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Libero Rassegna Stampa
29.11.2005 Chi difende Saddam Hussein ?
Ramsey Clark, star dei siti no global estrema sinistra/destra- neo nazi

Testata: Libero
Data: 29 novembre 2005
Pagina: 7
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «In difesa di Hussein arriva l'ex ministro USA»
Su LIBERO di oggi, 29-11-2005, l'articolo di Angelo Pezzana a pag.7 su Ramsey Clark, dfensore di Saddam Hussein e altri criminali politici. Non a caso, e forse proprio per questo, acclamata star dei siti noglobal-estrema sinistra/ destra neo-nazi.

Ecco il pezzo:

E’ arrivato a Bagdad per far parte del collegio difensore di Saddam Hussein Ramsey Clark, la vedette di tutti i siti noglobal,antiamericani e più vicini all’universo dei movimenti pacifisti. Ne curerà l’immagine pubblica oltre ad essere a tutti gli effetti anche suo legale.

E dire che la sua carriera pubblica era iniziata in tutt’altro modo, con un incarico più che pretigioso.

Sotto la presidenza di Lyndon B.Johnson era stato "attorney general", vale a dire ministro della giustizia, a riprova quindi che non tutti i presidenti americani sanno scegliere l’uomo giusto. Ramsey Clark, che ha quasi ottant’anni, ha alle spalle una ininterrotta carriera di strenuo difensore dei più grandi criminali del secolo scorso. Come avvocato ne ha sempre avuto il pieno diritto, ovviamente, ma in lui la professione ha giocato solo fino a un certo punto. La sua è stata una scelta di parte, una scelta politica di rivalsa contro l’America che evidentemente non aveva saputo apprezzarlo a sufficienza. Nel 1980 partecipa a Teheran, nell’Iran appena conquistato da Khomeini, ad una conferenza internazionale sui "crimini dell’America", contruebuendo, in forza del suo status precedente, a dare credibilità a quello che stava cominciando ad essere la presa di posizione del fondamentalismo islamico contro l’Occidente. Nell’ 86 difende L’OLP e Yasser Arafat contro la famiglia di Leon Klinghoffer, il turista ebreo americano ucciso dai terroristi palestinesi sull’Achille Lauro. Arafat, un nome che non poteva mancare nel suo curriculum di gentiluomini. Anche sui crimini commessi nell’ex Yugoslavia ha saputo da che parte stare. Che siano stati massacrati migliaia di musulmani non ha mai avuto per lui molta importanza, anche qui ciò che contava era stare dalla parte di chi giudicava l’America il grande satana. Ha quindi difeso Slobodan Milosevic al Tribunale internazionale dell'Aja che lo giudica per gli stermini compiuti durante la pulizia etnica nell’ex repubblica socialista, e a New York ha rappresentato gli interessi di Radvan Karadzic in una causa intentata dai famigliari delle sue vittime. Attualmente milita in una organizzazione americana chiamata "Vote Tolmpeach", che si propone di arrivare alle dimissioni tramite impeachment del presidente Bush. Visti i risultati ottenuti potremmo definirlo un velleitario. Ma non sarebbe giusto nè corretto. C’è tutta una opinione pubblica internazionale che vede in uomini come lui una specie di Robin Hood redivivo, che si immagina, talvolta magari anche in buona fede, che tipi come Ramsey Clark abbiano scelto di stare dalla parte degli sconfitti per un innato senso di giustizia e ribellione verso il potere, senza mai riflettere a quale categoria umana siano appartenuti gli accusati, e poi perdenti, che i vari Clark hanno difeso. Oggi, grazie alla totale disponibilità che tutti hanno di comunicare via internet, quel che prima si poteva leggere solo sui giornali di estrema sinistra, è di pubblico dominio, e rivela quanto seguito questi "difensori" del crimine organizzato godano nel mondo. Qualche criminale però è sfuggito dal portafoglio dei "clienti" del nostro ex ministro della giustizia. Non ce l’ha fatta a difendere l’ex prefetto di Vichy, il francese Papon, responsabile della deportazione di migliaia di ebrei dalla Francia ai campi di sterminio. Così come si è trovato un altro avvocato il famigerato Carlos, richiuso oggi in carcere francese, uno dei capi del terrorismo che ha insanguinato l’Europa. Coinvolto, come sembra dalle ultime rivelazioni, anche nella strage della stazione di Bologna, avvenuta sotto la sua direzione e in collegamento con i terroristi palestinesi. Due clienti dei quali Ramsey Clark sicuramente sentirà la mancanza.

Ma non vogliamo ingigantire l’immagine di Ramsey Clark, sulla scena non è l'unico, ce ne sono purtroppo anche altri. Quel che deve far riflettere è il seguito mediatico che hanno, il credito che riescono ad ottenere. I criminali che difendono passano in seconda fila, lasciando il posto all’ossessione antiamericana e antioccidentale che tutto comprende e giustifica. E che rischia di diventare maggioritaria.
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