Hamas sgozza un israeliano, la domanda più popolare è. "quale sarà ora la terribile reazione di Israele?" rassegna di quotidiani
Testata:Avvenire - Europa - Il Sole 24 Ore - Il Mattino - ll Manifesto - Il Messaggero Autore: Barbara Uglietti - un giornalista - la redazione - Michele Giorgio - Michelangelo Cocco - un giornalista Titolo: «Svolta «irachena» di Hamas Video dell’ostaggio ucciso - Hamas sceglie i sequestri - Hamas diffonde le immagini dell'israeliano rapito e giustiziato - Giustiziato da Hamas l’israeliano rapito - Gaza, dopo il ritiro escalation irachena»
AVVENIRE di mercoledì 28 settembre 2005 pubblica a pagina 15 un articolo di Barbara Uglietti "Svolta «irachena» di Hamas Video dell’ostaggio ucciso". Il barbaro assassinio dinuriel Sasson non basta alla Uglietti per chimare i membri di Hamas "terroristi". Qualsiasi nefandezza commettano restano "militanti". D'altronde, qual'è la principale preoccupazione della giornalista dopo il delitto di Hamas e l'annuncio che altri ne seguiranno? Questa: "è facile immaginare come lo Stato ebraico reagirà al video di Sasson Nuriel, 50 anni, commerciante di dolciumi rapito e ucciso dai miliziani in Cisgiordania". E chi era Sasson ? Un "colono" che i militanti di Hamas avavano "catturato". Grande rilievo è dato alla versione di Hamas: il rapimento effettuato per attuare uno "scambio di prigionieri" con Israele ela sua successiva degenerazione in seguito agli arresti dei dirigenti dell'organizzazione operata da Israele. Nonostante i lanci di razzi qassam degli ultimi giorni, il rapimento, seguito ade splicite minacce di adottare tale pratica, e il fatto che sono sati proprio gli ultimi arresti a permettere il ritrovamento del corpo della vittima, la Uglietti accrdita la tesi che Hamas fosse disposta a una "tregua" con Israele.
Ecco il testo: L'ostaggio è bendato, legato, terrorizzato; ripete le frasi dei rapitori, chiede pietà. La patente appoggiata su una gamba. Alle sue spalle una bandiera verde. No, niente Baghdad, questa è Hamas. Il gruppo militante palestinese, proprio quando sembrava aver imboccato una strada diversa, annunciando la fine dei lanci di razzi Qassam contro Israele, ha fatto la mossa peggiore, compromettendo con un orrore di stampo iracheno l'opportunità che si era appena aperta con la vittoria premier israeliano Ariel Sharon al Likud. Quella vittoria è anche la sconfitta di una visione ultra-nazionalista che Israele sembra pronto a lasciarsi le spalle; è una possibilità in più per l'Anp. "Era", perché è facile immaginare come lo Stato ebraico reagirà al video di Sasson Nuriel, 50 anni, commerciante di dolciumi rapito e ucciso dai miliziani in Cisgiordania. Il colono era stato catturato settimana scorsa e due giorni fa l'esercito era entrato a Ramallah per recuperare il suo cadavere. Ieri la rivendicazione delle Brigate Ezzedin al-Qassam (il braccio armato di Hamas), poi una foto pubblicata in Internet, poi il filmato di 11 secondi recapitato alle televisioni di Gaza. In Israele, Nuriel era conosciuto come un padre di tre figli che tutti i giorni andava a lavorare in uno stabilimento di caramelle di Mishor Adumin, in Cisgiordania, per tornare la sera. Secondo i miliziani, invece, era un agente dello Shin Bet (i servizi segreti israeliani), cosa categoricamente esclusa dalle autorità ebraiche. Nel comunicato, le Brigate Ezzedin hanno "spiegato" che il rapimento era stato deciso per negoziare il rilascio di alcuni palestinesi detenuti in Israele e che poi «i piani sono cambiati quando sono iniziate le retate in Cisgiordania» (negli ultimi giorni sono stati arrestati quasi 400 presunti attivisti di Hamas e Jihad). Hanno anche detto che il sequestro è solo il «primo di una serie». Del resto, Hamas ha già fatto molta "pratica" in materia: rapimenti e uccisioni hanno segnato la storia di tutta la prima Intifada. Forse anche della seconda. Perché le cose parevano destinate a prendere una piega diversa: l'ala politica di Hamas, interessata ad accreditarsi come interlocutore credibile alle elezioni di gennaio, negli ultimi giorni sembrava prevalere. Impegnata anche a recuperare consensi tra la gente dopo l'esplosione di settimana scorsa a Jabaliya (attribuita ora con certezza ad Hamas: l'Anp, ieri, ha appurato che sui corpi delle 20 vittime c'erano schegge di armi palestinesi), aveva raccolto persino timide aperture da parte della comunità internazionale, che non aveva escluso la possibilità di una partecipazione dell'organizzazione fondamentalista alle prossime legislative. Inoltre, proprio ieri, anche tutti gli altri principali gruppi armati, sulla scia di Hamas, avevano concordato il rispetto della tregua con Israele (decisa a inizio anno in vista del ritiro) e la fine degli attacchi dalla Striscia. «Nell'interesse del nostro popolo, tutte le fazioni si sono messe d'accordo per porre fine alle operazioni di resistenza armata», aveva detto Ibrahim Abu al-Nadja, presidente del Comitato delle fazioni. E l'accordo era stato ratificato anche dalla Jihad islamica. Israele aveva reagito con scetticismo all'annuncio dei gruppi (peraltro "smentito", subito dopo, dal lancio di un Qassam). E il ministro della Difesa israeliano, Shaul Mofaz, si era limitato a dirsi «non soddisfatto». Ma dopo la diffusione del video di Nuriel, il governo Sharon ha promesso solo «nessuna pietà». In serata, l'artiglieria israeliana, per la prima volta dal completamento del ritiro, ha tirato cannonate su Gaza. Per EUROPA, nell'articolo pubblicato in prima pagina " Hamas sceglie i sequestri" le affermazioni del gruppo etrroristico sarebebro "precisazioni", dunque autorevoli e credibili. Hamas, ci informa il quotidiano della Margherita, non vava mai prima fatto uso dei sequestri. Affermazione falsa: qualcuno ricoprda il rapimento del soldato israeliano Wachsmann, che Hamas voleva scambiare con lo sceicco Yassin? comunque, ci rassicura EUROPA, il fatto che Hamas scelga metodi simili a quelli di Al Qaeda in Iraq, non significa che il gruppo sia entrato a far parte del fronte "jihadista". A noi sembrava che ne abbia sempre fatto parte, ma non tenevamo conto del peculiare significato attribuito alle parole dal quotidiano. Chi, sia pure in nome dell'islam, si limita ad uccidere israeliani non può essere considerato un terrorista jihadista.
Di seguito, l'articolo: La scena è purtroppo familiare: un uomo bendato e ammanettato che si dispera invano davanti alla telecamera. Questa volta, però, le immagini non arrivano dal fronte iracheno: la bandiera dietro il prigioniero, un civile israeliano, è quella di Hamas. Cambia lo scenario, ma identica è la sorte dell’ostaggio: la vittima si chiamava Sasson Nuriel ed era un uomo d’affari israeliano. Il suo corpo è stato ritrovato lunedì nei pressi di Ramallah. Nel comunicato di rivendicazione, Hamas ha precisato di aver rapito Nuriel – ritenuto un agente dei servizi segreti israeliani – con l’intenzione di proporre a Sharon uno scambio con i prigionieri palestinesi. Ma che, dopo l’ondata di arresti contro gli attivisti di Hamas, il gruppo abbia deciso invece di giustiziare l’uomo. Per l’organizzazione armata palestinese si tratta del primo sequestro: mai prima aveva utilizzato la strategia degli ostaggi e dei messaggi filmati. Ma con il vuoto lasciato dal ritiro israeliano - che Hamas rivendica coma una vittoria della lotta armata – e con la debolezza delle forze di sicurezza dell’Anp, la posta in gioco è alta e il gruppo ha bisogno di visibilità per reclamare la leadership. La Jihad islamica è arrivata in Palestina? Sono gli stessi esponenti di Hamas a dire di no, sostenendo che la loro lotta è diretta solo verso Israele. Il gruppo ha sempre preso le distanze da al-Qaeda e non ha mai arruolato combattenti stranieri. E almeno finora si era sempre tenuto alla larga dai sequestri. Il SOLE 24 ORE pubblica a pagina 8 un articolo, ripreso da Reuters, dal titolo "Hamas diffonde le immagini dell'israeliano rapito e giustiziato". "Giustiziato" ? Non si trattava di un criminale condannato a morte da un'autorità giudiziaria, ma di un innocente caduto nelle mani di un gruppo terroristico. I termini adeguati, dunque, sono "ucciso" e "assassinato", non "giustiziato"
Anche per IL MATTINO Nuriel Sasson sarebbe stato "giustiziato". Così l'articolo di Michele Giorgio "Giustiziato da Hamas l’israeliano rapito", che si distingue anche per il credito dato alle affermazioni di Hamas secondo lei quali la vittima, in realtà un commerciante, avrebbe fatto parte dei servizi di sicurezza israeliani.
Ecco il testo: Gerusalemme. Doveva essere il giorno di Ariel Sharon, uscito a sorpresa vincitore dal confronto con il rivale Benyamin Netanyahu al Comitato centrale del Likud, il partito della destra israeliana. Ieri invece è stato Hamas a catturare l’attenzione. L’ala militare del movimento islamico ha diffuso un video di Sasson Nuriel, il 51enne uomo d'affari israeliano ritrovato morto lunedì vicino a Ramallah, del quale aveva rivendicato sequestro e omicidio. In un apparente sviluppo «iracheno» della sua strategia, Hamas ha ripreso in video l'uomo bendato, mentre supplica che gli venga risparmiata la vita. Nel filmato Nuriel è mostrato seduto, mentre alle sue spalle campeggia una bandiera islamica di colore verde. Le sue mani sono legate dietro la schiena, bendato, vestito con un abito sempre di colore verde. Sulla sua gamba è appoggiata quella che sembra essere la sua patente di guida. «Rilasciate dal carcere i bambini e i ragazzi (palestinesi)», dice Sasson Nuriel nel filmato, parlando in un arabo stentato. Poi la minaccia del gruppo armato di Hamas, che avverte che sono prevedibili altri rapimenti di israeliani, allo scopo di ottenere la liberazione di prigionieri palestinesi. Ma chi era Nuriel Sasson? Perché è stato scelto proprio lui? Le Brigate Ezzedin al-Qassam - il braccio armato di Hamas - hanno sostenuto che l'ostaggio fosse in realtà un agente dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano. Commerciante di dolciumi, la mattina era solito recarsi presto nel suo stabilimento. Che lavorasse anche come informatore, è stato negato dalle autorità israeliane. La sua scomparsa risale a mercoledì scorso, quando si trovava nella zona industriale compresa fra Gerusalemme e Ramallah. Sulla vicenda trapelata su Internet, Israele aveva imposto subito il silenzio stampa, nel tentativo di condurre indagini nella massima discrezione. «Cercavamo di scambiare ostaggi sionisti con la liberazione dei prigionieri palestinesi - si legge nel comunicato di rivendicazione delle Brigate Ezzedim al-Qassam - ma la campagna di arresti in Cisgiordania ci ha imposto di ucciderlo». Il clima ora si è fatto rovente e di fronte a quest’ultimo sviluppo il ministro della Difesa, Shaul Mofaz, ha avvertito che i dirigenti attuali di Hamas - Mahmud Zahar e Ismail Hanye - rischiano di «raggiungere Abdel Aziz Rantisi e Ahmed Yassin» (i due leader del movimento islamico uccisi lo scorso anno da razzi israeliani). «Se non ci sarà calma nelle nostre città - ha detto il ministro - non ci sarà calma nemmeno per i capi terroristi». Qualora dovessero continuare gli attacchi con razzi, ha ribadito, rischierebbero senz'altro una esecuzione mirata. Così come è avvenuto tre giorni fa a Gaza a uno dei comandanti militari della Jihad islamica. E in serata l’esercito israeliano ha prima cannoneggiato alcune zone della Striscia di Gaza, poi con un raid aereo ha colpito una sede di Al Fatah senza provocare vittime, ma innescando un blackout totale nella notte a Gaza. In realtà ieri le cellule armate di Hamas erano tornate a colpire proprio mentre a Gaza l’organizzazione islamica si era detta pronta a rispettare il cessate il fuoco con Israele. Domenica sera il leader di Hamas a Gaza aveva annunciato la cessazione dei lanci di razzi artigianali Qassam contro Sderot e altre cittadine israeliane vicine a Gaza. Un passo che a molti era apparso una ammissione di sconfitta da parte del movimento islamico messo sotto pressione dalle forze armate israeliane che hanno anche effettuato 379 arresti di attivisti di Hamas, tra cui due dirigenti di primo piano: Hassan Yusef e Mohammed Ghazal, e della Jihad Islamica. Su IL MANIFESTO, nell'articolo "Gaza, dopo il ritiro escalation irachena" Mchelangelo Cocco si concentra sulla descrizione delle operazioni militari a Gaza e sulle possibili repliche israeliane, preventivamente qualificate come "spietate", all'offensiva di Hamas. Giorgio dà anche moto credito al collegamento istituito da Hamas, tra il rapimento e l'omicidio del civile israeliano e la risposta di Israele ai lanci di razzi kassam dei giorni scorsi. Omettendo di scrivere che è sato proprio uno dei terroristi rcentemente arrestati a permettere il ritrovamento del corpo della vittima.
Ecco il testo: Gaza bombardata dall'artiglieria e dall'aviazione, centinaia di palestinesi arrestati, pioggia di razzi verso lo Stato ebraico e un ostaggio israeliano mostrato in video prima di essere ucciso, proprio come gli stranieri catturati in Iraq. All'ottimismo seguito al ritiro degli occupanti dalla Striscia sta subentrando una tensione che ieri è salita alle stelle con raid aerei a ripetizione sul territorio «liberato», minacce di morte dispensate dal ministro della difesa, Shaul Mofaz, ai dirigenti di Hamas e la consegna alle agenzie si stampa internazionali di un macabro filmato con il quale gli islamisti hanno rivendicano l'assassinio di Sasson Nuriel, il 55enne israeliano il cui cadavere era stato rinvenuto lunedì poco fuori Ramallah. Nelle immagini ottenute dalla Reuters - undici secondi in tutto - Nuriel, un colono dell'insediamento di Pisgat Zeev (Gerusalemme), è bendato, ha i polsi legati dietro la schiena, alle spalle la bandiera verde di Hamas e mormora, in un arabo stentato: «Rilasciate i bambini e i ragazzi», cioè i giovani palestinesi prigionieri delle autorità d'occupazione. L'uomo, un industriale rapito mercoledì scorso a Gerusalemme, secondo Ezzedine al Qassam - braccio armato di Hamas - era una spia dello Shin Bet. «Eravamo pronti a scambiare l'ostaggio sionista con prigionieri palestinesi, ma la campagna di arresti portata avanti dalle forze d'occupazione in Cisgiordania ci ha costretti ad ucciderlo», recita il comunicato del movimento islamico che promette anche altri sequestri. Hamas denuncia che la cattura di militanti islamici - 82 all'alba di ieri, circa 400 negli ultimi tre giorni - mira a indebolire il partito in vista del voto amministrativo di domani e delle legislative del gennaio prossimo. «Non hanno arrestato solo candidati, ma anche leader a cui avevamo assegnato il compito di partecipare alla preparazione del processo elettorale», ha denunciato Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas. «Israele sta agendo contro Hamas, perché si tratta di una brutale organizzazione terroristica», ha replicato il portavoce del ministero degli esteri, Mark Regev. Tuttavia il gruppo (il più attivo negli attentati suicidi nelle città israeliane durante la seconda intifada) durante l'escalation degli ultimi giorni ha ripetuto di rimanere fedele alla tregua unilaterale proclamata mesi fa e ha dichiarato di aver sospeso i lanci di razzi Qassam da Gaza che sarebbero sparati soprattutto dai Comitati di resistenza popolare e dalla Jihad islamica.
Ma il premier israeliano, Ariel Sahron, qualche giorno fa aveva dichiarato esplicitamente di voler impedire a tutti i costi che gli islamisti entrino nel parlamento palestinese, proponendosi per la prima volta come forza politica (Hamas è stato finora essenzialmente un movimento confessionale, assistenzialistico e guerrigliero) alternativa alla rappresentanza del Fatah, il partito del presidente Abu Mazen.
Anche Mofaz, che ieri ha raggiunto i soldati che dall'esterno della Striscia hanno martellato con l'artiglieria Gaza, ha preferito gettare benzina sul fuoco: «Se non otterremo la calma non daremo tregua alle organizzazioni terroristiche», ha detto prima di passare alle minacce di morte. «Se Zahar o Haniya (dirigenti di Hamas, ndr) continueranno a sparare razzi Qassam, li manderemo nello stesso posto dove si trovano Yassin e Rantisi», cioè al camposanto, essendo questi ultimi due leader stati assassinati con «esecuzioni mirate». A suon di missili e bombe l'ex generale Sharon - appena uscito vincitore dal confronto sulle primarie del suo partito - sta mandando due messaggi molto chiari, uno al Likud e l'altro ai palestinesi. Ai nemici di sempre spiega che a ogni razzo lanciato da Gaza dopo il ritiro le tsahal (le forze di difesa dello Stato ebraico) risponderanno con la massima fermezza, se necessario anche invadendo il territorio «liberato». All'opposizione interna sulla quale ha appena prevalso e al suo leader Netanyahu dimostra di non essere meno spietato dei suoi rivali contro l'intifada palestinese. IL MESSAGGERO on line (http://ilmessaggero.caltanet.it/index.php?data=20050927&ediz=01_NAZIONALE&grpag=pagine/ESTERI&pag=0&ps=0&vis=G&tt=) pubblica il 28-09-05 pubblica un articolo che passa in secondo piano la notizia dell'assassinio del cittadino israeliano concentrandosi, citando anonimi "analisti israeliani", (qualche nome sarebbe stato bene scriverlo) che l'offensiva terroristica di Hamas serva agli "interessi" di Sharon.
Ecco il testo: Con la sconfitta dei suoi oppositori, Sharon riprende fiato e nei giorni a venire sarà possibile capire cosa intende fare con i palestinesi. Un analista israeliano , dalle colonne del centrista Maariv , ha riconosciuto che Hamas non aveva alcun interesse a innescare un nuovo meccanismo di conflitto armato proprio mentre sta cercando di accreditarsi come movimento politico. Il movimento nell'attribuire a Israele la strage della settimana scorsa durante il comizio, e poi nel lanciare una pioggia di razzi kassam mai vista sul territorio israeliano, ha fatto il gioco del premier e dei suoi capi militari offrendo loro l'opportunità di scatenare una potenzialmente disastrosa offensiva a larga scala. «Non aspettavano altro», concordano quasi tutti (ma chi ?)i commentatori israeliani per i quali, a questo punto, sarà fatto di tutto per indebolire Hamas non soltanto militarmente ma anche politicamente, tanto che tre suoi candidati per le elezioni parlamentari di gennaio sono tra i militanti arrestati negli ultimi due giorni. Un altro analista israeliano ha rilevato come la ripresa degli scontri ha rafforzato Sharon e la sua "giustificazione" per non riprendere i negoziati, ossia che non c'è, tra i palestinesi, un partner con cui trattare. Europei, Stati Uniti ed Egitto hanno esortato le parti ad abbassare le armi e a ritornare a quella situazione di relativa calma che ha preceduto e seguito il ritiro da Gaza. Hamas ha unilateralmente annunciato di voler rispettare la tregua in atto da dicembre, nella speranza di bloccare la nuova offensiva israeliana, ma Jihad promette vendetta per l'assassinio mirato di uno dei capi militari islamici (per tre volte, esercito e servizi speciali israeliani avevano tentato invano di uccidere Mohammed Scheik Khalil, accusato della morte di una ventina d'israeliani, coloni e militari) e un eventuale attentato suicida, o qualcosa di ugualmente sanguinoso, potrebbe rigettare la regione nel caos. Ieri mattina c'è stata l'ennesima incursione a Gaza e in Cisgiordania, ed è stato trovato il corpo di un commerciante israeliano, Sassan Nuriel, rapito e ucciso da militanti, sembra, di Hamas. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione di Avvenire, Europa, Il Sole 24 Ore , Il Mattino, Il Manifesto e Il Messaggero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita