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La Repubblica Rassegna Stampa
08.09.2005 Niente verità sulla morte di Mohammed al-Dura
un trafiletto ripropone le bugie della propaganda palestinese

Testata: La Repubblica
Data: 08 settembre 2005
Pagina: 13
Autore: la redazione
Titolo: «Il padre del piccolo Mohammed: basta intifada»
LA REPUBBLICA di giovedì 9 settembre 2005 pubblica un breve trafiletto dal titolo "Il padre del piccolo Mohammed: basta intifada", che riportiamo:
Jma al- Dura è diventato famoso dopo le immagini in cui cercava di difendere il figlio in una sparatoria all'inizio della seconda intifada. il dodicenne Mohammed morì colpito da un proiettile e da allora Jamal è il simbolo della sofferenza palestinese e della brutalità israeliana. Quelle immagini coprono i muri delle strade, ma lui si è stancato di essere un megafono per gli integralisti e ha proibito al figlio maggiore di legarsi a qualsiasi movimento. Oggi dice: "Un martire in famiglia è più che sufficiente"
Anche sopra il titolo dell'articolo campeggia la fotografia di Jamal al Dura nell'atto di proteggere il figlio. Un'immagine che è stata davvero "un megafono" per gli integralisti: combustibile nella campagna di incitamento all'odio e alla violenza contro Israele.
Poi, però, inchieste indipendenti sono giunte alla conclusione che non potevano essere stati gli israeliani a colpire Al Dura, una menzogna del cronista francese e della troupe che per la televisione France 2 avevano ripreso le immagini ( che ne esistessero altri 27 minuti, troppo orribili per essere mostrate) è stata smascherata, sono emerse le molte contraddizioni della versione palestinese dell'accaduto, inducendo qualcuno a mettere persinoo in discussione che Al Dura sia realmente morto ( vedi "Anche la verità spiana la via verso la pace", Informazione Corretta 27-12-04, ora nella rubrica Osservatorio Internazionale).
Nulla di tutto questo nell'articolo di REPUBBLICA che tranquillamente continua a definire la foto un simbolo della "brutalità israeliana".

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.


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