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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.12.2005 Consultarsi con i fondamentalisti
la pessima idea del ministro degli Interni italiano

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 dicembre 2005
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Consulta (sbagliata) per l'Islam italiano»
IL CORRIERE DELLA SERA di giovedì 1 dicembre 2005 pubblica in prima pagina e a pagina 46 un articolo di Magdi Allam sulla nascita della "Consulta per l'islam italiano" voluta dal ministro degli Interni Pisanu.

Ecco il testo:

Fatta salva la bontà dell'intenzione, la «Consulta per l'islam italiano» si presta a fondate critiche sul piano formale, sostanziale e temporale. Dovrebbe essere un organismo consultivo i cui membri nella condivisione di principi, valori e obiettivi formano un gruppo coeso nell'offerta di analisi e proposte alla meritoria strategia del ministro volta a realizzare un «islam italiano».
Invece la Consulta è stata concepita come un parlamentino islamico secondo un manuale Cencelli filtrato dalla discrezionalità politica di Pisanu. E per quanto ci si sia sommamente impegnati a indorare la pillola indigesta, assottigliando la presenza dell'Ucoii a un sedicesimo del totale dei membri, la legittimazione istituzionale del suo presidente Nour Dachan costituisce un fatto inedito e grave. Infine una perplessità scontata: che cosa potrà concretamente fare una Consulta islamica a quattro mesi dalle elezioni legislative, quando notoriamente prevalgono la faziosità e la demagogia dei candidati e dei partiti? Ma è inutile girarci attorno: il nodo cruciale è Dachan e l'Ucoii.
Credo che sia un errore elevare a interlocutore dello Stato un'organizzazione che, proprio il 12 novembre 2003, giustificò la strage di 19 italiani a Nassiriya sostenendo «Non c'era né patria né Costituzione da difendere a Nassiriya», e «Nessuna convenienza politica o impegno con gli alleati può giustificare il dispregio dell'opinione pubblica e dei valori fondanti della Repubblica». Come si è potuto ignorare che Dachan e l'intero vertice dell'Ucoii sono stati al centro di un'indagine anti-terrorismo della Procura di Roma che ha portato alla perquisizione delle loro abitazioni lo scorso 19 luglio? Come è possibile sottovalutare il fatto che il braccio destro e il mentore di Dachan, il segretario nazionale dell'Ucoii Hamza Roberto Piccardo, abbia lo scorso 12 marzo definito il capo dello Stato Ciampi «un bandito della finanza mondiale», che legittimi pubblicamente il terrorismo suicida palestinese e di Al Qaeda in Iraq, neghi il diritto all'esistenza di Israele, diffonda un'interpretazione ideologica dell'islam profondamente anti-cristiana, anti-ebraica e anti- occidentale? Come è possibile sottacere il fatto che l'Ucoii sia ideologicamente e operativamente affiliata ai Fratelli Musulmani che, come attesta il movimento palestinese Hamas, considera lecito il ricorso al terrorismo per conseguire il traguardo condiviso dello Stato islamico? So bene che la Polizia e i Servizi considerano l'Ucoii un'organizzazione «moderata» per il semplice fatto che non mette le bombe in Italia e, all' opposto, collabora nel denunciare i sospetti terroristi islamici in Italia. Ma si tratta di una concezione desueta della sicurezza perché nella nostra era del terrorismo islamico globalizzato, la vera arma non sono le bombe ma il lavaggio del cervello che trasforma le persone in robot della morte. Quindi l'apologia di terrorismo, la predicazione violenta, la cultura dell'odio.
Affinché l'Ucoii possa essere considerata un interlocutore credibile dovrebbe condannare «senza se e senza ma» tutti coloro che mettono le bombe ovunque nel mondo, a cominciare da Israele e dall'Iraq. È verosimile che si sia preferito tenere l'Ucoii dentro la Consulta nel timore che se esclusa avrebbe potuto venir meno a quel patto non scritto in base al quale l'Ucoii garantisce la tranquillità delle moschee che amministra in cambio del suo riconoscimento istituzionale. Sinceramente è un ricatto odioso a cui uno Stato che si rispetti non dovrebbe soggiacere. Si sarebbe potuto fare diversamente? Probabilmente Pisanu avrebbe dovuto esplorare e valorizzare di più la realtà dell'associazionismo laico presente tra le comunità musulmane. Ma in ogni caso la linea rossa invalicabile per chiunque non può che essere la condanna assoluta del terrorismo e la condivisione dei valori fondanti della comune identità nazionale italiana.
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