martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
11.11.2005 Al Zarqawi rivendica le stragi in Giordania
per regionalizzare il jihad iracheno

Testata: Il Foglio
Data: 11 novembre 2005
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: «Le stragi di Amman»
IL FOGLIO di venerdì 11 novembre 2005 pubblica in prima pagina un articolo su "Le stragi di Amman".

Ecco il testo:

Il Cairo. Abu Mussab al Zarqawi, luogotenente
di al Qaida in Iraq, ha firmato il triplo
attacco di mercoledì sera ad Amman,
rivendicando la strage con un messaggio
apparso ieri su Internet. Nella capitale
giordana tre terroristi suicidi si sono fatti
esplodere all’interno di tre diversi grandi
alberghi della città, verso le 9 di sera. I
morti sono almeno 57, i feriti più di cento.
Secondo testimoni oculari, nessuno degli
hotel colpiti era munito di dispositivi di
controllo, come metal detector alle porte
d’entrata. I grandi alberghi di Amman sono
frequentati da giordani ricchi, che la sera
si ritrovano nelle luminose hall a bere un
drink e a chiacchierare; da americani,
membri dell’intelligence, soldati,
funzionari di quella che è la
più grande ambasciata degli Stati
Uniti nell’intero medio oriente; da
turisti occidentali e israeliani. Mercoledì
sera, nell’esplosione, sono morti
15 giordani, un saudita, due palestinesi,
cinque iracheni, tre cinesi, un indonesiano;
trenta altre vittime non sono ancora
state identificate. I due palestinesi
sarebbero un capo
dell’intelligence della Cisgiordania,
e un funzionario
del ministero dell’Interno
dell’Autorità nazionale. Secondo
alcuni media internazionali,
le forze di sicurezza giordane avrebbero
fatto evacuare i clienti israeliani da uno
dei tre alberghi prima della deflagrazione.
Il quotidiano Haaretz smentisce l’informazione,
spiegando che i cittadini d’Israele sono
stati fatti rimpatriare soltanto dopo l’attacco.
Amman pullula di soldi iracheni, società
straniere, di spie, giornalisti, arabi
del Golfo che sfuggono il rigore comportamentale
della vita nei loro paesi. Tutti s’incontrano
negli alberghi di lusso delle grandi
catene occidentali.
La strage, rivendicata da al Qaida, era attesa.
Il governo giordano è da mesi in stato
d’allerta, come aveva detto al Foglio lo stesso
ministro degli Esteri, Marwan Muasher.
L’allarme è cresciuto dopo agosto, quando
la rete di al Zarqawi ha portato a termine
un primo attacco: un razzo ha colpito una
nave da guerra americana ancorata nel
porto di Aqaba, sul mar Rosso. La lotta all’estremismo
e alla predicazione fondamentalista
sono una delle priorità del governo:
l’esecutivo ha lavorato sull’educazione
scolastica, cambiando i curricula, fa
attività di monitoraggio nelle moschee, ha
sostenuto la dichiarazione di Amman, con
cui massime cariche religiose hanno sconfessato
i predicatori d’odio.
Ieri, la capitale giordana era blindata: le
forze di sicurezza presidiavano gli edifici
governativi, le ambasciate, i grandi alberghi,
scuole e uffici erano chiusi. Nel pomeriggio
si è tenuta una manifestazione contro
il terrorismo. La comunità internazionale
condanna: il presidente americano
George W. Bush ha parlato di "attacchi codardi";
il segretario generale dell’Onu, Kofi
Annan, atteso ad Amman, ha cancellato
la visita; l’alto rappresentante per la Politica
estera europea, Javier Solana, ha detto
che la distruzione causata dalla follia di un
simile attacco è ingiustificabile; il ministro
degli Esteri inglese, Jack Straw, ieri era in
Iraq, ha detto che la determinazione della
Giordania a lottare contro il terrorismo è la
stessa del Regno Unito.
"I nemici della fede, gli ebrei, i crociati"
Al Zarqawi, che ha firmato decine di attacchi
suicidi in Iraq, colpisce per la prima
volta la Giordania, sua patria. Accusa Amman
di sostenere "i nemici della fede, gli
ebrei, i crociati" e definisce gli alberghi
colpiti "uno sporco luogo di traditori e un
centro di prostituzione". Fadel Nazzal al
Khalayleh nasce a Zarqa, da cui il suo nome
di battaglia. In Pakistan incontra il punto
di riferimento dell’islamismo radicale
giordano, Abu Mohammed Asem al Maqdisi,
suo mentore, imprigionato più volte dalle
autorità per le sue prediche contro il governo.
Al Maqdisi importa l’islamismo militante
di matrice sunnita in Giordania. Al
Zarqawi, in carcere per le sue posizioni radicali,
è stato liberato sei anni fa grazie a
un’amnistia decretata dal sovrano Abdallah
II. Nell’ottobre 2002 è stato condannato
a morte, in absentia, da una corte militare
per l’assassinio di un diplomatico americano.
Il luogotenente di al Qaida tenta ora di
regionalizzare il fronte del jihad: esce dai
confini dell’Iraq per toccare la vicina Giordania,
considerata uno degli alleati più fedeli
di Washington in medio oriente.
L’attacco di mercoledì sembra inoltre essere
una risposta alla stretta dell’esercito
americano lungo i porosi confini siriani. Le
reclute giordane di al Qaida, secondo analisti
del paese raggiunti dal Foglio, non provengono
da quel 75 per cento di popolazione
d’origine palestinese (con passaporto
giordano) tenuta al margine della vita politica,
ma dalle roccaforti tribali di Maan,
Salt e Kerak, città giordane. Nel paese i
clan beduini sono la base del potere della
dinastia hashemita. C’è un grande dibattito,
oggi, in Giordania sul rischio che il regno
corre nell’indebolire le tribù per accrescere
il potere della monarchia. Molti,
infatti, ritengono che proprio il controllo
territoriale che i clan esercitano sia il miglior
strumento per arginare la predicazione
di soggetti pericolosi, come al Zarqawi.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT