Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Se Hamas vincesse le elzioni del 25 gennaio sarebbe un problema anche per Israele, non solo per Abu Mazen
Testata: Corriere della Sera Data: 18 settembre 2005 Pagina: 13 Autore: Davide Frattini - Alberto Flores D'Arcais Titolo: «Sharon: «Niente voto in Cisgiordania se Hamas non disarma»»
Interessanti le dichiarazioni di Ariel Sharon a New York sulle prossime elezioni palestinesi del 25 gennaio 2006. Hamas al 40% sarà solo un problema per Abu Mazen o anche per Israele ? Riportiamo la corrispondenza di Davide Frattini: DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME — «Se Hamas non rinuncia alle armi, non permetteremo che partecipi alle elezioni palestinesi». Ariel Sharon da New York ha alzato la pressione sull'Autorità di Ramallah. «Senza la nostra cooperazione, è difficile che il voto si possa svolgere. E noi faremo ogni sforzo per non aiutarli: potremmo decidere di non rimuovere check-point e blocchi stradali e di rendere difficile l'accesso ai seggi a Gerusalemme». Saeb Erekat, capo dei negoziatori palestinesi, ha replicato che una interferenza di Israele rischierebbe solo di indebolire il presidente Mahmoud Abbas e rafforzare Hamas («non mettano il naso nei nostri affari interni»). «Dicono di essere l'unico Stato democratico nella regione — ha attaccato un portavoce del movimento fondamentalista — ma combattono la democrazia in Palestina». Per gli americani, che non hanno apprezzato le parole di Sharon, è soprattutto una questione palestinese. «Devono risolvere la contraddizione di questi gruppi che tengono un piede in politica e l'altro nel terrorismo», ha commentato un portavoce della Casa Bianca. I consiglieri del primo ministro israeliano, che il 2 ottobre vedrà Abbas, temono che Hamas nella sfida del 25 gennaio possa raggiungere il 40 per cento («questo ci riporterebbe indietro di dieci anni»). La fazione integralista ha già partecipato con successo al voto municipale tra dicembre e gennaio, ma aveva boicottato le prime elezioni del 1996. I legali del ministero degli Esteri israeliano fanno notare che l'accordo Oslo II (un'intesa di transizione firmata nel 1995 a Taba) indica che alle elezioni palestinesi non possono partecipare partiti che «incitino al razzismo o perseguano i loro obiettivi con mezzi non democratici». Da qui la richiesta che Hamas deponga prima le armi e i suoi leader non invochino più la distruzione di Israele. Nei corridoi del Palazzo di Vetro, Sharon ha sollecitato il premier Tony Blair perché intervenga contro i mandati di arresto che hanno colpito alcuni generali israeliani dopo la denuncia di un'associazione per i diritti umani. «Altrimenti non posso accettare i suoi inviti. Sono un generale anch'io e ho sentito dire che le prigioni britanniche sono molto dure». Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera . Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.