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Il Foglio Rassegna Stampa
29.09.2005 Fermare i finanziamenti ad Hamas
come l'America chiede all'Europa

Testata: Il Foglio
Data: 29 settembre 2005
Pagina: 3
Autore: un giornalista
Titolo: «Hamasland e i quattrini europei»
IL FOGLIO di mercoledì 29 settembre pubblica un editoriale sulla minaccia che Hamas rappresenta per palestiensi, israeliani, europei e americani e sulla necessità di bloccare i finanziamenti che la raggiungono.

Ecco il testo:

Dopo il ritiro di Sharon da Gaza, la prima minaccia per gli israeliani, per i palestinesi che vogliono vivere in pace nella loro nazione a fianco dello Stato ebraico, per la regione mediorientale, e dunque anche per gli europei e gli americani si chiama Hamas. Il gruppo terrorista, negli ultimi giorni, ha lanciato una ventina di razzi su villaggi israeliani, fatto strage di palestinesi innocenti trasportando materiale esplosivo, mostrato un video stile Zarqawi con un ostaggio israeliano poi trucidato, come le centinaia di vittime dell’Intifada. Hamas dunque è la minaccia e questa è la guerra al terrorismo. Una guerra che Israele fa da anni in solitudine o quasi, pagando sulla sua pelle, con il solo vero appoggio americano; che i palestinesi devono iniziare a fare se vogliono uno Stato e non una zona franca e feroce del terrore e dei clan di banditi; che gli europei devono iniziare a fare se vogliono aiutare se stessi e i palestinesi che chiedono la pace. Qualcosa si muove nel Vecchio continente. Il ministro dell’Interno Pisanu ha spiegato che intanto si tratta di una guerra e che per di più sarà lunga. Il giorno dopo le sue dichiarazioni, arriva in Italia il sottosegretario al Tesoro americano, Stuart Levey, impegnato nel contrasto alla finanza del terrore. Dopo aver lodato la collaborazione "molto, molto buona" tra Stati Uniti e Italia (grazie alla quale Hamas è nella lista nera dell’Ue), ha ricordato al resto d’Europa che molto è ancora da fare: primo, anche Hezbollah merita di essere messo al bando; secondo, si deve bloccare completamente il flusso dei finanziamenti diretti a Hamas. Su questo punto Bruxelles può e deve agire subito, anche per smentire quelle voci di contrasti tra paesi del Vecchio continente sul trattamento da riservare al gruppo palestinese, con diplomazie (per esempio quella francese) pronte a rivedere la messa al bando di Hamas, magari di fronte a un qualche risultato elettorale della milizia del terrore.
Ieri il commissario europeo alla Giustizia, Franco Frattini, ha detto che condivide "le preoccupazioni di Pisanu. Il terrorismo non si fermerà e noi dobbiamo imparare a convivere con questa minaccia tremenda". Dall’America e dalle parole di Levey viene un saggio consiglio per Bruxelles e dintorni: magari quella minaccia è bene renderla sempre meno tremenda, riconoscendo che, seppur nuovo, c’è un conflitto vero e che è fondamentale tagliare i fondi al nemico, al nemico che ha dichiarato guerra a noi, alla pace e alla stabilità.
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