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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.09.2005 Hamas vuole imporre un regime islamico, e combattere a oltranza Israele
intervista alla vedova del terrorista Rantisi

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 settembre 2005
Pagina: 16
Autore: Davide Frattini
Titolo: «La vedova del capo di Hamas»
Quali sono i piani di Hamas per i territori palestinesi e per i rapporti con Israele? Lo spiega, in un' intervista a Davide Frattini Rasha rantisi, vedova di Abdel Aziz Al Rantisi ed essa stessa espondente del gruppo terroristico.

Ecco il testo:

L'ufficio è quello del marito, anche se lui non ci metteva più piede. Come evitava questo quartiere di Gaza per paura di essere eliminato dagli israeliani. Rasha Rantisi è la vedova di un uomo che viveva rintanato. Per ventisette giorni leader di Hamas, prima di essere dilaniato da un missile, la sera del 17 aprile 2004.
Il palazzo appartiene alla famiglia: un piano per le guardie del corpo, un piano per lei e i suoi figli, un piano per il movimento che guida. «Parlo a nome delle donne di Hamas. Vogliamo partecipare alle elezioni, vogliamo potere in questa fase di ricostruzione». E' coperta fino ai piedi, indossa i guanti secondo le regole islamiche più rigide, neppure lo sguardo si intravvede dietro al riflesso degli occhiali. Chiarisce subito che non è una battaglia femminista, che non è questione di eguaglianza. Che mogli, figlie, sorelle non hanno opinioni diverse dagli uomini. «Ad Hamas aderiscono migliaia di donne pronte a candidarsi. Non voglio fare nomi, anch'io devo decidere. Riempiremo tutti i posti garantiti dalle quote nelle liste. Dopo il ritiro ci aspetta un periodo ancora più difficile».
A quasi cinquant'anni, è tornata a studiare («mi sono sposata nel 1973, durante la prigionia e la clandestinità di Abdel Aziz sono io che ho sostenuto la famiglia»). All'università islamica di Gaza frequenta un corso dedicato alla sharia. Le stesse norme religiose che vorrebbe vedere applicate alla società palestinese. «Se siederò in Parlamento, spingerò perché la sharia diventi legge dello Stato. Se Hamas vince le elezioni, non accetteremo il laicismo ». Non vuol dare dettagli, spiegare se tutte le donne dovranno portare il velo, se l'alcol verrà vietato in Cisgiordania come già succede nei bar e ristoranti di Gaza, se per le strade circoleranno «squadre buoncostume»: a metà aprile una ragazza era stata uccisa da un commando di Hamas perché passeggiava sul lungomare tenendo la mano del fidanzato. «Il movimento ha già chiarito che è stato un errore. Ma non permetteremo che l'immoralità si diffonda, altrimenti i mariti non si potranno più fidare delle mogli e delle figlie».
Nell'agosto del 2002, l'esercito israeliano aveva diffuso una telefonata intercettata dalle forze di sicurezza palestinesi. Nella conversazione, una donna chiamata Umm Mohammed (madre di Mohammed, com'è conosciuta la vedova di Rantisi) implorava di non inviare suo figlio in una missione suicida. Ora lei esalta le palestinesi che hanno scelto di farsi saltare, ricorda Reem Al Rayashi, l'unica ragazza spedita dai terroristi tra le oltre cinquanta missioni kamikaze organizzate da Hamas durante la seconda intifada (288 morti israeliani). «Le donne devono partecipare al jihad. La nostra battaglia continuerà fino a quando non avremo cacciato gli occupanti da Gerusalemme, Jaffa (città vicino a Tel Aviv, ndr) e Haifa (sulla costa a Nord di Israele, ndr) ».
Il ministro degli Interni palestinese Nasser Yussef ha denunciato che Hamas si sta preparando a una guerra civile per il controllo degli insediamenti evacuati dagli israeliani. Rasha Rantisi non dice se il movimento è pronto a combattere contro l'Autorità, ma assicura «l'accordo di Oslo è finito. Abbiamo diffuso i nomi dei capi dell'ala militare per far capire al nemico che vogliamo partecipare alle elezioni senza disarmarci. La consegna delle armi è una linea rossa che non vogliamo oltrepassare. Non accetteremo di depositarle nei magazzini a prendere polvere».
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