Le omissioni e le faziosità del quotidiano napoletano sulla strage di Hadera e sui proclami di Ahmadinejad
Testata: Il Mattino Data: 27 ottobre 2005 Pagina: 9 Autore: Michele Giorgio - Alberto Zanconato Titolo: «Kamikaze al mercato, strage della Jihad - Il presidente iraniano: cancellare Israele»
Nessun richiamo in prima pagina sul MATTINO di giovedì 27 ottobre 2005 per un fatto gravissimo come le dichiarazioni del "presidente" iraniano
Nella cronaca della strage ad Hadera c’è spazio per tutto, anche per il nome il cognome l’età il volto del terrorsita, tranne che per le vittime israeliane. Chi erano? E' un'informazione che non deve essere mai fornita, aquanto pare Nel sottotitolo di questo articolo, i redattori, riprendendo un passaggio del testo di Michele Giorgio, "l’attentatore viola il Muro".Il famoso, e inesistente, "Muro dell'apartheid". Evocarlo qui è un modo di suggerire che la barriera non garantisce la sicurezza (la migliora moltissimo, quanto meno) e di conferire implicitamente a un atto criminale l'aura di una rivolta contro l'ingiustizia e di una "lotta per la libertà"
Di seguito l'articolo di Giorgio: Gerusalemme. È un militante della Jihad Islamica, Hassan Abu Zeid, 20 anni, residente a Qabatiyeh, vicino Jenin (Cisgiordania), l’attentore suicida che ieri si è fatto esplodere nella zona del mercato di Hedera uccidendo cinque israeliani e ferendone almeno altri trenta. Si tratta del primo attacco kamikaze compiuto in territorio israeliano dal completamento (12 settembre) del ritiro di soldati e coloni ebrei dalla Striscia di Gaza e conferma la crescente fragilità del cessate il fuoco proclamato dalle organizzazioni palestinesi lo scorso marzo al Cairo. Il presidente palestinese Abu Mazen ha condannato l'accaduto, affermando che «gli attacchi palestinesi con razzi a partire da Gaza e l'attacco suicida di Hedera sono una violazione della tregua». Il ministro Saeb Erikat da parte sua ha detto «non vogliamo che questo attacco metta a rischio il cessate il fuoco fra le due parti. Alla fine della giornata, la violenza alimenta altra violenza». Parole che difficilmente lasceranno soddisfatto il governo del premier israeliano Ariel Sharon che da tempo chiede il disarmo, anche con la forza, dei gruppi armati dell’Intifada. L'esplosione è avvenuta presso un venditore di felafel – almeno altri sei banchi sono stati polverizzati dalla deflagrazione - non lontano da un affollato capolinea di autobus, nel mercato di Hedera, una cittadina ad una cinquantina di chilometri a nord di Tel Aviv. Il kamikaze, superando il muro costruito da Israele in Cisgiordania, è riuscito ad arrivare indisturbato fino al centro di Hedera nonostante le pattuglie della polizia che presidiano tutta la zona. Un particolare sul quale gli inquirenti stanno lavorando sin dai primi momenti successivi all’attentato. Negli ospedali ieri sera i medici erano impegnati con tutte le loro forze a salvare la vita ad alcuni dei feriti ricoverati in condizioni disperate. Rivendicando l’azione la Jihad Islamica ha detto di aver voluto vendicare l’uccisione di Loai Saadi, il leader dell'ala militare del gruppo in Cisgiordania, morto lunedì durante scontri a fuoco con unità speciali dell'esercito israeliano nel campo profughi di Tulkarem. Ieri peraltro cadeva anche il decimo anniversario dell'assassinio del leader e fondatore della Jihad Islamica palestinese, Fathi Shekaki, freddato all'esterno di un hotel di Malta in un'operazione attribuita al Mossad israeliano. Le fazioni armate palestinesi hanno accettato una tregua lo scorso marzo. Da allora il livello di violenza nel conflitto israelo-palestinese si è notevolmente ridimensionato. Negli ultimi tempi tuttavia la tensione è tornatae: Israele ha ripreso le sue incursioni nei centri palestinesi in Cisgiordania e i militanti dell’Intifada hanno lanciato attacchi in cui sono rimasti uccisi diversi israeliani. La Jihad Islamica in particolare è considerata responsabile di tutti e quattro gli attentati che hanno rotto la tregua. Nell'ultimo attentato suicida in Israele, lo scorso 28 agosto a Beersheba (Neghev), era rimasto ucciso solo il kamikaze. In luglio, invece, un'altra azione suicida in un centro commerciale di Netanya aveva ucciso altri cinque israeliani. Intanto ieri il ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz, in visita al Cairo, ha espresso inquietudine per una eventuale vittoria di Hamas alle prossime elezioni legislative palestinesi (25 gennaio 2006) e ha ribadito il rifiuto categorico di Israele a dialogare con il movimento islamico palestinese. «Noi crediamo che Hamas si stia preparando per diventare un'alternativa all'Autorità nazionale palestinese - ha detto - Israele non interverrà nelle elezioni ma non avrà contatti con chi programma ogni giorno nuovi attentati». Ieri il leader di Hamas a Gaza, Mahmud Zahar, ha minacciato sequestri di cittadini israeliani da scambiare con i palestinesi detenuti dallo Stato ebraico. Il presidente iraniano Ahmadnejad, nel sottotitolo dell'articolo dedicato alle sue dichiarazioni genocide viene deinito duro ("Il presidente iraniano: cancellare Israele", suona il titolo e "Ahmadinejad duro: il sionismo sostenuto da potenze arroganti", il sosttotitolo. "Duro"?
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