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Il Giornale Rassegna Stampa
10.12.2005 Terrorismo: la Farnesina ferma le pressioni a favore dell'ambasciata iraniana
esercitate da un suo funzionario

Testata: Il Giornale
Data: 10 dicembre 2005
Pagina: 12
Autore: Gian Marco Chiocci
Titolo: «Fini sgrida la Farnesina: troppo buona con l’Iran»
Riportiamo dal GIORNALE di sabato 10 dicembre 2005:
I fondi iraniani alla sede centrale
della Bnl a Roma, si muove la
Farnesina.Che esclude pressioni
sui giudici del tribunale civile
a favore dell’ambasciata di
Teheran(in seguito al riconoscimento di due sentenze americane
da 640 milioni di dollari contro
la Repubblica islamica responsabiledelfinanziamentodi
due attentati in Israele firmati
da Hamas) e al contempo stigmatizza
le «considerazioni di
carattere politico» contenute
nella missiva inviata al Tribunale da un suo
alto funzionario del
Cerimoniale. La nota del Mae
sintetizza l’esito degli accertamenti
disposti dal ministro
Gianfranco Fini a margine del
contenzioso riportato dal Giornale
che sembrava veder contrapposti,
da un lato, i giudici
che avevano reso esecutive le
sentenze di risarcimento per i
tre giovani assassinati dai kamikaze,
e dall’altra l’ambasciatairanianael’ufficiocerimoniale
del ministero degli Esteri,
quest’ultimo schierato nero su
bianco dalla parte dell’Iran. La
Farnesina spiega che la lettera
al giudice, nel suo complesso,
avevafinalitàinformative.Niente
più. «Nel caso di sequestri di
beniafferentiaunaRappresentanza
Diplomatica, si ricorda
sempre,e per prassi alTribunale
competente, l’immunità dalla
giurisdizione garantita alle
ambasciate in base alla Convenzione
di Vienna. L’intervento
del ministero attiene solo gli
aspetti procedurali di casi del
genere,comea vvenuto recentemente
per sei casi concernenti
altri Stati». Quanto alle «considerazioni
di carattere politico
contenutenella lettera alTribunale
di Roma», queste vengono
invece definite «ingiustificate, e
tali da adombrare un inesistente
intervento della Farnesina
anche nel merito della vicenda,
tanto che hanno indotto il Ministro a prendere i provvedimenti
del caso nei confronti del funzionario
responsabile, Umberto
Colesanti», il ministro plenipotenziario
firmatario della missiva.
A scanso di ulteriori equivoci
la Farnesina ribadisce «la più
dura condanna di qualsiasi attività
diretta o indiretta a sostegno
del terrorismo», e Fini, in
persona, «auspica che anche in
questodrammaticocaso,la giustiziapossafareilsuopienocorso
e le famiglie possano ricevere
il dovuto risarcimento nel rispetto
del vigente diritto internazionale
».
L’intervento del ministro rasserena
Riccardo Pacifici, vicepresidenteeportavocedellaComunità
ebraica romana: «Non
posso non esprimere grande
soddisfazioneperlasentenzariconosciuta
dai tribunali italiani
-dice -perchécostituisceunimportanteprecedenteinternazionaleutileafar
capirechechiunquecolpisce
nelmucchiopoi incappa
in conseguenze durissime
anche a livello economico.
La lettera della Farnesina, così
com’erastata riportatasul Giornale,
sinceramente rappresentava
un fatto anomalo rispetto
alle azioni ferme e decise che
questo governo aveva posto in
essererispettoaTeheranecontro
l’organizzazione di Hamas.
Bene, dunque, ha fatto il ministro
Fini a precisare la posizione
della Farnesina».
Soddisfatto anche Anthony
Shipman,l’avvocato deifamiliari
dei ragazzi uccisi in Israele:
«Prendiamo atto dell’iniziativa
delministro Fini, che ci rincuora.
Ma allo stesso tempo ricordiamo
che i giudici italiani non
hanno fatto altro che applicare
lalegge. Lenormeinternazionali
in materia sono chiare: si possono
pignorare i soldi ad uso
commerciale dello Stato ovunqueessi
sitrovino.Isoldi "protetti"
sonosolo quelli nella disponibilità
della Rappresentanza per
le spese d’ambasciata, quelli in
continonmisti. Cisonoperòprecise
eccezioni che trovano nell’ordinamento
italiano precedenti
specifici laddove si riscontrino
abusi di diritti umani. E il
terrorismo è uno di questi». Nel
frattempo le famiglie di Arline
Duker,Matthew Eisenfeld eAlisaMichelleFlatowscrivonoqueste
poche righe al Giornale per
ricordareche«qualunquerisarcimento
stabilito dai tribunali
nonrimpiazzeràmaii nostri cari.
Ildenaropuòesseresolamenteusato
peratti di beneficenzae
ilgiudiziodeltribunalepuò,edeve,
rappresentare un deterrente
necessario a quei governi che
sponsorizzano il terrorismo con
una mancanza totale di umanità.
A questo scopo siamo grati
per il coraggio di tutti i giudici
che hanno applicato la legge
con rigore sia contro chi perpetra
violenza sia contro i loro
sponsor finanziari».
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