terroristica eterodiretta da Mosca, con Carlos «braccio operativo» e Gheddafi «mente finanziaria ». La documentazione raccolta e gli incroci sin qui effettuati porterebberoasuffragare l’ipotesi di una strage voluta per ritorsione alla violazione dell’accordo bilaterale fra «soggetti istituzionali» italiani e i vertici delFplp (movimento marxistaleninista diretto da Wadi Haddad, «agente di influenza» del Kgb secondo il report Impedian), accordo peraltro non smentito dalla recente intervista di Carlos al Corriere della Sera. Stando agli atti dell’inchiesta del giudice Carlo Mastelloni sui traffici d’armi fra Olpe Br, proprio perscongiurare attentati nel nostro Paese il «patto» ottenne la benedizione di Aldo Moro all’indomani della strage del 17 dicembre 1973 a Fiumicino. Il 7 novembre 1979, però, gli arabi considerarono tradito quel patto a causa - è sempre Carlos che ne dà conferma - del sequestro a Ortonadei missili Strela e all’arresto di tre esponenti dell’Autonomia operaia (Pifano, Nieri e Baumgartner) di un marittimo (il siriano Nabil Kaddaura già fermato in Grecia con 200 chili di tritolo) e del rappresentante in Italia dell’Fplp (il palestinese Abu Anzeh Saleh) considerato organico al gruppo Carlos nonchéuomovicino agli 007 italiani, come ammesso al Corriere dallo stesso Carlos («Saleh manteneva contatti con i Servizi italiani, pernoi l’Fplp era l’organizzazione madre, unita a noi da relazioni politiche e personali »). La condanna a sette anni di Saleh - il cui indirizzo bolognese verrà rintracciato fra i documenti del terrorista di Separat,Michel Walid, quale recapito per rintracciare granate e dinamite - fece da detonatore a una violenta crisi politica. Nel gennaio del 1980 il direttore del Sismi rischiò la destituzione per aver nascosto a Palazzo Chigi la «connection araba» che dal Libano passava per Ortona e finiva dritta aCarlos, come si evince da una carta ungherese trasmessa alla procura di Roma sulla «lista della spesa» di armi ed esplosivi compilata proprio dallo «Sciacallo»,con incima i missili di Ortona. Se gli arabi protestavano per la violazione dell’« accordo», Cossiga protestava coi Servizi che si dissero di avere sempre accontentato l’Fplp per evitare guai peggiori. A ridosso delle stragi di Ustica (27 giugno) e Bologna (2 agosto) nonché del processo d’appello per Saleh (11 luglio) venne lanciato un ultimatum conminacce di ritorsione, segnalato in più informative dal capodell’Ucigos, GaspareDeFrancisci. Ritorsionidi cui Carlos eraunhabitué visto com’era solito piazzare tritolo sui treni Tgv. Arriviamo così agli 85 morti del 2 agosto 1980.Unmese dopo parte il depistaggio del Sismiconun’intervista sul Corriere del Ticino al leader del Fplp, Abu Ayad, che sposta l’attenzione dalla pista araba alla pista dei bombaroli neofascisti addestrati in campi palestinesi. Per i giudici è «il momento iniziale del depistaggio» che porterà poi alla nota operazione «terrore sui treni» organizzata dai nostri Servizi (in una pagina dell’agenda del generale Santovito si legge della volontà di depistare la strage verso ambienti della destra), e che trova riscontri nelle carte visionate ieri dai commissari della Mitrokhin a Budapest a proposito dei viaggi di armi ed esplosivi di Carlos in Italia nel 1984 proprio a ridosso della strage del «rapido 904», peraltro già attribuitaaCarlos inunrapporto della Stasi del 18 gennaio 1985. Quel che poi la commissione Mitrokhin ha scovato a Budapest sono i riscontri al ruolo sempre più «operativo» del braccio destro di Carlos, il tedesco Thomas Kram, esperto di esplosivi, arrivato a Bologna la notte precedente la strage e ripartito l’indomani mattina, subito dopo la strage. Il 30 luglio a Ponte Chiasso la polizia gli trovò una corrispondenza con una certa «Heidi», alias Margot Frohilich, che dopo aver piazzato una Opel col tritolo sotto il giornale Al Watan al arabi a Parigi, nel giugno 1982 verrà fermata a Fiumicino con una valigia di tritolo assolutamente compatibile con quello utilizzato a Bologna. Sempre daBudapest arriva poi la riprova cheKram, il2 agosto, riparò velocemente in Ungheria dove Carlos aveva una base sicura insieme alla Frohilich,entrambi in forza alle alle Cellule rivoluzionarie di JohannesWeinrich, legatoaCarlos per l’attentato all’aereo della El Al a Orly nel ’75. Con gli ultimi due avrebbe agito un cittadino veneziano che nelle prossime ore potrebbe essere convocato in procura. Tutti farebbero parte della rete Separat eterodiretta dal Kgb, di cui sarebbe stata una pedina un alto funzionario della Cia, in servizio a Roma nell’anno della stragi, successivamente arrestato perché scoperto nel doppiogioco con Mosca. «Siamo alla svolta - spiega Enzo Fragalà diAn - fra queste carte ci sono sia le prove dei legamifra Carlos, le Brla Stasi e i Servizi ungheresi.E poi riscontri sul patto fra i nostri vecchi 007 e gli arabi, una pista che porta dritto a Bologna... ». Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Giornale. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.