I terroristi di Hamas ora pregano in sinagoga : cronache surreali da Gaza sul settimanale diretto da Giovanni De Mauro
Testata: Internazionale Data: 17 settembre 2005 Pagina: 15 Autore: la redazione - Amira Hass Titolo: «Gaza: bruciate le sinagoghe - Libertà»
INTERNAZIONALE della settmana tra il 16 e il 22 settembre 2005 pubblica a pagina 15 l'articolo "Gaza: bruciate le sinagoghe", che riportiamo: Nella notte tra l'11 eil 12 settembre, dopo la fine delle operazioni di ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza, gruppi di palestinesi hanno incendiato le sinagoghe delle ex colonie britanniche di Morag e Netzarim e hanno saccheggiato quella dell'insediamento di Kfar darom. Il presidente israeliano Moshe Katzav ha definito la vicenda "un atto barbarico, disumano e incivile". L'Autorità Palestinese ha accusato il governo israeliano di non aver voluto demolire le sinagoghe prima del ritiro per favorire gli incidenti per fare propaganda antipalestinese. Sarebbe stato opportuno, a questo punto, riferire le circostanze che hanno portato Israele a decidere di non demolire le sinagoghe. Intanto va detto che l'ipotesi di farlo era stata inizialmente avanzata proprio per evitare scempi da parte palestinese: strano che la comunità internazionale, l'Anp e i media considerino questa eventualità "naturale". In secondo luogo, in Israele si sono levate numerose voci di rabbini, che hanno chiesto non fossero degli ebrei a demolire le sinagoghe, una prospettiva giudicata, sotto il profilo religioso e morale, peggiore della inevitabile violenza palestinese. Dunque, nessun perfido stratagemma propagandistico, ma la dolorosa scelta tra il subire l'intolleranza esterna o prevenirla rimuovendo in prima persona contro i propri simboli religiosi. In ogni caso, gli israeliani, gli ebrei e l'ebraismo restano evidentemente le vittime di una triste vicenda di odio religioso.
Lasciare invece, come fa INTERNAZIONALE, l'insostenibile "difesa" e le insinuazioni dell'Anp senza replica è un contributo a un'opera di disinformazione e diffamazione.
Ecco comunque come prosegue il testo: Israele ha smatellato solo due dei 26 edifici religiosi presenti nella Striscia di Gaza, che occupava da 38 anni. L'autorità Palestinese ha già stabilito di abbattere le sinagoghe e tutti gli edifici ebraici abbandonati. il 13 settmbre uno dei leader del movimento islamico Hamas, Mahmoud Zahar, ha pregato nella sinagoga devastata di Kfar Darom Per farne, come ha dichiarato, una moschea! L'omissione di questa informazione stravolege il senso dell'episodio e il lettore ignaro potrebbe pensare che Zahar (uno che non perde occasione per dichiarare che Israele deve essere distrutta, perché interamante costituita siu "terre islamiche") abbia compiuto un gesto di tolleranza e rispetto. Tanto più che Hamas è definito "movimento islamico", occultandone la natura terroristica.
L'articolo di Amira Hass "Libertà" esulta per il passaggio in massa di palestinesi al valico di Rafah. "Certo" scrive la Hass " alcuni hanno riportato di nascosto anche hashish e, probabilmente, anche armi e munizioni. Ma più di ogni altra cosa tutti volevano rompere le "mura del carcere" ". Tutto bene allora, cosa volete che sia qualche arma che "probabilmente" ha passato il valico di Rafah Del resto Amira Hass non spiega i motivi della precedente chiusura del valico di Rafah, snodo del contrabbando di armi durante la "seconda intifada". Scrive "Israele aveva chiuso "temporaneamente" l'unica via di collegamento tra Gaza e il mondo: il valico di Rafah" commettendo almeno due scorrettezze: le virgolette apposte a "temporaneamente", quasi a volere suggerire che Israele volesse rinchiudere per sempre i palestinesi a Gaza e un falsa informazione: un altro valico tra Gaza ed Egitto esiste, ma l'Anp non ha mai voluto che venisse attivato, per gli effetti propagandistici derivanti dalla chiusura.
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