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Il Mattino Rassegna Stampa
17.09.2005 Sharon favorevole a uno Stato palestinese? Una dichiarazione "sorprendente" solo per chi ha voluto ignorare quelle analoghe fatte in passato
come il quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 17 settembre 2005
Pagina: 8
Autore: un giornalista
Titolo: «Sharon: lo Stato è un diritto dei palestinesi»
IL MATTINO di venerdì 16 settembre 2005 pubblica a pagina 8 l'articolo "Sharon: lo Stato è un diritto dei palestinesi". Sorprendente l'occhiello "Dichiarazione a sorpresa del premier israeliano che ribadisce la necessità di porre fine al terrorismo".
Ma Sharon si era già espresso in precedenza a favore della nascita di uno Stato palestinese. La sua non è stata, dunque, una dichiarazione "a sorpresa". Forse è stata soltanto una dichiarazione difficilmente ignorabile, essendo stata presentata all'Assemblea generale dell'Onu. Anche da chi, come il MATTINO, ha voluto attribuire a Israele un' intransigenza che, dimenticando il terrorismo e il rifiuto del compromesso da parte palestinese, l'avrebbe resa responsabile del mancato raggiungimento della pace in Medio Oriente.

Ecco il testo:

New York. La seconda giornata del Vertice dell'Onu si snoda con la sfilata di discorsi rituali, ma assume maggior rilievo l'intreccio di contatti bilaterali, nei corridoi del Palazzo di Vetro e nelle sedi diplomatiche. Israele è impegnata in un round senza precedenti di contatti con il mondo arabo e musulmano: Indonesia, Pachistan, Qatar sono le tappe di un miglioramento delle relazioni reso possibile dal ritiro dalla Striscia di Gaza. Il premier israeliano Ariel Sharon ha stupito tutti al palazzo di Vetro quando ha concluso il suo intervento dicendo: «I palestinesi hanno diritto a uno Stato loro, indipendente, e Israele non ha alcuna intenzione di governare sul popolo palestinese». Subito prima il premier israeliano aveva ribadito il suo impegno per la pace in Medio Oriente: «Questa settimana l’ultimo soldato israeliano si è ritirato dalla Striscia di Gaza. Adesso tocca ai palestinesi dimostrare la loro volontà di pace». Il prossimo passo, secondo Sharon, è l’impegno nella lotta ai gruppi terroristi in guerra con Israele. «Ma - ha esortato Sharon - i palestinesi devono eliminare il terrore e la cultura dell'odio nelle relazioni con lo Stato ebraico». Il premier israeliano ha infine ribadito «il diritto all'esistenza di Israele in quanto Stato ebraico, uno Stato che possa vivere in sicurezza, senza minacce e terrore». Intanto, anche l’Iran ha fatto da protagonista: non solo intende continuare nello sviluppo di una propria tecnologia nucleare, ma è pronto anche a condividerla con altri Paesi musulmani. L'annuncio, fatto dal presidente Mahmud Ahmadinejad a New York, sembra destinato ad aumentare le preoccupazioni dell'Occidente sul programma atomico della Repubblica islamica. «La Repubblica islamica - ha detto - non intende dotarsi di armi di distruzione di massa e, tenuto conto dei bisogni dei Paesi islamici, siamo pronti a trasferire know-how nucleare a questi Paesi». In serata vertice tra i ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Francia e Germania, in rappresentanza dell’Ue, e il presidente iraniano Ahmadinejad nell'ufficio del segretario generale dell'Onu Kofi Annan sulla questione del nucleare. Al termine dell’incontro nessun commento dei ministri europei. Straw, presidente di turno dei Venticinque, si è limitato a dire che per il momento gli europei non intendono portare la questione al Consiglio di Sicurezza, nell'attesa di proposte concrete di Teheran. Ai due incontri ha partecipato anche il responsabile per la politica estera dell'Unione europea, Javier Solana. Della questione si parlerà nella prossima riunione del Consiglio dei Governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), che si aprirà a Vienna il 19 settembre.
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