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Il Foglio Rassegna Stampa
29.11.2005 Due fazioni nei Fratelli musulmani egiziani
che hanno avuto buoni risultati alle elezioni

Testata: Il Foglio
Data: 29 novembre 2005
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Se i Fratelli sono tanti»
IL FOGLIO di martedì 29 novembre 2005 pubblica a pagina 3 un editoriale sui Fratelli musulmani egiziani, che riportiamo
L’esito più rilevante delle elezioni parlamentari egiziane, che anche per le pressioni americane hanno visto un controllo meno asfissiante da parte del regime militare, è l’affermazione dei Fratelli musulmani. Presentando candidati soltanto in un quarto delle 444 circoscrizioni, senza far apparire il simbolo del loro partito (che formalmente è fuori legge da mezzo secolo), hanno già ottenuto 76 seggi parlamentari, diventando così la principale forza di opposizione.
Osteggiati duramente durante il regime nasseriano, gli islamisti egiziani sono riusciti a ottenere una certa tolleranza da quando l’Egitto ha abbandonato il suo obiettivo panarabo laico. Hanno retto anche alle contestazioni dell’ala estremista che ha come punto di riferimento il jihad antioccidentale e si presentano oggi come una sorta di opposizione costituzionale, molto vicina al modello del partito islamista turco, attualmente al governo ad Ankara.
E’ interessante notare che una delle prime prese di posizione della Fratellanza, dopo il successo elettorale, è stata rivolta ai cristiani copti, ai quali ha promesso che si preoccuperà dei loro problemi. E’ presto per dire che in Egitto, il più popoloso dei paesi arabi, si sta formando un raggruppamento politico democratico a ispirazione islamica. I Fratelli musulmani criticano i vistosi limiti della cauta democratizzazione promossa dal presidente Hosni Mubarak, ma questo è ovvio per una formazione di opposizione, che ancora alla vigilia del voto si è vista arrestare decine di dirigenti e di attivisti. D’altra parte anche in Egitto, come in Turchia, qualsiasi avvicendamento politico deve fare i conti con il potere dei militari che controllano lo Stato. Quando, in una situazione simile, in Algeria, gli islamisti non trovarono un compromesso con i militari, si finì nella tragedia della guerra civile. La Fratellanza egiziana sembra aver imparato quella sanguinosa lezione, anche se la sua connotazione definitiva dipende dall’esito del confronto tra le sue correnti interne, assai difficile da decifrare.
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