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Il Foglio Rassegna Stampa
11.10.2005 Israele offre aiuto al Pakistan
che ha già accettato i soccorsi indiani

Testata: Il Foglio
Data: 11 ottobre 2005
Pagina: 3
Autore: un giornalista
Titolo: «Musharraf accetta aiuti dall’India e riflette sull’offerta di Israele»
IL FOGLIO di martedì 11 ottobre 2005 pubblica un articolo sugli aiuti indiani accettati dal Pakistan e su quelli offerti da Israele.

Ecco il testo:

Islamabad. "La diplomazia del terremoto" coinvolge più di un paese. Domani il Pakistan riceverà i primi aiuti umanitari dal vicino-nemico indiano, a seguito del forte sisma di sabato. Arriveranno tende, cibo, medicine, lenzuola. Islamabad non ha ancora fatto sapere se accetterà l’aiuto offerto invece da Israele, con cui non ha relazioni diplomatiche ufficiali. Il terremoto ha fatto maggior danno in Pakistan, dove le vittime sarebbero almeno 30 mila, mentre
in India il bilancio è molto inferiore: duemila. Il generale Pervez Musharraf ha fatto appello alla comunità internazionale, dichiarando che il paese ha bisogno di medicine, tende, coperte, dottori, elicotteri e aiuti finanziari per la sistemazione di sopravvissuti e senzatetto. Diversi paesi si sono subito mobilitati: Stati islamici come Giordania, Qatar, Afghanistan, Emirati arabi uniti, Bahrein, Egitto e Turchia, ma anche Unione europea, Stati Uniti, Russia e
Giappone stanno inviando fondi, materiali e personale medico e umanitario; Iran e Siria hanno mandato messaggi di condoglianze e solidarietà. Il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, ha convocato ieri una riunione d’emergenza per programmare un intervento dell’Alleanza. Truppe tedesche appartenenti alle 10 mila unità di peacekeeping in Afghanistan per sorvegliare le elezioni saranno inviate in Pakistan. L’epicentro del sisma è stato rilevato nel Kashmir, regione contesa dai due paesi fin dal 1947, anno della fine del dominio britannico. Sia Islamabad sia Nuova Delhi reclamano la sovranità sull’intera area himalayana. L’India accusa il Pakistan di aver fomentato la rivolta islamica nel Kashmir indiano contro il governo centrale. Islamabad nega. Tra i due paesi, da circa venti mesi, è in corso un lento "processo di pace", sulla via della normalizzazione delle relazioni diplomatiche. A prova del miglioramento dei rapporti, sabato, il premier indiano, Manmohan Singh, ha telefonato a Musharraf, offrendo collaborazione. Un gesto che, assieme alla risposta positiva di Islamabad, potrebbe dare una nuova svolta al "processo di pace". Si era già parlato di "diplomazia del terremoto" tra i due vicini-nemici quattro anni fa, quando lo Stato indiano del Gujarat fu colpito da un altro forte sisma che causò moltissime vittime. L’allora primo ministro indiano, Atal Behari Vajpayee, che per anni aveva rifiutato d’incontrare e parlare con Musharraf, ricevette una telefonata dal generale. Poco dopo, gli aeroplani pachistani, carichi di tende e coperte, atterrarono nel paese. Secondo alcuni commentatori indiani, oggi, però, per il Pakistan accettare gli aiuti rappresenta una debacle pubblica: significa dimostrare la propria incapacità
a gestire la situazione d’emergenza proprio nella regione contesa. Anche Israele ha messo a disposizione il suo know-how in materia di catastrofi naturali, con una lettera del ministro degli Esteri, Silvan Shalom, alla sua controparte pachistana, Khurshid M. Kasuri. I due paesi non hanno nessun tipo di relazione formale. Eppure, da qualche settimana la situazione è cambiata. In occasione della sessione dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, il mese scorso, e soprattutto a ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza completato, il premier Ariel Sharon e il generale Musharraf si sono stretti la mano e hanno parlato. Pochi giorni prima, il ministro degli Esteri Shalom aveva incontrato a Istanbul un alto funzionario d’Islamabad. Israele aveva offerto collaborazione, poi rifiutata, anche all’Iran, nel 2003, in occasione del terremoto di Bam, e ha inviato aiuti umanitari all’Indonesia colpita dallo tsunami. Tra il più grande paese islamico del mondo e Israele non esistono rapporti ufficiali, ma ci sarebbe stato un riavvicinamento in occasione della scorsa riunione delle Nazioni Unite.
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