E' nato il nuovo partito Kadima (avanti) per arrivare allla pace con i palestinesi
Testata: Il Foglio Data: 25 novembre 2005 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «Sharon si affida al fedele Olmert, Likud a caccia delle spie»
Da pagina 3 del FOGLIO di venerdì 25 novembre 2005: Roma. Ieri c’è stata la prima, emozionata conferenza stampa del nuovo partito di Ariel Sharon , premier israeliano. Kadima – "Avanti" in ebraico – è nato, con un nome che vuole essere esplicito riferimento alla soluzione del conflitto con i palestinesi. Dopo il ritiro da Gaza, Sharon dice agli israeliani: "Kadima", muoviamoci verso un passo storico. E’ anche un modo per distinguersi dagli avversari, soprattutto il laburista Amir Peretz, che si presenta come il salvatore della situazione economica, ma che non ha mostrato un piano per la sicurezza del paese, a parte distaccarsi dalla Convenzione di Ginevra, promossa da Yossi Belin, leader del partito Yachad. Durante il meeting di Kadima si è discusso, oltre che della preparazione per le prossime elezioni e della logistica, degli slogan del partito: "Israele vuole andare avanti" e "Sharon, leader per la pace". Ehud Olmert, ministro delle Finanze, muove e organizza le fila del partito. I suoi compiti sono essenzialmente due: distribuire soldi alla popolazione per "rimediare" l’operato di Benjamin "Bibi" Netanyahu, ex ministro delle Finanze, e per osteggiare Peretz e portare nel partito nuovi membri, consigliando Sharon sulle prossime manovre. Sembra un’abile mossa di Olmert l’aver portato in Kadima Haim Ramon, figura di rilievo di sinistra e sindacalista, prevenendo il vuoto di Shimon Peres, che ha accettato di rimanere con Peretz. Sharon s’affida quindi a Olmert, noto per la sua diplomazia e per non aver nemici al di fuori di Netanyahu, per fare promesse e creare alleanze, aumentando le adesioni al nuovo partito di centro. La conferenza di ieri è però servita per porre il primo ministro alla guida del dibattito politico e mettere i media e i partiti nella posizione di reagire alle sue posizioni e non viceversa, consoli dando il suo potere. A Tel Aviv, intanto, si è riunita – per la prima volta senza Sharon – la Commissione centrale del Likud. Bibi, che fino a qualche giorno fa è stato occupato a ricordare agli israeliani le "terribili" conseguenze del ritiro da Gaza, si ritrova a dover affrontare due forti avversari per le primarie. Silvan Shalom, ministro degli Esteri, e Shaul Mofaz, ministro della Difesa, hanno presentato le loro candidature, accusando Bibi di essere un "riccone di Rehavia". Due sefarditi che combattono Netanyahu con lo stesso piano politico. Un sondaggio, condotto da radio Israele, mostra Mofaz in netto vantaggio rispetto a Shalom: Bibi in testa con il 29 per cento, Mofaz con il 22 per cento, Uzi Landau (membro della Knesset) con il 14 per cento, il ministro degli Esteri con il 12 per cento e Moshe Feiglin (leader della fazione Manhigut Yehudit del partito) con l’8 per cento (il ministro dell’Agricoltura Yisrael Katz, che ha annunciato la propria candidatura, non è menzionato). Mofaz non è da sottovalutare: nei mesi scorsi si è organizzato, cercando gruppi di appoggio in vista di un’eventuale candidatura. Nel frattempo ha portato tra le sue fila 50 ufficiali riservisti, ma non saranno certo loro a fargli vincere le primarie. Shalom è più radicato nel Likud e ci potrebbero essere ancora per lui speranze nello scontro con Mofaz. Il sito Internet di destra, Arutz Sheva, commenta che i membri del Likud non sono affatto felici del comportamento di Mofaz: aiuta soltanto Peretz a vincere le elezioni. Nel frattempo, mentre Sharon ha detto ai membri di Kadima di non fare alcun commento sul Likud, nel partito di destra si sospetta che il premier abbia delle "spie". E’ stata aperta una "hotline" per fare i nomi dei sospettati. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.