Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Inizia la sfida politica tra Netanyahu e Sharon la cronaca di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 31 agosto 2005 Pagina: 14 Autore: Davide Frattini Titolo: «Netanyahu alla guerra per abbattere Sharon»
Il CORRIERE DELLA SERA di mercoledì 31 agosto 2005 pubblica una cronaca della politica interna israeliana di Davide Frattini.
Ecco il testo: Il duello Ariel Sharon-Benjamin Netanyahu è cominciato da poche ore ed è già «una delle zuffe più sporche e violente che Israele abbia mai visto». Gli analisti e i giornali sono sicuri: il calendario che potrebbe portare da qui alle elezioni anticipate il 21 febbraio sarà segnato da scontri in cui «i due combatteranno fino a quando non scorre il sangue, fino alla morte». Politica. Netanyahu, 55 anni, vuole contendere al premier la guida del Likud. E ha già ottenuto una prima vittoria: il 26 settembre i 3.000 membri del comitato centrale del partito si riuniranno per decidere la data delle primarie, che potrebbero tenersi attorno al 22 novembre. Se l'ex ministro delle Finanze vince la sfida (i sondaggi gli danno il 46,9 per cento contro il 30,5 di Sharon), Israele andrà al voto nove mesi prima della scadenza fissata (novembre 2006) e sarà la quinta chiamata alle urne in 10 anni. «L'uomo che ha ottenuto la nostra fiducia, ha poi voltato le spalle al partito — ha detto Netanyahu, che ha lasciato il governo per protesta alla vigilia del ritiro da Gaza —. Ha abbandonato i principi della destra, ha scelto un percorso differente, quello della sinistra, ha sorpassato le colombe laburiste. Dobbiamo ristabilire le basi che ha ribaltato». Il leader dei ribelli vuole giocare tutta la partita in pochi mesi. Netanyahu sa di dover attaccare Sharon finché l'abbraccio dei coloni è ancora caldo, sa di dover convincere i parlamentari della destra prima che la rabbia contro il premier si raffreddi. «Come l'uragano Katrina, la tempesta nel Likud ha raggiunto un'intensità senza precedenti — ha scritto ieri Ben Caspit su Maariv —. Come Katrina, potrebbe distruggere tutto. Bibi fa impazzire ministri e deputati ventiquattr'ore su ventiquattro. Lui che di solito richiama dopo un paio di settimane, adesso parla con tutti due-tre volte al giorno». Il messaggio è già pronto, è lo slogan della sua campagna interna. «Il partito ha bisogno di un leader che possa riunificarlo, vi porterò alla vittoria e formerò il prossimo governo», proclama Bibi, che è stato primo ministro tra il 1996 e il 1999. Anche i consiglieri di Sharon hanno cominciato i giri di telefonate. Per ricordare che nelle ultime elezioni (gennaio 2003) Sharon ha portato la formazione da 19 a 40 seggi alla Knesset. E per far capire che con Netanyahu una ventina di parlamentari rischierebbe la poltrona. «Non ho mai visto un suicidio collettivo commesso con così tanta gioia», ha commentato il ministro Meir Sheetrit, tra i fedeli del premier. «Come balene che si vanno a spiaggiare» hanno commentato gongolando dall'opposizione. Ehud Barak ha lanciato un appello perché i laburisti approfittino della crisi nelle file avversarie e superino le divisioni interne per appoggiare Shimon Peres. Su Maariv, Nadav Eyal ha immaginato con una ventina di giorni d'anticipo la scena che si svolgerà al comitato centrale. «Ariel Sharon in piedi, silenzioso, fronteggia i turbolenti membri del Likud. Lo insulteranno e lui rimarrà in silenzio. Lo cacceranno e lui diventerà un regale, moderato primo ministro. Un capitano equilibrato di fronte all'estrema destra. Questo è lo scenario da sogno per i consulenti del premier: non ci sarebbe modo migliore per annunciare la creazione di un nuovo partito e cominciare la campagna elettorale». Gli uomini di Sharon ancora ieri hanno ripetuto che il leader israeliano vuole affrontare Netanyahu e potrebbe rinunciare allo scontro solo se i sondaggi dimostrassero che la battaglia è persa. «Certo non si lascerà infilare nei corrales, i recinti dove viene spinto il bestiame prima della macellazione e da dove non si torna indietro», hanno commentato utilizzando una delle espressioni preferite dal premier-ranchero. Che a 77 anni potrebbe scegliere di fondare una nuova formazione di destra che imbarcherebbe i fedeli del Likud come Ehud Olmert, Tzipi Livni, Shaul Mofaz (se non decide di correre contro Netanyahu) e figure come l'ex capo dello Shin Bet Avi Dichter o il rabbino Melchior. Dopo l'intervista di lunedì sera in cui Sharon aveva definito Netanyahu «un pericolo per Israele», ieri è toccato a Olmert andare all'attacco: «Bibi vuole rigettare il Paese nell'isolamento diplomatico, boicottato economicamente, in disaccordo con gli Stati Uniti, l'Europa e il resto del mondo». Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla redazione de La Repubblica. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.