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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.11.2005 Khamenei benedice l' "atomica islamica"
altro che nucleare

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 novembre 2005
Pagina: 13
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Fatwa segreta: "Giusta l'atomica islamica"»
Il CORRIERE DELLA SERA pubblica a pagina 13 un articolo di Guido Olimpio che riportiamo:
La Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei ha emesso una fatwa segreta per autorizzare lo sviluppo dell’arma nucleare. E lo ha comunicato al presidente Ahmadinejad il 13 settembre alla vigilia dei lavori dell’Assemblea Onu. Per dare maggiore peso alla sua mossa, Khamenei ha specificato che il decreto religioso si ispira a quanto indicato dal fondatore della Repubblica islamica, l’ayatollah Ruhollah Khomeini. Una precisazione che ribalta quanto la tradizione dei mullah ha sempre sostenuto: ossia che l’imam Khomeini fosse contrario alla messa a punto dell’atomica. In passato alcuni esponenti del clero sciita avevano ricordato come l’ayatollah avesse condannato l’uso di mezzi non convenzionali. «La potenza nucleare - diceva - è un genio che deve essere rimesso nella bottiglia». Invece, secondo l’attuale leader, Khomeini avrebbe cambiato idea poco prima della sua morte ed era pronto ad annunciarlo. Ma i consiglieri - è la spiegazione - lo hanno dissuaso ritenendo che fosse controproducente. La preparazione del documento sarebbe però proseguita con l’assistenza di alti dirigenti religiosi.

Il rovesciamento del parere di Khomeini è funzionale alla crisi in corso. La scelta del regime di proseguire sulla via nucleare, nonostante le forti pressioni internazionali, ha sollevato riserve all’interno della nomenklatura. Tanto è vero che si sono levate voci per avvertire sui rischi diplomatici del piano atomico. Ecco allora la provvidenziale fatwa, uscita da sotto il mantello di Khamenei. Durante il colloquio con Ahmadinejad, la Guida ha indicato i due cardini ai quali fissare la strategia di Teheran. Mostrando una copia della fatwa, che è conservata in una cassaforte, Khamenei ha sottolineato che è necessario «salvaguardare la Repubblica islamica e i suoi principi» usando qualsiasi mezzo, compreso lo sviluppo di ogni tecnologia che possa proteggere l’Iran e gli sciiti. Di conseguenza - siamo al secondo punto - le capacità di difesa non possono essere inferiori a quelle dell’Ovest, della Russia, «dei cristiani e degli infedeli». Ahmadinejad ha replicato denunciando quei membri del regime che hanno osato criticare l’attuale politica. Servono misure dure contro di loro, ha detto il falco. E, a scanso di equivoci, ha usato le parole in farsi «sar benist konid». Traduzione: vanno liquidati. Khamenei ha rassicurato il presidente sostenendo che la rivelazione sulla fatwa è un segnale di incoraggiamento a continuare sulla strada intrapresa malgrado l’Iran si senta assediato. Sostegno seguito da una raccomandazione. Vale il ricorso alla taqiya , il principio sciita che permette di mentire in casi particolari e di negare l’appartenenza etnico-religiosa se questo comporta sofferenze.

Applicandolo al nucleare, i dirigenti iraniani possono tranquillamente affermare di perseguire progetti civili e non militari. Ma come è trapelata la notizia? Le voci sulla sua esistenza erano emerse nel maggio 2005 ma solo di recente se ne è avuta la conferma dopo la visita a Qom di un esponente pachistano sciita con buoni contatti all’interno dell’ufficio della Guida, in particolare con il responsabile Mohamedi Golpayegani. L’emissario ha raccolto non solo l’indiscrezione ma anche la perplessità dei religiosi più esperti, sempre dubbiosi sull’autorevolezza di Khamenei.
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