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Il Mattino Rassegna Stampa
26.09.2005 "Colonie" israeliane in Israele
la geografia politica del quotidiano napoletano è la stessa di Hamas

Testata: Il Mattino
Data: 26 settembre 2005
Pagina: 11
Autore: Roberto Ferri - Michele Giorgio
Titolo: «Nuovi raid israeliani, torna l’incubo a Gaza - Scontro nel Likud, Sharon messo a tacere»
IL MATTINO di domenica 25 settembre 2005 pubblica a pagina 11 l'articolo do Roberto Ferri "Nuovi raid israeliani, torna l’incubo a Gaza".
Il titolo, che pure fa apparire gli israeliani come carnefici che fanno ripiombare Gaza in un incubo (gli abitanti di Sderot, invece, se la ridono), alla fine passa inosservato: l’attenzione è tutta per l’occhiello. Ecco cosa c’è scritto (in merito ad uno dei diversi raid aerei israeliani su Gaza in risposta al lancio di missili contro Israele):

"L’attacco dal cielo deciso in risposta al lancio di razzi Qassam contro colonie ebree del confine".

C’è scritto proprio così: "colonie ebree"! Ma IL MATTINO lo sa che Sderot e il Neghev sono in Israele? IL MATTINO lo sa che a Gaza non c’è più nemmeno una colonia ebraica, nemmeno più un ebreo? O il suo è solo un tentativo, spudorato, di dare qualche attenuante agli attacchi terroristici palestinesi, nel tentativo di ingannare gli ignari lettori? O pensa, al pari dei terroristi palestinesi, che Israele stessa è una grande colonia? Il quotidiano napoletano l’ha sparata davvero grossa, a tal punto che tutto il resto, sul quale ci sarebbe tanto da scrivere, passa in secondo piano. Anche il solito giochetto truffaldino di dare grande risalto alla risposta israeliana e non agli attacchi che l’hanno resa inevitabile.

Ecco il testo:

Gaza. Appena qualche giorno fa i palestinesi della Striscia di Gaza festeggiavano il ritiro da Israele e programmavano il loro futuro. Ieri invece questo lembo di terra ha vissuto una giornata di sangue e tensione ritornando al clima di guerra degli anni passati. Israele, dopo il lancio di decine di razzi Qassam contro i suoi centri abitati adiacenti a Gaza - a Sderot cinque persone sono rimaste ferite - ieri ha dato il via a una serie di raid aerei contro vari obiettivi. Uno, compiuto nel tardo pomeriggio a Zaitun (Gaza city), ha preso di mira due autovetture con a bordo militanti di Hamas, uccidendone quattro (cinque secondo altre fonti). E nella notte altri missili sono stati lanciati da un elicottero israeliano contro la città palestinese di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza. La reazione del movimento islamico è stata rapida. Gli integralisti in un comunicato hanno annunciato che colpiranno Israele «in ogni angolo dei Territori occupati palestinesi». Di fronte ai raid aerei, il primo ministro palestinese Abu Ala ha lanciato un appello affinchè la comunità internazionale «intervenga per fermare Israele». «La situazione è molto grave - ha affermato - e la responsabilità delle violenze è di Israele». Il vicepremier Nabil Shaath ha condannato duramente il raid aereo a Gaza City definendolo «un atto di aggressione criminale» che minaccia di far deragliare l'accordo di cessate il fuoco. Israele in ogni caso non intende tollerare altri lanci di Qassam contro i suoi centri abitati. Sharon ha convocato ieri sera a Tel Aviv il Consiglio di difesa del governo per fare il punto della situazione e ha fatto sapere che è stato decisa la ripresa delle uccisioni mirate di terroristi e miliziani che attaccano con razzi le colonia israeliane al di là dei confini di Gaza.
Le "colonie israeliane al di là dei confini di Gaza"? Dove, in Israele? Come si vede questa enormità rocorre anche nel testo dell'articolo, non solo nell'occhiello. Incredibile!!!




«L'Autorità nazionale palestinese deve agire» ha detto una fonte governativa «Abu Mazen deve decidere se vuole restare al potere o se preferisce che sia Hamas ad assumerlo». In mattinata il ministro della difesa Shaul Mofaz ha ordinato all'esercito di spostare le sue truppe a ridosso del confine nord di Gaza, nell'eventualità di sferrare un'operazione militare via terra sul territorio palestinese. L'escalation era cominciata venerdì pomeriggio, quando una quindicina di palestinesi erano stati uccisi da una misteriosa esplosione avvenuta nel campo profughi di Jabalya (Gaza), durante un raduno di Hamas. Ieri c'erano circa ventimila persone ai funerali delle vittime e a tratti hanno scandito slogan in sostegno di azioni di rappresaglia contro Israele, accusato da Hamas di aver colpito con la sua aviazione il raduno di venerdì a Jabalya. Ma Israele ha più volte negato ogni responsabilità di quella strage che sta arroventando, invece, i rapporti tra Hamas e l'Autorità nazionale palestinese. Hamas sostiene che i suoi automezzi sono stati attaccati da Israele. Il portavoce del ministero degli Interni palestinese Tawfik Abu Khusa, invece, continua a smentire questa versione. «Anche ad agosto - ha ricordato - quando una esplosione sventrò alcune case a Gaza (provocando morti e feriti) Hamas accusò Israele di aver compiuto un attacco aereo, mentre le indagini dimostrarono che la deflagrazione era dovuta ad esplosivi accumulati in un condominio dalla stessa organizzazione». Le accuse di Abu Khusa hanno provocato forte collera fra i dirigenti di Hamas che hanno invitato l'Anp a lottare «contro i collaborazionisti di Israele presenti a Gaza».
Anche lunedì 26 settembre, incredibilmente, si legge sul MATTINO di inesistenti "colonie ebree" in riferimento alle località israeliane colpite dai razzi Qassam sparati dai terroristi palestinesi. La disinformazione perseguita dal quotidiano napoletano è due volte scandalosa: 1- perché le località colpite dai razzi sono sul territorio israeliano, e anche Giorgio lo dice chiaramente nell’articolo; 2- perché si è appena concluso un ritiro israeliano totale dalla Striscia di Gaza che ha azzerato la presenza ebraica in quei luoghi, quindi non si capisce quali sarebbero le colonie colpite.

Perfino le dichiarazioni di Hamas vengono ritoccate (Giorgio scrive: "Hamas ha annunciato lo stop nel lancio di razzi: ‘Il movimento dichiara la fine delle sue operazioni a partire dalla Striscia di Gaza contro l'occupazione israeliana’", ma l’occhiello si inventa le "colonie ebree": "E Hamas annuncia: basta razzi sulle colonie ebree")

Ecco l'articolo, "Scontro nel Likud, Sharon messo a tacere":

Gerusalemme. Questa sera il premier Ariel Sharon deciderà se rimanere nel suo partito, il Likud, o se andare alla scissione e fondare una formazione di centro che potrebbe consentirgli di rimanere a capo del governo anche nella prossima legislatura. I 3 mila membri del Comitato centrale del Likud, riunitosi ieri, sono chiamati a decidere se anticipare a novembre le primarie (previste in primavera) così come chiede Benyamin Netanyahu, il principale rivale di Sharon, che contesta l’avvenuto ritiro di Israele da Gaza. L’apertura del Cc è stata umiliante per il primo ministro che ieri sera non ha potuto pronunciare il suo discorso perché ignoti hanno versato un secchio d'acqua sul sistema elettrico collegato al suo microfono. Sharon, che ha lasciato l’aula infuriato, intendeva chiedere ai delegati di «non spostare il Likud su posizioni estremiste», quelle di Netanyahu, ma anche far presente che nuovi ritiri saranno necessari in Cisgiordania.




Come fa Giorgio a sapere che "Sharon ha lasciato l’aula infuriato"? L’ha visto lui personalmente? E’ un body guard del premier israeliano? Le uniche immagini che ci sono giunte attraverso i mezzi d’informazione mostrano Sharon che saluta la platea e accenna ad un sorriso. Anche IL MATTINO in prima pagina pubblica una foto che ritrae il primo ministro in questo atteggiamento.




A complicare la situazione ci sono l'escalation di violenze a Gaza e i lanci da parte di Hamas di decine di razzi Qassam contro Sderot e altri centri abitati israeliani.
Semmai: A complicare la situazione c’è l’escalation di violenza a Gaza: i lanci da parte di Hamas di decine di razzi Qassam contro Sderot e altri centri abitati israeliani. A leggere Giorgio, invece, i "lanci" sembrano un di più.







Ciò che accade sul terreno, afferma Netanyahu, sono il risultato dell’errore «clamoroso» commesso da Sharon che lasciando Gaza avrebbe consentito il rafforzamento dei gruppi armati dell’Intifada. A questo quadro preoccupante si aggiunge il rinvio dell’incontro, previsto il 2 ottobre, tra Sharon e il presidente palestinese Abu Mazen. Secondo quest’ultimo il meeting deve essere preparato con maggior cura. Secondo un sondaggio pubblicato ieri dal quotidiano israeliano Maariv, il 50,7% dei membri del Cc del Likud sarebbe favorevole ad anticipare le primarie a novembre. Sharon potrebbe contare solo sul 42,3% delle preferenze. Nelle ultime ore dalla parte di Netanyahu si è schierata anche una importante esponente del partito, Limor Livnat, ministro dell’istruzione. Una sconfitta al voto di questa sera equivarrebbe per Sharon a una «destituzione». In questo caso, il premier potrebbe optare per una scissione, con la creazione di un partito centrista, formato da dissidenti dell'ala moderata del Likud, che potrebbe superare - secondo i sondaggi - sia il Likud di Netanyahu che i laburisti di Shimon Peres. Se da un lato non gode più del sostegno del partito, dall’altro Sharon ha sempre il favore della maggioranza del paese. La linea della fermezza di fronte al lancio dei razzi su Sderot, è una delle poche possibilità che il premier ha per recuperare consensi in seno al Likud. Anche con questa esigenza si spiegano le ampie operazioni militari che l’esercito israeliano ha avviato negli ultimi giorni.
E qui Giorgio dimostra tutto il suo strabismo: Israele si difende da attacchi terroristici provenienti dall’esterno "anche" per meri interessi di bottega. Gli interessi di un primo ministro che deve recuperare consensi.
Sharon ha dato l’ordine di usare ogni mezzo per fermare gli estremisti. Continuano inoltre gli «omicidi mirati» di attivisti dell’Intifada. Ieri sera un elicottero ha colpito una automobile a Gaza city – sono morte due persone, tra cui uno dei principali capi militare della Jihad, Mohammed Sheikh Khalil - ripetendo l’attacco di due giorni fa in cui quattri militanti di Hamas erano rimasti uccisi. E in Cisgiordania sabato notte è stata effettuata una vera e propria caccia all'uomo che ha portato all'arresto di 207 palestinesi, presunti appartenenti ad Hamas e alla Jihad islamica.
"una vera caccia all’uomo", che paroloni per descrivere l’arresto di affiliati (per Giorgio, come sempre, "presunti") ai gruppi terroristici palestinesi.




Ma mentre Abu Mazen temeva la ripresa della lotta armata, Hamas ha annunciato lo stop nel lancio di razzi: «Il movimento dichiara la fine delle sue operazioni a partire dalla Striscia di Gaza contro l'occupazione israeliana», ha detto un portavoce. La tensione, almeno sul terreno, potrebbe quindi ricominciare a calare.
Che Giorgio lo faccia presente alle autorità israeliane, in modo che quest’ultime potranno ringraziare i benefattori di Hamas per tanta grazia.

Per finire non poteva mancare la foto intrisa di propaganda – didascalia: "ragazzi palestinesi arrestati dagli israeliani". Non saranno mica i giovani che in questi giorni i soldati israeliani hanno fermato e arrestato perché trasportavano armi? Sì, ma IL MATTINO si guarda bene dal dirlo. Il lettore, ignaro, penserà: che spietati gli israeliani, arrestano ragazzini senza colpe.

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