Sharon e il "vizio delle scelte unilaterali" e il terrorista diventato "eroe di Jenin"
Testata: L'Espresso Data: 02 agosto 2005 Pagina: 28 Autore: Gigi Riva - Barbara Schiavulli Titolo: «Ora tocca alla Cisgiordania - Tregua a colpi di mitragliatrice»
L'ESPRESSO datato 8 settembre 2005 pubblica a pagina 28-32 un articolo di Gigi Riva, "Ora tocca alla Cisgiordania". Si tratta di un articolo interessante e complessivamente equilibrato, nel quale tuttavia leggiamo:
Il primo ministro assicura di voler procedere secondo la Road Map. e' quanto dice da sempre, salvo poi cedere al vizio delle scelte unilaterali,
Non di "vizio" si tratta, ma di necessità, determinata dall'assenza di interlocutori in campo palestinese. Già il disimpegno da Gaza è stato coordinato con l'Anp, benché Abu Maza, a causa della sua debolezza nei confronti dei gruppi terroristici, sia lontano dall'essere la controparate ideale di Israele. quelle che convengono al suo popolo ( e pure condivise dalla maggioranza, il 54 per cento è per l'evacuazione di altre colonie, il 68 per cento per lo smantellamento degli avamposti) e lascerebbe sul terreno, prima della pensione, una situazione di fatto che eprmetterebbe la nascita sì di uno Stato palestinese, ma solo con Gaza, un corridoio e una parte della Cisgiordania frammentata e ulteriormente decurtata. In realtà la Cisgiordania non risulterebbe territorialmente "frammentata" dalle anessioni ipotizzate da Israele. Annessioni, va ricordato, che corrispondono in sostanza a quelle ipotizzate al momento del fallimento del vertice di Camp David, prima del ciclo della violenza palestinese. Il messaggio di Israele, in caso di ritiro unilaterale entro quei confini, sarebbe allora evidente: tutto ciò che i palestinesi possono ottenere viene dai negoziati, nulla dalla violenza. Un messaggio legittimo e giusto, ci sembra.
A pagina 32-33 L'ESPRESSO pubblica l'articolo di Barbara Schiavulli "Tregua a colpi di mitragliatrice". Si tratta di un reportage da Jenin, che rilancia i messaggi propagandistici di efferati terroristi come il leader della Brigate Al Aqsa Zacaria Zubeidi, deinito dalla Schiavulli "l'eroe di Jenin" e Abid Basset al Haji, capo locale di Hamas, che, contro lo statuto della sua organizzazione e le pubbliche dichiarazioni dei suoli leader più importanti afferma, abeneficio dell'opinione pubblica occidentale, che un ritiro israeliano entro i confine del 67, il rilascio dei detenuti e Gerusalemme est capitale dello Stato palestinese porrebbero fine al terrorismo.
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