La costituzione irachena e i danni che l'Onu non rinuncia a fare in vista del referendum per l'approvazione della Carta
Testata: Il Foglio Data: 06 ottobre 2005 Pagina: 3 Autore: un giornalista Titolo: «Se Zarqawi scrive la costituzione»
IL FOGLIO di giovedì 6 ottobre 2005 pubblica a pagina 3 l'editoriale "Se Zarqawi scrive la costituzione", che riportiamo: Non è facile scrivere una Costituzione che sappia superare la ratifica del voto popolare e ancor più disegnare regole ed equilibri che tengano conto della variante "terrorismo islamico" e ancor più dover poi vedersi vietare ogni modifica dall’Onu. No, non è facile. In Iraq una norma di garanzia per le minoranze etniche rischiava di trasformarsi in un favore ai terroristi: per questo domenica era stata cambiata, ma ieri il Parlamento ha riportato tutto com’era, dopo giorni di critiche da parte di Annan, ora gongolante per aver avuto la meglio. Era stato stabilito due anni fa che la Costituzione sarebbe stata cassata a fronte del voto negativo di tre province su 18. Una norma di garanzia per i curdi – che controllano tre province – e per gli sciiti, la cui alleanza è il baricentro del processo democratico; i sunniti non curdi non hanno la maggioranza assoluta in tre province, neanche in teoria. Alla vigilia del voto, è apparso chiaro che quel meccanismo federalista può essere usato surrettiziamente da Zarqawi e da destabilizzatori vari per truccare la consultazione. Basta che i terroristi si scatenino contro i votanti nelle tre province del "triangolo sunnita", che colpiscano, come stanno colpendo, i tanti sciiti che vi abitano (a Baghdad sono il 30-40 per cento), che la percentuale dei partecipanti al voto non superi il 20-30 per cento, e scatta un veto che fa precipitare il paese nel caos. Per rimediare, il governo iracheno aveva introdotto un’"interpretazione autentica" per far scattare il veto di tre province solo a fronte di una maggioranza negativa non dei votanti, ma degli aventi diritto. L’Onu, che dopo l’uccisione di Sergio Viera de Mello poco o nulla ha fatto per l’Iraq, ha censurato il governo. Il problema democratico è reale, ma può e dev’essere affrontato e risolto solo se si forma una "Coalition of Willings" che faccia quello che l’Onu non si sogna di fare: elaborare una dottrina costituente che si doti di criteri in grado di disegnare istituzioni in paesi in cui il terrorismo islamico è realtà cronica (come l’Algeria e l’Afghanistan). Bacchettare gli iracheni standosene al caldo nel Palazzo di Vetro è l’ultimo gesto cinico di un’istituzione che ha già lucrato dividendi vergognosi sulla fame degli iracheni con "Oil for food". Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.