"Siamo tutti sionisti" l'appello di Marek Halter contro l'odio
Testata: La Repubblica Data: 03 novembre 2005 Pagina: 1 Autore: Marek Halter Titolo: «L'epidemia dell'odio»
A pagina 1 e 18 di giovedì 3 novembre 2005 LA REPUBBLICA pubblica un articolo di Marek Halter che riportiamo CHI ACCETTERÀ di gridare con me «Siamo tutti sionisti da cancellare dalla faccia della Terra?», come abbiamo gridato «Siamo tutti ebrei tedeschi»? Questo avrebbero dovuto gridare i nostri nonni quando il Führer ha proclamato che avrebbe «cancellato gli ebrei dalla cartina dell´Europa». Ho scoperto il presidente iraniano su una televisione russa nella sala d´attesa dell´aeroporto di Mosca. Sembrava calmo, determinato. La morte di milioni di israeliani gli sembrava implicita. I passeggeri di tutte le nazionalità che seguivano con me il suo discorso erano sgomenti. Lo ero anch´io. E sorpreso, anche. Non che avessi immaginato il nuovo eletto iraniano pieno d´amore per l´umanità, ma non pensavo che si sarebbe arrischiato a invocare pubblicamente, da un banco delle Nazioni unite, la distruzione di uno Stato legittimo riconosciuto da tutti. Avevo torto. Non rischiava niente e lo sapeva. Ha il petrolio e presto avrà la bomba atomica. Sapeva anche che adesso, dopo gli interventi in Afghanistan e in Iraq e alle prese con le difficoltà economiche, i dirigenti dei paesi democratici non avrebbero osato provocare una grave crisi politica mondiale. Certo, le proteste sono state unanimi, ma senza conseguenze. Nessun paese ha richiamato il suo ambasciatore da Teheran, neanche per una consultazione. Anche il mondo musulmano che Mahmoud Ahmadimejad aspira visibilmente a rappresentare sulla scena politica, come Osama Bin Laden nella clandestinità, non ha reagito. Eppure, tra i bersagli del discorso del leader iraniano c´erano anche diversi dirigenti arabi. No, nessuno, nessuna autorità religiosa musulmana, nessun uomo politico si è dissociato da quell´appello all´omicidio, eccetto… l´Autorità palestinese. Ed è un immenso segno di speranza. A che punto siamo con quel dovere di memoria che ci ripetono da sessant´anni? Che cosa abbiamo imparato dalla vigliaccheria dei nostri genitori negli anni Trenta? Un uomo politico aveva promesso loro la Geenna e avevano creduto che stringendogli la mano a Monaco si sarebbero guadagnati il Paradiso. In mancanza del Paradiso, ci hanno lasciato in eredità dei cimiteri. Politologi e commentatori di ogni campo troveranno sicuramente delle scuse al discorso di Mahmoud Ahmadimejad. Ricorderanno la sua inesperienza, le difficoltà interne, l´inevitabile reazione alla pressione internazionale, alle "provocazioni" americane… Può darsi. Ma per le decine di ebrei iraniani, appartenenti a una delle più antiche comunità ebraiche del mondo, che sono stati sequestrati dalla polizia segreta e di cui non si è più avuta notizia, queste scuse non cambiano niente. Così come non attenuano la sofferenza delle madri israeliane e palestinesi i cui figli stanno morendo nella nuova ondata di violenza suscitata dalle dichiarazioni di Mahmoud Ahmadimejad. Occorre "spazzar via le stimmate del sionismo dalla faccia della terra dell´Islam", dice il presidente iraniano. Noi che non siamo israeliani e magari neppure filoisraeliani e per la maggior parte nemmeno ebrei, non ci sentiamo un po´ sionisti di questi tempi? Amici, uomini politici di destra e di sinistra, intellettuali, semplici cittadini, voi, uomini e donne ammirevoli che incrocio regolarmente durante le manifestazioni in difesa dei diritti umani, contro il razzismo, per la pace, gridate tutti insieme contro questa nuova epidemia che ci minaccia. Un´epidemia più pericolosa dell´influenza aviaria, più tenace di uragani e tsunami: l´epidemia dell´odio. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.