Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Complotto demo-pluto-giudaico-massone: terza parte un editoriale di Gianni Riotta e un'intervista a Leone Paserman
Testata: Corriere della Sera Data: 13 settembre 2005 Pagina: 1 Autore: Gianni Riotta - Paolo Conti Titolo: «Se non ora, quando? - Paserman: ma quanti silenzi»
Il CORRIERE DELLA SERA di martedì 13 settembre 2005 pubblica in prima pagina un editoriale di Gianni Riotta "Se non ora, quando?" che riportiamo Il dibattito sull’operato del governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio ha appassionato l’estate dell’opinione pubblica, in Italia e in Europa, in termini agri per il nostro Paese. Il Corriere ha deprecato gli errori che han tarpato le ali al libero mercato, in nome di antiche solidarietà personali o di lobbies , perché sono in gioco la nostra residua credibilità e buona parte degli interessi nazionali. La posta è alta e dunque in tanti, laici, cattolici, conservatori o progressisti, hanno detto la loro opinione con vivacità. Alla vigilia dell’autunno, invece, si diffonde sulla vicenda una sinistra eco di toni e grevi cadenze che mai avremmo voluto riascoltare. Guido Crosetto, parlamentare di Forza Italia e responsabile del settore credito nel partito del presidente Silvio Berlusconi, ha sostenuto che le banche italiane «fanno gola a molti, soprattutto alla grande massoneria ebraica e americana che è già alle porte». Richiesto di precisare il suo pensiero, l’onorevole Crosetto si è limitato ad additare la Merrill Lynch «un istituto bancario particolare, i cui azionisti sono... specificamente ebrei» ed accusare l’ex presidente dell’Unione europea, Romano Prodi, di esserne il manutengolo. Non sfuggirà all’onorevole Crosetto, che il sito ufficiale www.guidocrosetto.it qualifica come «diplomato al Liceo Classico e imprenditore», che il suo maldestro linguaggio richiama la propaganda antisemita in Germania e in Italia tra le due guerre, con le calunnie contro le nefandezze dei «banchieri giudei». Alla sconsolata saggezza di Amos Luzzatto, presidente delle Comunità ebraiche italiane, non resta che chiedersi: «Gli Anni Trenta non hanno insegnato nulla? Questo è un linguaggio preoccupante», il fantasma dell’antisemitismo «di nuovo alza la testa». Si obietterà che non è il caso di esagerare, una frase infelice nel 2005 non basta a rievocare il linguaggio violento del 1938, anno delle leggi razziali. Ma non è così, e tempestivamente il senatore a vita Giulio Andreotti, che pure ha difeso il governatore Fazio parlando di attacco in corso alla cultura cattolica nel mondo degli affari, denuncia la «coda di razzismo che qualcuno non riesce a perdere». La generazione di Luzzatto e Andreotti ha imparato con durezza che ogni favilla di intolleranza, per quanto accesa da faciloneria o foga polemica, può diffondere fuochi tragici, e va dunque spenta sul nascere, senza indugi. E’ lecito, e giovevole a una urgente soluzione del caso Fazio, che le opinioni, pro e contro il governatore, si affrontino libere e serene. Il campo va però sgombrato da insinuazioni e colpi bassi che ci riportano ai pregiudizi, e alle intolleranze, del nostro passato prossimo. Viviamo tempi difficili, il confronto delle identità e delle culture è minacciato da tensioni, violenze, tabù. Si additano capri espiatori grotteschi, la Cia, il Mossad, gli emigranti, gli ebrei, per nascondere i nostri guai e il virus può degenerare in pazza epidemia. Con amarezza si deve quindi notare l’assoluta indifferenza con cui il governo, la maggioranza, Forza Italia, i giornali e le televisioni che sostengono il premier, le cariche istituzionali, il mondo intellettuale del centrodestra, hanno accolto le dichiarazioni di Crosetto. Si spera forse di lasciar passare l’attacco agli ebrei «alle porte» sotto silenzio, ma è un grave errore e rischia di sfociare in complicità aperta. Occorre una presa di distanza morale nitida, subito: se non ora, quando? Nelle pagine dell'economia pubblica invece un'intervista a Leone Paserman.
Ecco il testo: Leone Paserman, presidente della Comunità ebraica, ironizza: «Se esistesse una grande finanza ebraica io dovrei esserne un esponente. Invece sono solo un ingegnere in pensione...». Ma per Bankitalia c’è chi ha parlato di finanza ebraica. Nel mondo politico in pochi hanno protestato. E non hanno reagito molto nemmeno gli ebrei italiani... «Noi ebrei siamo poco presenzialisti, ci preoccupiamo per le cose veramente serie. Qui siamo di fronte a qualche brutto effetto di feste di partito di fine estate. Però ha parlato Amos Luzzatto, che presiede le nostre Comunità. E’ più grave il silenzio dei politici italiani. L’ho notato...». A che si deve, secondo lei? «Ad acquiescenza. Mi sembra la parola più corretta». E da cosa nasce questa acquiescenza? «Come dimostrano i fatti di questi giorni, i pregiudizi anti-ebraici resistono. E sono politicamente trasversali. Albergano nell’estrema destra e nella destra, nell’estrema sinistra e nella sinistra, anche nel centro. Forse la sinistra è più intelligente e magari più colta, usa meglio le parole. Ma prendiamo l’analisi sulle vicende israelo-palestinesi leggendo "Unità", "Manifesto" e "Liberazione": i palestinesi sono sempre martiri, gli israeliani sempre estremisti. E’ vero, si può essere benissimo contro Sharon senza per questo essere anti-semiti, chi lo nega. Ma la nostra sinistra è comunque ostile a qualsiasi cosa venga in questo momento da Israele». Tornando alla finanza, Guido Crosetto ha corretto il tiro rispetto alla dichiarazione sulla «massoneria ebraica e americana alle porte»... «Francamente non direi molto. Parla di Merrill Lynch e specifica che i suoi azionisti sono ebrei. E allora? E’ forse vietato agli ebrei esserlo? A New York ci sono due milioni di ebrei, può capitare che qualcuno faccia carriera nella finanza. Ma parlare comunque di "finanza ebraica", caratterizzata come tale, che abbia obiettivi precisi, riconduce a uno degli stereotipi antisemiti più classici. Se non fosse tragico sarebbe comico, ridicolo. Purtroppo riconduce ai luoghi comuni che furono diffusi in Italia negli anni Trenta, in Germania anche prima. Riporta alla mente quella "congiura demo-pluto-giudaico-massonica" che nutrì il razzismo nazifascista e portò alla tragedia. C’è mancanza di sensibilità. E anche di conoscenza elementare delle cose. Bisognerebbe prestare massima attenzione a parlare di queste cose». Crede al collegamento Merrill Lynch-Prodi immaginato da Guido Crosetto? «Certo non mi metto a difendere io Prodi. Ma se dall’altro schieramento politico devono attaccare lui, perché tirare in ballo questa storia delle banche con gli azionisti ebrei? E poi Prodi non mi pare uno strumento nelle mani della fantomatica finanza ebraica. Sulla questione mediorientale ha avuto spesso atteggiamenti critici verso Israele. Come si vede, è tutto da ridere». Secondo lei, Fazio si dovrebbe dimettere? «Non posso esprimermi da presidente della Comunità ebraica romana, non è certamente mio compito. Da privato cittadino, al suo posto mi sarei autosospeso in attesa della verifica degli organismi interni e internazionali. Dopo quei pareri, avrei preso la mia decisione». Crede che Fazio si stato attaccato in quanto cattolico? «A me sembra solo che le banche italiane possano interessare ai grandi istituti bancari internazionali perché sono indubbiamente redditizie, profittevoli. Tutto qui. Ma non c’è un complotto. Non c’è alcun gruppo oscuro in agguato. E’ solo una guerra finanziaria...». Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera . Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.