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Il Foglio Rassegna Stampa
30.08.2005 Un predicatore d'odio invitato in Italia dall'Ucoii
è antisemita e propaganda il terrorismo suicida

Testata: Il Foglio
Data: 30 agosto 2005
Pagina: 2
Autore: Cristina Giudici
Titolo: «Una tournée italiana per il telepredicatore del jihad»
IL FOGLIO pubblica una circostanziata denuncia di Cristina Giudici.

Ecco il testo:

Milano. Wagdy Ghoneim non è solo un famoso
predicatore dei Fratelli Musulmani
che vive in esilio nel Barhain. E anche economista,
islamista e umorista. I suoi sermoni
sono popolari perché come Yusuf Qaradawi
(stessa scuola, stessa corrente di pensiero)
sa mescolare lezioni sull’unicità di
Allah a giochi di parole, aneddoti e slogan
politici recitati come dei mantra. Il più noto
è questo: Not to the Jews/ Descendent of
Apes/ We vow to Return/ Despite the Obstacles/:
no agli ebrei/ discendenti delle scimmie/
giuriamo di tornare (in Palestina)/ nonostante
gli ostacoli. E’ con queste parole
che aprì una conferenza sul conflitto mediorientale
(il 24 maggio del 1998, in un
campus universitario di Brooklyn davanti a
una platea di cinquecento musulmani statunitensi),
che attirò le prime attenzioni
dell’intelligence americana. (Per inciso, il
riferimento "etologico" antisemita deriva
da una sura del Corano in cui Maometto
narra della trasgressione dello shabbat da
parte di un gruppo di pescatori ebrei che
per punizione vennero trasformati in scimmie).
Lo sceicco, acclamato telepredicatore
del canale televisivo saudita Iqraa, è arrivato
in Italia venerdì scorso, invitato dall’Ucoii,
l’Unione delle comunità ed organizzazioni
islamiche italiane, per una rapidissima
tournée nei centri culturali islamici,
soprattutto in quelli del Nord, e per distribuire
ai suoi numerosi fedeli indicazioni
precise su come difendere la religione
islamica dall’occidente.
Facciamo un passo indietro. Durante la
lezione americana nel maggio del 1998,
Ghoneim, che era già stato più volte incarcerato
dal governo egiziano a causa delle
sue posizioni fondamentaliste, spiegò al
pubblico che gli ebrei sono imbroglioni
perché distorcono le parole, e sono da combattere
perché idolatri e assassini dei loro
stessi profeti. Un anno prima a Detroit, durante
un’altra conferenza pubblica, fu ancora
più esplicito. Citò un hadith popolare
sul jihad dopo l’Egira (la fuga di Maometto
dalla Mecca verso Medina) : "Verrà l’ora in
cui i musulmani uccideranno i giudei. Hanno
piantato due milioni di alberi per poter
nascondersi ma con l’aiuto di Allah verrà il
giorno in cui taglieremo tutti gli alberi e li
uccideremo […]" Poi aggiunse un commento:
"Gli ebrei impazziscono quando noi parliamo
di jihad. Sapete perché? Non vogliono
morire. Loro le chiamano operazioni
suicide ma si tratta di martìri compiuti da
mujaheddin perché non esiste nessun’altra
via […]". Questo fatto è accaduto in tempi
non sospetti, quando i predicatori fondamentalisti
giocavano a carte più scoperte e
non avevano nessuna pretesa di essere considerati
moderati, come invece succede oggi.
Prima dell’11 settembre, quando in
America i sostenitori di Hamas organizzavano
associazioni studentesche per raccogliere
fondi e fare proselitismo. Infatti, come
dimostrò il giornalista americano Steven
Emerson, che alla fine degli anni Novanta
realizzò il documentario "Jihad in
America", Ghoneim era uno dei volti di una
rete di sostegno di Hamas che in quegli anni
agiva negli Stati Uniti alla luce del sole.
Durante le sue lectiones magistrales, la
Islamic Association for North America, vincolata
ai Fratelli musulmani, organizzava
raccolte fondi da inviare ai combattenti palestinesi.
Nel 2001, il predicatore dei Fratelli Musulmani,
dopo essere stato più volte arrestato
dal governo egiziano, emigrò negli
Stati Uniti, in California, dove fino al dicembre
dell’anno scorso era imam di un
noto centro culturale islamico. Nel dicembre
del 2004 venne arrestato per aver violato
la legge sull’immigrazione. Un pretesto
per impedirgli di continuare a diffondere il
verbo dell’integralismo. Due mesi dopo lasciò
la California e il suo nome finì nella lista
nera dei personaggi non graditi al governo
degli Stati Uniti e da allora non ha
più messo piede in America. Così si è trasferito
con la sua famiglia nel Barhain, dove
oggi vive e lavora come telepredicatore
della televisione satellitare saudita, Iqraa.
I suoi coloriti sermoni sono molto ascoltati,
anche dai giovani musulmani italiani che
comprano le sue videocassette nelle librerie
o nelle moschee. Recentemente ha preso
di mira "la corruzione" dei giovani egiziani,
i quali, per aggirare le severe norme
imposte dalla sharia, firmano contratti prematrimoniali
per poter avere relazioni sessuali.
In America i musulmani lo ricordano
con affetto, mentre i giovani su Internet lo
ringraziano per la sua nota capacità di saper
riportare i deviati sulla retta via. In Internet
il suo nome appare nei siti
integralisti,
fra cui quello di Hamasna dedicato alla
resistenza (musulmana) elettronica, dove si
possono trovare i suoi sermoni contro il laicismo.
Ha una sua homepage che ne riassume
il pensiero, attraverso decine di antichi
hadith che sono stati catalogati per tema.
Alla guerra santa, e alla sua legittimità
storica, ne sono stati dedicati venti. Il primo
riguarda un episodio allegorico sulla liceità
di uccidere qualsiasi infedele che non
pronunci la frase rituale "Non esiste nessun
Dio, al di fuori di Allah". Nel 1998 Ghoneim
lo disse chiaramente durante una
conferenza. I problemi con gli ebrei non dipendono
dalla rivendicazione di un pezzo
di terra, ma dalla supremazia della fede
islamica: "faith, not land", precisò. Nel suo
bigino in rete si possono trovare anche molti
altri hadith sui comportamenti da adottare
per rispettare la Sunna. Un esempio?
I tre casi in cui è legittimo uccidere un musulmano:
adulterio, vendetta, apostasia.
E in Italia, che cosa è venuto a fare? Qual
è stato il contenuto delle sue prediche a
Brescia e a Verona, a Milano, Bologna e Padova
nell’ultimo week-end agostano? Al Palasesto
di Sesto San Giovanni, davanti a
una platea di circa seicento musulmani –
gli uomini davanti, le donne dietro separate
da un tendone, molte con il velo integrale
– ha spiegato che in nessun modo l’integrazione
deve significare arretramento della
fede islamica, perché Dio è grande e il
destino di tutti gli uomini è essere musulmani, "altrimenti si diventa come gatti o topi",
ha detto. "Ai capi-famiglia spetta il
compito di lavorare ed educare i figli, mentre
alle mogli quello di stare a casa ad accudirli",
ha ribadito fra gli applausi. E ha
parlato anche della guerra santa, partendo
da lontano. Ha preso come spunto la domanda
di un musulmano americano sui kamikaze
e ha letto un hadith che legittima la
guerra santa nel caso in cui il proprio paese
e la umma siano in pericolo: "Morire per
una causa è importante, significa andare in
paradiso…". Poi, ha negato ogni liceità all’uso
della forza da parte israeliana, che
non difende nessuna terra perché quel popolo,
che ha definito "nemico", non ha patria.
A Bologna invece, davanti a un gruppo
più esiguo di seguaci, ha acconsentito a rispondere
a domande scritte (selezionate
previamente dal presidente dell’Ucoii, il
medico siriano Mohammed Nour Dachan).
Domande apparentemente bizzarre, come
questa: "Una donna mestruata può toccare
il Corano?" Risposta: "Solamente con i
guanti". Poi, davanti all’irriverente dilemma
posto da un fedele (probabilmente ansioso
di avere una casa di proprietà )che gli
ha chiesto se in occidente si può fare un
mutuo bancario, lo sceicco Ghoneim ha
perso la calma. E in un vorticoso crescendo
di moniti, intimazioni e intimidazioni, ha
replicato che si trattava di una domanda illecita,
visto che chi paga interessi bancari
andrà all’inferno. Ha rammentato a tutti
che un musulmano non deve cercare di piacere
agli occidentali perché la religione è
la sua unica priorità. Così come non deve
accettare le leggi improprie perché la fede
è il suo unico scopo esistenziale. Come è
successo in Francia, dove il velo è stato
bandito dalle scuole pubbliche. "I genitori
devono ritirare le ragazze da scuola, trovare
delle scuse, dire ai maestri che stanno
male, tanto non è importante che studino
visto che il loro destino è accudire i figli".
Nota a margine. Prima di essere arrestato
in America, nel 1998 lo sceicco Ghoneim
venne fermato al confine con il Canada, dove
avrebbe dovuto tenere altre conferenze.
In quell’occasione un membro della comunità
islamica canadense protestò. "Ghoneim
is a very reasonable man", disse. Lo
stesso giudizio manifestato pochi giorni fa
da Hamza Piccardo, segretario dell’Ucoii.
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