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Il Foglio Rassegna Stampa
12.08.2005 Nucleare: l'Iran si fa beffe della comunità internazionale e dell' Aiea
con l'aiuto dell'Europa e dell'Onu

Testata: Il Foglio
Data: 12 agosto 2005
Pagina: 3
Autore: un giornalista
Titolo: «"Entro dieci anni il nucleare" L'Iran ridicolizza (di nuovo) l'Aiea»
Un articolo da IL FOGLIO di venerdì 12 agosto 2005:
Roma. Sono bastati pochi minuti alla delegazione iraniana per far affogare nel ridicolo, con poche parole, la risoluzione con cui l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha chiesto ieri l’immediata sospensione del processo di arricchimento dell’uranio, ripreso da alcuni giorni nella centrale di Isfahan. Il capo della delegazione iraniana, Mohammad Mehdi Akhundzadeh, ha passato questo testo alla stampa: "L’Iran non cederà ed entro dieci anni produrrà combustibile nucleare". E’ l’ennesimo schiaffo alla comunità internazionale e alla stessa Aiea, facilitato anche da quanto era successo durante la riunione a Vienna delle 35 delegazioni. Il testo presentato all’approvazione dalla troika (Francia, Gran Bretagna e Germania) minacciava infatti un immediato deferimento dell’Iran al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in caso di rifiuto della risoluzione. Il dissenso del blocco dei "paesi non allineati" – le risoluzioni in genere sono approvate all’unanimità – ha però spinto gli europei ad accettare una mediazione al ribasso: "Per rafforzare la fiducia il Consiglio dei governatori ritiene necessario che l’Iran sospenda ogni attività collegata all’arricchimento dell’uranio. Il Consiglio esprime la sua viva preoccupazione per la decisione
dell’Iran di riprendere le attività di conversione dell’uranio". Il testo è stato volutamente depotenziato, evitando ogni accenno a possibili ritorsioni della comunità internazionale: una tiepida esortazione seccamente rinviata al mittente dagli iraniani, che hanno toccato con mano la reiterata incapacità dell’Aiea di assumere una posizione dura nei loro confronti. Questo arretramento
si verifica dopo che le autorità di Teheran, per bocca del neopresidente Mahamoud Ahmadinejad, hanno comunicato al segretario dell’Onu, Kofi Annan, di avere ormai deciso una posizione di rifiuto totale di ogni mediazione, accompagnando la dichiarazione con attacchi frontali ai mediatori della troika, le cui proposte sono state definite "insultanti". Il risultato complessivo è dunque il pieno passaggio dell’iniziativa nelle mani di Teheran. L’Iran decide
unilateralmente di togliere i sigilli dalle centrali atomiche, ma la risposta dell’Aiea si limita a chiedere di assistere all’operazione e a una risoluzione che non va oltre la "mozione dei sentimenti". Sarà infatti ora l’Aiea, che si è messa da sola in un angolo grazie alla pressione dei "paesi non allineati"
– scenario tipico delle strutture dell’Onu, fonte e origine del suo immobilismo di fronte a ogni crisi – ad attendere che Teheran elabori le sue controproposte, creando un drammatico rovesciamento delle parti. Si concretizza così un successo degli iraniani, che riescono a far passare – senza pagarne
alcuna conseguenza – la ripresa delle loro attività di arricchimento dell’uranio, precondizione alle trattative imposta dall’Unione europea, e intanto immobilizzano l’Aiea in una trattativa senza fine. Il direttore dell’Agenzia dell’Onu, Mohamed El Baradei, conferma la pessima strada intrapresa,reagendo al rifiuto iraniano a sospendere le attività nucleari con un’incredibile concessione di credito: "Esiste sempre una finestra di opportunità per ristabilire un dialogo tra iraniani ed europei; il 3 settembre presenterò un mio rapporto al riguardo all’esecutivo dell’Agenzia". Non è chiaro dove El Baradei scorga tale "finestra", perché le parole dettate all’agenzia iraniana da Mohammad Saeidi, uno dei negoziatori iraniani, sono inequivocabili: "La risoluzione dell’Aiea è inaccettabile e non ha basi legali". L’Iran continua a conseguire successi tattici, l’Aiea invece si trova ora nella posizione di chi si limita a inseguire le iniziative di rottura degli
ayatollah, e i mediatori europei non hanno nulla da dire, se non enfatici auspici. Anche nei confronti dell’evidente intenzione degli ayatollah di dotarsi di una bomba atomica, si delinea il consueto quadro di un’Onu incapace di governare le crisi.
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