sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Avvenire Rassegna Stampa
18.11.2005 Si apre la crisi di governo in Israele
l'analisi di Graziano Motta

Testata: Avvenire
Data: 18 novembre 2005
Pagina: 5
Autore: Graziano Motta
Titolo: «Lunga volata verso le urne che rallenterà la Road map»
Da AVVENIRE di venerdì 18 novembre 2005 riportiamo un'analisi di Graziano Motta sulla situazione politica interna israeliana.


Ecco il testo:

In quattro anni di governo Sharon ne ha inventate, elaborate e architettate di ogni genere, al limite spesso della spavalderia, per mantenere saldo il potere. Ha persino passato a guado, rischiando di annegare, il torrente in piena della contestazione del suo partito sul controverso ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza. Ma ieri ha dovuto arrendersi dinanzi all’ostacolo erettogli da un personaggio appena giunto alla ribalta dell’arena politica nazionale come leader di un partito, quello laburista, dal passato glorioso ma in perdita di identità e di consensi: un Amir Peretz sprovveduto di ogni titolo che la tradizione ha soppesato come ragguardevole per costituire un vero "cursus honorum", non riconoscendo sufficiente valore alla leadership del sindacato. Ma proprio perché personaggio nuovo e insolito ha attuato una strategia irruenta, seppure in sintonia con i fermenti della società israeliana, in grado di scompaginare vecchi calcoli. Sicchè è riuscito a ottenere da Sharon quello scioglimento anticipato della legislatura che questi detestava. E c’è la sensazione diffusa che possa dargli filo da torcere nella competizione elettorale di primavera, portandolo sul campo che gli è proprio del confronto economico e sociale, in cui l’anziano leader ha mostrato serie deficienze. Ha avuto inizio quindi una fase diversa della storia politica d’Israele: Facile la previsione che porrà in secondo piano il processo di pace, anche per il fatto che la parte israeliana, ritenendo di aver fatto, e unilateralmente, più di quanto le competeva, si attende che sia adesso quella palestinese a onorare gli impegni della Road map che preludono alla ripresa del negoziato. In particolare smantellando quadri e infrastrutture dei gruppi armati, specie di quelli fondamentalisti islamici . Una "impasse" dovuta anche alla concomitante competizione elettorale palestinese ( le politiche a Gaza e nei Territori si svolgeranno a gennaio) dalla quale potrebbero emergere novità preoccupanti, come l’affermazione della lista fondamentalista di Hamas, in grado di condizionare Abu Mazen e l’ala moderata del partito al-Fatah nella ricerca di soluzioni di compromesso per giungere al traguardo dello Stato palestinese. Del nuovo corso politico in Israele mancano al momento importanti coordinate, specie quella dello schieramento nazionalista, non avendo il Likud svolto le primarie per designare il suo nuovo leader da candidare alla guida del governo. E Sharon non ha ancora giocato le sue carte per neutralizzare il gran rivale Benjamin Netanyahu.
Una sola osservazione su questo corretto articolo:gli sforzi di Sharon per "mantenere saldo il potere", per usare l'espressione di Motta, miravano anche, ci sembra, all'attuazione della politica da lui ritenuta la migliore per Israele.

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Avvenire. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


lettere@avvenire.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT