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Libero Rassegna Stampa
06.12.2005 La lezione di Sharon e Peres
due vecchi capaci di progettare il futuro

Testata: Libero
Data: 06 dicembre 2005
Pagina: 1
Autore: Renato Farina
Titolo: «Sharon-Peres la lezione di due vecchi»
Riprendiamo da LIBERO di martedì 6 dicembre un editoriale di Renato Farina:
Che cosa caratterizza la persona davvero vecchia e ne marchia l'intimo più ancora dell'anagrafe? Il fatto di non amare più nessuno salvo i propri ricordi. Un vecchio non pensa al futuro e non ha speranza. Sta attaccato al potere o vi rinuncia, ma sempre per calcolo: deve fare in modo di non rischiare un'ombra di sé e della propria reputazione. La saggezza allora che gli viene riconosciuta in realtà è una maschera rugosa del conformismo. E la coerenza un alibi per campare di rendita. C'è una vigliaccheria praticata dai giovani senza qualità: quella di accusare come motivo del decadimento di un Paese la gerontocrazia. Gli unici veri rivoluzionari del nostro tempo sono i vecchi. Ne abbiamo avuti due in sequenza alla guida della Chiesa: Wojtyla e Ratzinger. Il primo era del 1920, il secondo è diventato Papa a 78 anni. E non c'è nulla di più combattivo dell'inerme sorriso di Benedetto XVI, ne sa qualcosa Oriana Fallaci. Ma di Ratzinger un'altra volta. Ci sono altri due magnifici vecchi, i più vecchi della politica mondiale. Ed essi sono la grande speranza di uno Stato giovane, e proprio per questo di tutto l'Occidente. Parlo di Israele. I due signori anziani sono Ariel Sharon e Shimon Peres. Il primo è capo del governo, viene dal Likud, la destra: ed ha 77 anni (settantasette). Il secondo è ministro degli Esteri, ed è stato fino a un attimo fa leader del Partito laburista, la sinistra: 82 anni (ottantadue). Sono stati fieri avversari fino a un attimo prima. Ora si sono alleati. Non soltanto. Hanno spezzato i legami con le rispettive case di appartenenza, e ne hanno messa su una insieme. Domenica si sono onorati reciprocamente, con parole trattenute, che sono le più commoventi. Ha detto Peres: «Ho la sensazione di entrare oggi in una partnership grande e importante. Lo faccio in piena coscienza. È triste lasciarsi dietro il passato, ma sono felice: mi unisco a una grande speranza ». Di controbalzo, Sharon, aprendo la grande bocca in un timido sorriso: «Sono felice anch'io. Ogni partito del mondo vorrebbe avere una persona come lui, dotato di una forte visione ». Una forte visione. Vuol dire un pensiero chiaro e distinto, capace di avere avversari. Un avversario come Sharon, ad esempio. Ed ora si uniscono. Perché? C'è qualcosa di più forte delle loro forti visioni che li ha sempre tenuti uniti: l'appartenenza a un popolo e al suo destino. Hanno combattuto, hanno straziato la loro vita per difendere qualcosa di più grande di se stessi e del loro interesse personale e persino di quello del loro partito. Ora, vecchi, vecchissimi, invece di ritirarsi in una pensione onorata, mettono insieme la loro gioventù spensierata. Hanno costituito un nuovo partito, si presentano insieme alle elezioni nella formazione Kadima. Una formazione di centro. Questo è il secondo luogo comune che sfatano. Da noi il centro è inteso come palude, come luogo dove tutte le vacche sono bigie. Il posto dove si gioca al proprio comodo. Qualche volta vengono buoni gli studi classici. Centro in greco viene da aculeo. Il punto focale, la freccia che colpisce lo snodo decisivo. Così questi due. Non è questione di formalismi di destra o di sinistra - lo ha ribadito ancora ieri, nel formidabile discorso pubblicato da Libero, Oriana Fallaci. È questione di essere disposti a dare la vita per qualcosa di caro: le persone amate, la loro libertà. Questa è gente che ha lottato insieme per dare una patria al proprio popolo martoriato. Si sono poi divisi sulla forma delle politiche. Nel momento decisivo, essi sono di nuovo uniti. Sono disposti persino a perdere un po' di se stessi, per un bene maggiore, che alla fine gioverà a tutti: israeliani e palestinesi. E di rimbalzo anche a tutti noi italiani ed europei. Forse dovremmo rifare lo stesso percorso in Italia. Ma chi c'è capace di tale coraggio? Partire per l'Esodo, abbandonare l'Egitto con le sue dolci cipolle, quando si è vecchi e al calduccio? Oggi l'Italia purtroppo è piena di giovani (si fa per dire) cinquantenni, in realtà vecchi pronti a tutto pur di sistemarsi con le chiappe nel burro per trent'anni e più.
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