Terrorismo e antiterrorismo nello stesso calderone la malintesa imparzialità di un certo giornalismo
Testata: Il Messaggero Data: 26 settembre 2005 Pagina: 12 Autore: Eric Salerno Titolo: «Gaza, il pugno duro di Sharon»
IL MESSAGGERO di lunedì 26 settembre 2005 pubblica a pagina 12 un articolo di Eric Salerno sul vertice del Likud e gli ultimi attentati.
Ormai è chiaro. In Israele ci sono il terrorismo e la reazione al terrorismo; chi capisce questo semplice concetto può fare informazione corretta, chi lo occulta sotto la comune denominazione di "violenza" purtroppo no. E’ il caso di Eric Salerno che, per spiegare la violenza mediorientale, è solito ricorrere alla teoria dei vortici, assai in voga negli ambienti del giornalismo progressista "filo-palestinese". Questa teoria ci dice che la violenza è una "spirale", una forza impersonale e metafisica che genera dinamiche conflittuali. Le responsabilità individuali, in tal modo, vengono occultate perché l’"invasamento" della violenza, una sorta di spirito immondo, permette di prescindere dalle intenzioni. Terrorismo e reazione (mirata) al terrorismo vengono in tal modo posti nello stesso calderone: accadono, sono fatalità. O, tutt’al più vanno messe sullo stesso piano, introducendo un’equivalenza morale. Ma entriamo nel merito dell’articolo di oggi - intitolato come da copione "Gaza, il pugno duro di Sharon" - che è un sapiente esercizio di questa "retorica della fornace". Scrive il Nostro: A Gaza e in Cisgiordania c’è stato un pericoloso deterioramento della situazione, con ripetuti attacchi e rastrellamenti israeliani e non meno gravi provocazioni da parte dei gruppi islamici. "Non meno gravi provocazioni": troppa grazia Messer Salerno. Da notare che nell’intero articolo non compare MAI la parola terrorismo. Provocazioni, reazioni, militanti, islamici, risposte armate… C’è tutto l’armamentario della sarabanda negazionista. Prosegue il Nostro: A influire sull’umore del Comitato centrale [del Likud] è venuta l’escalation della violenza in Israele-Palestina cominciata quando tre esponenti di Jihad sono stati uccisi in Cisgiordania da truppe israeliane. Il weekend è proseguito con la prevedibile risposta degli islamici, una pioggia di missili kassam contro Sderot in Israele, seguita da attacchi israeliani a Gaza, un’altra pioggia di kassam, attacchi aerei e d’artiglieria israeliani contro la striscia e l’arresto di 207 "palestinesi ricercati" (…). Poi, a tarda sera, Mahmud al-Zahar, dirigente di Hamas, ha annunciato da Gaza city la fine degli attacchi contro Sderot, cosa che, se vera, dovrebbe far allentare la tensione. Ricapitolando: per Salerno esiste un’"escalation" di violenza. Sono gli israeliani a cominciare, la reazione palestinese è quindi "prevedibile" (!). Segue una serie di "botta e risposta", finché non interviene al-Zahar, leader di Hamas a Gaza, a placare gli animi. Salerno dimentica che da una parte abbiamo il terrorismo, che massacra indiscriminatamente civili innocenti, e dall’altra le esecuzioni mirate, strumento di un paese democratico e sofferente in una guerra di difesa contro il fuoco terroristico.
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