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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
26.08.2005 I palestinesi sapranno rispondere allo storico passo di Israele combattendo il terrorismo con altrettanto coraggio ?
dopo il disimpegno, intervento dell'Ambasciatore d'Israele in Italia

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 26 agosto 2005
Pagina: 9
Autore: Ehud Gol
Titolo: «Un'occasione per i palestinesi»
IL SOLE 24 ORE di venerdì 26 agosto 2005 pubblica a pagina un articolo di Ehud Gol, Ambasciatore d'Israele in Italia, sul ritiro israeliano da Gaza.

Lo riportiamo:

Ho seguito da Gerusalemme il processo di disimpegno dalla Striscia di Gaza e dalla Samaria settentrionale. Al termine delle operazioni ho provato il grande orgoglio di essere israeliano. Un’impresa complicata e complessa da tutti i punti di vista, con un terribile potenziale di deflagrazione e di spargimento di sangue, è invece stata compiuta con una calma esemplare e impressionante. In sette giorni sono stati sgomberati venticinque insediamenti, in cui si trovavano 15mila persone, di cui 9.000 residenti e 6.000 infiltrati non residenti, e tutto ciò senza alcun ferito. Nel corso di questa settimana, più che di ogni altra cosa abbiamo assistito alla vittoria della democrazia israeliana. Il governo e la Knesset israeliani, allo scopo di far progredire il processo di pace, hanno preso la non facile decisione di sradicare degli ebrei dalle case in cui avevano vissuto per decenni, alcuni di loro per ben 38 anni, dove sono nati i loro figli e dove hanno seppellito i loro morti. L’attuazione della decisione non ha richiesto una dura lotta soltanto politica, ma anche ideologica, tra diverse visioni del mondo della destra e della sinistra israeliane e, in un certo senso, anche una lotta tra religiosi e laici in Israele. Le passioni e le emozioni di ciascuno di loro hanno svolto un ruolo decisivo nel corso di tutto il dibattito pubblico israeliano a favore o contro il disimpegno.
Le parole chiave nell’attuazione di questa impresa sono state fermezza e sensibilità. E in effetti migliaia di soldati mobilitati per l’operazione hanno dimostrato determinazione, ma al contempo anche sensibilità e comprensione per il dolore di coloro che venivano portati via dalle proprie case.
Più di una volta, nel corso di questa settimana, ho visto immagini di soldati e civili, bambini e adulti, appoggiati l’uno sulla spalla dell’altro, esplodere in un pianto di dolore, ma nella piena coscienza di dover accettare ed eseguire la decisione della maggioranza, pur con tutte le difficoltà e le dolorose sensazioni che ciò comporta. Hanno pregato insieme e insieme sono usciti dalle case e dalle sinagoghe per l’ultima volta. Il legame di fratellanza che li lega è stato molto più forte di qualsiasi divergenza o disaccordo. Nei prossimi giorni saranno completate le operazioni di demolizione delle case; anche le sinagoghe saranno distrutte e i residenti porteranno via da Gush Katif anche i loro morti, molti dei quali sono rimasti uccisi, nel corso di questi anni, in attacchi terroristici palestinesi.
Nonostante l’immenso dolore, la società israeliana è uscita rinforzata dagli eventi di questa settimana. Con grande delusione di molti nostri nemici non è stata sparsa una goccia di sangue e non si sono prodotte fratture e lacerazioni in seno alla società israeliana. Per usare la definizione data dal Generale del Comando Meridionale, abbiamo subito una piccola escoriazione che si cicatrizzerà molto presto grazie alla forza etica e alla solidità morale della società israeliana.
Israele ha compiuto un passo molto coraggioso e cruciale. Ora attendiamo che anche l’altra parte ci convinca di esser pronta a compiere dei passi coraggiosi che assicurino la governabilità e il controllo su Gaza e lo smantellamento delle organizzazioni terroristiche. Ora i palestinesi sono di fronte a un’opportunità straordinaria, per intraprendere un nuovo cammino di pace e di collaborazione. Noi ci troviamo fuori da Gaza non per nostra debolezza ma, al contrario, per la forza della nostra democrazia e grazie alla nostra fermezza nell’incessante lotta al terrorismo. I palestinesi commetteranno un grave errore se non lo capiranno e se permetteranno alle organizzazioni terroristiche di continuare le loro azioni contro di noi. Se invece tenderanno una mano verso la pace, troveranno di fronte a sé in Israele un partner, che li aiuterà a progredire verso un futuro migliore, nella prosperità economica, nella pace e nel loro e nostro benessere.
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