Qualsiasi barbarie commetta, Hamas resta credibile, e resta il "movimento islamico palestinese" per il settimanale diretto da Giovanni De Mauro
Testata: Internazionale Data: 30 settembre 2005 Pagina: 17 Autore: la redazione - Amira Hass Titolo: «Notizie dal Medio Oriente»
INTERNAZIONALE della settimana tra il 30 settembre e il 6 ottobre pubblica a pagina 17 la rubrica Medio Oriente.
Nel trafiletto "Strategia irachena", sull'omicidio di Sasson Nuriel, leggiamo Secondo Hamas, Nuriel che abitava nella colonia ebraica di Pisgat Zeev, anord di Gerusalemme, era un agente dei servizi segreti israeliani (Shin Beth) La smentita israeliana della menzogna di Hamas, che, come aveva in precedenza annunciato, si è limitata a rapire un israeliano scelto a caso, non è riportata.
Nemmeno viene contestata la "giustificazione" dell'omicidio fornita dall'organizzazione terroristica che sostiene di aver rapito Nuriel per scambiarlo con alcuni prigionieri palestinesi e di essere stata costretta a ucciderlo dopo l'aggravarsi della situazione in Cisgiordania Nemmeno di fronte al barbaro assassinio di Nuriel il settimanale deflette dalla sua linea, Hamas resta il movimento islamico palestinese Nell'articolo "Tensione a Gaza", sempre a pagina 17 leggiamo: Cinque israeliani sono rimasti feriti nel lancio di circa 21 missili palestinesi contro la città di Sderot, nel sud di Israele. Hamas e la Jihad islamica hanno rivendicato gli attacchi, che sono una rappresaglia per i 15 palestinesi uccisi da un'espolsione a Jablliya durante una parata che celebrava il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza. Secondo imovimenti radicali palestinesi, l'esposione è stata organizzata dall'esercito israeliano. Israele respinge tutte le accuse. INTERNAZIONALE omette un'informazione essenziale: l'inchiesta dell'Anp sulla strage ha escluso responsabilità israeliane e ha accusato apertamante la stessa Hamas. Inoltre scrivere (usando l'indicativo) che i lanci di razzi kassam "SONO una rappresaglia per i 15 palestinesi uccisi" significa presupporre una responsabilità israeliana nella loro morte e accettare come oggettiva la posizione di Hamas.
Nella sua conclusione l'articolo pone un collegamento tra il rinvio dell'incontro tra Abu Mazen e Sharon, in realtà annunciato tempo prima, e la risposta israeliana al terrorismo.
Nell'articolo "In una riserva" Amira Hass, ignorando i motivi di sicurezza che giustificano le limitazioni alla libera circolazione tra Israele e territori e all'interno dei territori stessi, accusa Sharon di voler costruire dei "bantustan" per i palestinesi.
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