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La Stampa Rassegna Stampa
07.11.2005 Le atomiche d'Israele difendono anche l'Europa
contro la minaccia iraniana

Testata: La Stampa
Data: 07 novembre 2005
Pagina: 5
Autore: Emanuele Novazio
Titolo: «Gol: le nostre atomiche difendono tutti»
Sulla STAMPA di oggi 7-11-2005 l'intervista di Emanuele Novazio all'ambasciatore d'Israele in Italia Ehud Gol.
«Gli iraniani hanno già
missili con cui è possibile
colpire le capitali europee
Presto potranno disporre
di armi micidiali»
dichiara Gol. Sarebbe bene che i governi europei riflettessero su questo fatto. L'Iran non è una minaccia per il solo Israele, ma è un pericolo per tutto il mondo democratico. E l'Europa è vicina.
L'intervista di Novazio è corretta, così come il titolo. Lo segnaliamo volentieri. Accanto all'intervista una breve nota biografica di Gol. Eccola:

"Nato a Gerusalemme nel ‘46, Ehud Gol è ambasciatore d’Israele a Roma dall’ottobre 2001. In precedenza era stato console generale a Rio de Janeiro e direttore generale per la cooperazione internazionale del ministero degli Esteri israeliano (dal 1992 al '95). Dal '95 al '99 è stato ambasciatore a Madrid e successivamente direttore generale per l'Europa occidentale. Ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministero degli Esteri quando Shamir era primo ministro".

Ecco l'intervista:

ROMA
Le atomiche di Israele difendono tutta l’Europa dalla minaccia iraniana, sostiene Ehud Gol. Non è possibile dunque pensare a una riduzione degli armamenti nucleari, come vorrebbe Piero Fassino, o peggio ancora a una denuclearizzazione del Medio Oriente: «E’ un bel sogno ma dobbiamo essere realisti», dice alla Stampa l’ambasciatore dello Stato ebraico a Roma. Che aggiunge, a proposito della mancata presenza del ministro degli Esteri Fini alla fiaccolata di giovedì davanti all’ambasciata iraniana: «Posso capirne le ragioni ma non posso giustificarle: dietro la decisione di non partecipare c’erano le pressioni iraniane, una chiara dimostrazione di terrorismo di Stato. Fini è comunque un amico, ha dimostrato la sua amicizia e mi fido di lui».
Ha fiducia nelle pressioni della diplomazia internazionale?
«Di sicuro l’Occidente deve essere unito. Se non lo sarà e porrà i propri interessi economici davanti ai valori morali pagherà un prezzo molto elevato. L’Occidente deve inviare un messaggio molto chiaro all’Iran e parlare al plurale, col "noi" che vuol dire "non soltanto Israele" ma l’intero mondo democratico comprese le Nazioni Unite. L’Onu deve occuparsi del dossier iraniano e la diplomazia deve fare la sua parte, ma si devono prendere subito provvedimenti prima che sia troppo tardi: manca poco alla costruzione dell’atomica iraniana. Quando Teheran ce l’avrà, costituirà una minaccia enorme per il mondo intero, non soltanto per Israele. Già oggi ha missili a lungo raggio, gli Shiab 3 e gli Shiab 4, con cui è possibile colpire ogni capitale europea. E’ solo questione di tempo perché un Paese che già dichiara di volere annientare un altro Paese disponga di armi micidiali».
E se la diplomazia fallirà?
«Fin dall’inizio ci deve essere una forte determinazione da parte delle maggiori potenze: servono passi diplomatici molto decisi. Purtroppo due membri del Consiglio di sicurezza, la Cina e la Russia, mettono i propri interessi economici davanti a tutto il resto: è una scelta molto pericolosa».
Crede nell’efficacia di sanzioni economiche?
«Sarebbero un messaggio forte. L’Europa e tutto il mondo libero non devono cedere alle tentazioni di un nuovo appeasement. Il doppio linguaggio, il comportamento che molti Paesi tengono di fronte a Teheran sono al contrario un messaggio molto debole. Non deve ripetersi l’errore di settant’anni fa, quando il mondo non si mostrò abbastanza deciso di fronte alla Germania nazista e Hitler ne approfittò. Se faremo lo stesso errore, provocheremmo un’altra catastrofe per l’umanità».
Secondo lei l’ultima carta rischia di essere quella militare?
«Non voglio dar consigli a nessuno. Di certo i Paesi che sottovalutano il pericolo iraniano sbagliano, e il loro errore sarà fatale se cederanno alla paura di perdere qualche contratto economico. I loro contratti non varranno niente, quando i missili iraniani colpiranno le loro capitali».
Anche l’Italia ha forti interessi economici in Iran.
«E allora ricordi che gli interessi economici non sono a senso unico: anche l’Iran, che ha usato gli interessi italiani per minacciare l’Italia, ha interessi economici con l’Italia».
Israele attaccherebbe da sola l’Iran se Teheran non proverà che il suo programma nucleare è a scopo pacifico e gli sforzi della comunità internazionale falliranno?
«Ripeto: l’Iran non è solo un problema di Israele. Israele è un pretesto per la leadership iraniana, il cui scopo è distruggere la base stessa della civiltà e della società occidentali. Suggerisco a tutto l’Occidente di svegliarsi prima che sia troppo tardi».
Il premier Sharon ha chiesto un impegno diretto dell’Unione europea nel controllo della frontiera fra la striscia di Gaza e l’Egitto. Siete disposti ad accettare osservatori o chiedete di più?
«Israele, che per anni è stato contrario a un coinvolgimento europeo, sta cambiando linea. Ma per essere efficace la presenza europea dovrà essere attiva, non passiva: dovrà garantire la sicurezza del posto di confine. Purtroppo non sono tanto sicuro, come ci ha subito fatto capire Fini, che l’Europa sia disposta ad assumersi una responsabilità del genere. Gli osservatori non ci servono».
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