La Federazione calcistica palestinese: "vietato giocare con gli israeliani" richieste sanzioni per una partita a Barcellona
Testata: Libero Data: 08 dicembre 2005 Pagina: 15 Autore: Silvia Guidi Titolo: «Palestinesi giocano la partita della pace con gli israeliani, la loro federazione li punisce»
LIBERO di venerdì 8 dicembre 2005 pubblica un articolo su una vicenda minore, ma significativa.
Ecco il testo: Vietato giocare per la pace; il conflitto israelo-palestinese è un affare redditizio, garantisce fiumi di denaro da tutto il mondo arabo e la patente vitalizia di vittime oppresse cui ogni efferatezza viene perdonata. Jamal Zaqut, uno dei dirigenti per la Striscia di Gaza nella Federazione di calcio palestinese, è stato chiaro: "il popolo palestinese è contrario alla normalizzazione delle relazioni con Israele prima della fine dell’occupazione" anche su un campo di calcio. Al centro delle polemiche la partecipazione nei giorni scorsi di calciatori palestinesi e israeliani a una partita della pace contro il Barcellona. La partita, che si è svolta durante il vertice euro-mediterraneo, organizzata dalla Fondazione Peres, si era conclusa con la vittoria per 2 a1 per la squadra spagnola. Per la squadra "mista" erano stati convocati in Spagna 15 giocatori israeliani e 12 palestinesi. A Zaqut le foto ricordo del match con Asi Domb, Yossi Abukasis e l’arabo-israeliano Abu Suan che sorridono distesi e soddisfatti accanto a Shimon Peres proprio non sono andate a genio . come non è piaciuta la cena a "tavoli uniti" preparata dalla chef israeliano Noam Dekkers insieme allo chef palestinese Joseph Asfour. La severa censura del dirigente non si è limitata alle parole. Jamal Zaqut ha chiesto la costituzione di una commissione d’inchiesta sulla vicenda: "i palestinesi coinvolti dovranno essere puniti. Secca la precisazione della Fondazione Peres: l’iniziativa ha ricevuto l’appoggio della Fondazione Abu Mazen" e del suo consigliere per la sicurezza nazionale. Al momento, il calciatore che rischia di più è Abu Suan, l’israeliano di origine araba che ha più volte salvato il suo paese, calcisticamente parlando. Mister Zaqut teme un futuro in cui scarseggiano i ragazzi pronti a immolarsi per il jihad Purtroppo può dormire sogni tranquilli: se i bambini europei sognano di diventare calciatori quelli palestinesi da grandi vogliono fare i kamikaze. Nelle scuole di Gaza non si scambiano le figurine di Ronaldo o Beckham, ma quelle dei martiri di Hamas. L’ha rivelato una ricerca condotta dal locale Centro salute mentale (pubblicata in Italia da "Vita") il 35% dei 12-13enni si dichiara pronto al martirio per la causa. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.