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La Repubblica Rassegna Stampa
20.08.2005 Parla Hamas, i giornalisti progressisti prendono appunti
intervista al capo terrorista Mahmoud al Zahar

Testata: La Repubblica
Data: 20 agosto 2005
Pagina: 9
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Abbiamo vinto noi di Hamas e ora liberiamola Cisgiordania»
LA REPUBBLICA di sabato 20 agosto 2005 pubblica un'intervista di Fabio Scuto al leader di Hamas Mahmoud al Zahar, incredibilmente acritica e condiscendente.
Scuto, che chiama Hamas "il movimento" , il terrorismo "l'attività e i civili israeliani "obiettivi" non batte ciglio nemmeno quando al Zahar paragona le stragi di ebrei di Hamas alle resistenze italiana e francese.
L'ultima risposta di al Zahar mira ad ingannare il pubblico occidentale, facendogli credere che Hamas potrebbe essere disposta a un compromesso con Israele qualora questa si ritirasse da tutti i territori. In realtà i dirigenti del gruppo hanno più volte chiarito che con Israele, che per loro deve essere distrutta, sono possibili solo tregue, anche lunghe, ma pur sempre temporanee.
Il titolo, "Abbiamo vinto noi di Hamas e ora liberiamo la Cisgiordania" funge da mera grancassa alle "smargiassate" di Hamas, che pretende di aver cacciato Israele da Gaza, nonostante il ritiro avvenga dopo la decapitazione del suo gruppo dirigente, sospesa da Israele per motivi di opportunità politica e non certo per difficoltà militari.

Ecco il testo:

GAZA CITY - Il ricercato "numero uno" dagli israeliani riceve i suoi ospiti in una villetta dai muri candidi alla periferia di Gaza City. Intorno non si vedono guardie armate in giro, ma è evidente che la sicurezza attorno a Mahmoud al Zahar è molto alta. Lo sceicco, leader incontrastato di Hamas, èsopravvissuto a diversi tentativi di eliminazione da parte dell' Esercito israeliano: l'ultimo nel 2003, quando questa villetta venne distrutta dall'attacco "chirurgico" di un elicottero Apache. Zahar si salvò ma sotto le macerie rimase suo figlio. Oggi a Gaza sembra essere lui l'ago della bilancia: tutti si aspettano che alle prossime elezioni politiche nel gennaio 2006 Hamas conquisti un ottimo risultato.
Rivendica per il suo movimento la vittoria per il ritiro degli israeliani dalla Striscia, che non se ne sono andati solo perchè glielo hanno chiesto gli americani. Se ne vanno perchè il movimento di resistenza islamico ha reso per loro la Striscia di Gaza più insicura di ogni altro posto. Se n'è convinto anche Sharon". Per ora Zahar ha scelto una linea di basso profilo e ha accettato una "tregua" con gli israeliani ma subito avverte: "La tregua dureràfino alla fine del 2005, al massimo fino alle elezioni, poi vedremo". Non si fida di nessuno lo sceicco, nemmeno di questa apparente calma, con l'esercito israeliano impegnato a sgomberare i coloni. E quando in lontananza si sente il rumore di un aereo, afferrando al volo il bicchiere di aranciata dal tavolo in giardino, dice: "Venga, accomodiamoci dentro, in ogni caso è più sicuro anche per lei".
Sceicco Zahar il presidente Abu Mazen le ha offerto di entrare nell' Olp e quindi di trasformare il suo movimento in un partito politico. Come ha risposto?
"Noi abbiamo deciso di partecipare alle elezioni, perchè abbiamo le nostre condizioni per entrare nell' Olp, vederemo quale sarà il risultato elettorale e poi prenderemo le nostre decisioni. Nell'Anp ci vogliono riforme interne importanti e bisogna lottare contro la corruzione".
Si chiede il disarmo di tutte le milizie e quindi anche della vostra. Cosa ne pensa?
"Praticamente tutti i nostri territori sono sotto l'occupazione israeliana e certo non abbiamo imbracciato le armi per liberare soltanto Gaza. Come possiamo consegnare le armi quando la maggior parte della nostra terra è ancora sotto occupazione? E poi chi ci garantisce che l'esercito israeliano non tornerà il giorno dopo? Sono elementi da valutare con grande cautela, qui a Gaza non stiamo mica giocando".
Se l'Anp offrisse la possibilità di incorporare la milizia di Hamas nelle forze regolari dell'esercito palestinese, accetterebbe?
"Mi sembra prematuro parlarne ora, aspettiamo l´esito delle elezioni e poi affronteremo anche questo problema con l'Anp con i risultati in mano. Per ora fra noi e loro non c'è nessun dialogo su questa proposta".
Tutti pensano che Hamas avrà un buon risultato alle prossime elezioni parlamentari qui a Gaza e che sarà in grado di condizionare fortemente le scelte dell'Anp e dalle sue parole si capisce che anche lei ne è convinto. Ma i timori sono che la Striscia si trasformi in un "Hamastan", in una zona incontrollabile, base di attacchi terroristici.
"Noi non siamo terroristi, nè gangster, noi siamo un movimento di liberazione. Lei che è europeo dovrebbe saperlo: era terrorismo quello del generale De Gaulle contro i nazisti? Era terrorismo la resistenza italiana contro l'occupazione tedesca?".
Ma Hamas sarebbe disposto a entrare nel governo dell'Anp?
"Il potere per il potere non ci interessa, in base ai risultati delle elezioni decideremo se entrare o meno nell'Anp, soprattutto sulla base del programma che ci verrà proposto".
E' evidente che se da Gaza verranno lanciati attacchi contro obiettivi israeliani, l'esercito tornerà nella Striscia, quindi l'attività del movimento proseguirà solo in Cisgiordania?
"Se gli israeliani pensavano di tornare, io credo non se ne sarebbero andati. Vedremo quale saranno le condizioni finali di questo ritiro. Certo se continueranno a mantenere il controllo dei confini e anche quello dal mare, vuol dire che noi dobbiamo continuare a combatterli anche a Gaza. In caso contrario è evidente che non c'è motivo di continuare a battersi qui, le nostre attività proseguiranno in Cisgiordania, nelle terre ancora sotto l'occupazione".
Se Israele decidesse di restituire anche gran parte della Cisgiordania oltre a Gaza, Hamas sarebbe disposto a cessare la lotta armata e riconoscere lo Stato di Israele? Due Stati l'uno a fianco all' altro?
"E' una domanda molto teorica. Dobbiamo aspettare che ci restituiscano oltre alla Cisgiordania anche Gerusalemme Est, e poi risponderemo a questa domanda. Loro si sono presi più del 42 per cento della Cisgiordania. Il nostro programma è quello di liberare tutte le terre occupate nel 1967, si ritirino su quella linea, liberino i prigionieri palestinesi e noi firmeremo un accordo".
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