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La Repubblica Rassegna Stampa
05.10.2005 La necessità della barriera difensiva non è un'invenzione di Israele
come sostiene l'edizione on-line del quotidiano

Testata: La Repubblica
Data: 05 ottobre 2005
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Gerusalemme, quel pezzo di muro che divide la scuola palestinese»
Un articolo pubblicato martedì 4 ottobre 2005 da REPUBBLICA.IT.
Il muro di cemento nella scuola di Anata GERUSALEMME - Il Muro della discordia eretto da Israele ha diviso anche i ragazzi della scuola di Anata, un villaggio che sorge sul confine tra Gerusalemme e Cisgiordania. Una barriera di cemento che corre proprio lungo la frontiera, e divide l'edificio scolastico palestinese in due parti: da un lato le classi, dall'altro il cortile. Già nelle scorse settimane un gruppo di ragazzi palestinesi, per protesta, ha buttato giù una sezione del muro. Ma la barriera di cemento rimane, e divide i campi di gioco della scuola.

Israele sostiene la necessità dell'esistenza del muro per difendersi da potenziali kamikaze.
Israele "sostiene" ? Forse che il terrorismo suicida non esiste ? Forse che gli attentati non sono diminuiti dopo la costruzione della barriera ? Quella che viene riferita come una tesi israeliana, nel migliore dei casi opinabile, nel peggiore consapevolmente falsa, è invece un semplice un dato di fatto.

I palestinesi invece si sono opposti alla costruzione del muro appellandosi al parere, non vincolante, espresso il 9 luglio 2004 dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aja, secondo la quale una barriera di separazione all'interno e intorno alla Cisgiordania è illegale. Nel documento la Corte contesta la tesi difensiva di Israele, cioè che il muro viene costruito per ragioni di autodifesa dagli attacchi terroristici. Dello stesso avviso una risoluzione dell'assemblea generale dell'Onu che, poche settimane dopo, ha chiesto lo smantellamento della barriera di sicurezza.

I lavori per la costruzione della barriera, voluta da Israele a ridosso della linea di demarcazione lungo il confine con la Cisgiordania, sono cominciati nel giugno del 2003. Sono stati creati lunghi tratti di reticolati, alternati da muri di cemento alti fino a otto metri, con telecamere e avanzati sistemi di allarme elettronico per impedire infiltrazioni di terroristi nello Stato ebraico.

I tratti in muratura hanno lo scopo di impedire il fuoco di armi leggere contro alcuni centri abitati dal territorio cisgiordano. Lungo la barriera è prevista una complicata serie di varchi e di postazioni difensive. A opera compiuta dovrebbe essere un sofisticato recinto di circa 700 chilometri, un'ottantina dei quali eretti attorno a Gerusalemme. Una parte includerà la parte orientale araba della città santa, che i palestinesi vogliono sia la capitale del loro futuro Stato.
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