Confermati i piani di Al Qaeda contro navi da crociera israeliane gli attentati sarebbero dovuti avvenire al largo della Turchia
Testata: Il Foglio Data: 12 agosto 2005 Pagina: 3 Autore: un giornalista Titolo: «Al Qaida e PKK inaspriscono la»
Al Qaeda vuole colpire Israele. In particolare, l'esistenza di un piano per far saltare navi da crociera la largo delle coste turche è stata confermata dal presunto leader dell'organizzazione terroristica in Turchia.
In proposito, riportiamo un articolo dal FOGLIO di venerdì 12 agosto 2005: Roma. E’ in pieno sviluppo una strana "crisi di crociere" tra Turchia e Israele. In apparenza, sembra trattarsi soltanto di alcune divergenze tecniche sull’antiterrorismo, ma in realtà in gioco c’è una sfrenata concorrenza sul turismo marittimo. Istanbul, Smirne e Antalya assieme alle città israeliane di Tel Aviv e Haifa sono infatti in piena competizione come porti d’attracco per le crociere di massa. L’oggetto formale del contendere è la certezza da parte delle autorità israeliane e del Mossad dell’esistenza di una cellula terroristica di al Qaida radicata nella zona di Antalya (capitale del turismo rivierasco della Turchia), già – pare – intercettata dai servizi di Ankara, che avrebbe verificato anche l’esistenza di progetti per attaccare con barchini esplosivi navi da crociera di turisti israeliani. Le autorità turche negano però la veridicità di queste notizie e affermano che l’inchiesta citata dallo Stato ebraico è pura invenzione. Lo scorso fine settimana, il governo di Gerusalemme ha ordinato il dirottamento su Cipro di quattro navi turistiche israeliane e ha sconsigliato ai propri concittadini di recarsi nel sud della Turchia. La decisione è stata motivata dalle attività terroristiche che hanno colpito il paese in questo ultimo mese, negate dalle autorità di Istanbul che continuano a cercare scuse poco attendibili per coprire i recenti attentati. Il 16 luglio scorso un’esplosione su un minibus turistico a Kusadasi ha ucciso cinque turisti, il 2 agosto invece due esplosioni in due bidoni della spazzatura hanno ferito a Istanbul sei persone: le autorità locali turche però hanno attribuito – poco verosimilmente – la responsabilità a "bombolette spray". Due giorni dopo le esplosioni, sempre a Istanbul, è saltata in aria un’automobile proprio mentre passava davanti a un cassonetto della spazzatura, causando la morte di due donne. Secondo la polizia, anche questo scoppio è stato "accidentale" e ha negato fermamente la matrice dolosa o terroristica dell’esplosione. Lunedì scorso, infine, una deflagrazione in un appartamento di Istanbul ha ucciso due uomini, membri del Pkk, il partito curdo, che stavano preparando una bomba con esplosivo A4. La prima versione ufficiale, anche in questo caso, attribuiva "l’incidente" a una fuga di gas. Soltanto dopo che i tecnici hanno dichiarato che in quella zona non esistono utenze di metano, la polizia ha ammesso la matrice terroristica dell’esplosione, aggiungendo però la possibilità di una "coincidenza". Le autorità turche sanno bene che questi attentati sono inseriti nell’offensiva – con alcune decine di morti da ambo le parti in più scontri in Anatolia – di una frazione del Pkk curdo, che si è scisso in vari tronconi dopo la cattura di Abdullah Ocalan, nel 1998, e la resa ai curdi alleati con gli Stati Uniti in Iraq di suo fratello. Ocalan, l’11 marzo del 1996 (due anni prima del suo viaggio in Italia del 13 novembre 1998 in cui fu accolto e poi espulso dal governo D’Alema) ha teorizzato con chiarezza la strategia terroristica contro i turisti. "In particolare metto in guardia le agenzie di viaggio e i turisti di ogni nazionalità. Se la guerra dei turchi contro i curdi si allarga, investirà tutti i fronti e noi useremo ogni tipo di armi – aveva detto Ocalan – Le regioni turistiche sono per noi obiettivi privilegiati. Il consiglio vale anche per gli investitori stranieri: i loro investimenti non saranno sicuri". A questa rinnovata strategia curda si somma quella del terrorismo islamico legata ad al Qaida. Ieri, Lovai Sakra, un siriano di 32 anni di famiglia benestante, presunto leader locale di al Qaida, accusato anche delle stragi di Istanbul del 2003, è stato arrestato dalle autorità turche e ha dichiarato: "Sì, volevo far saltare navi israeliane in mare. Così non ci sarebbero state vittime turche. Avevo preparato una tonnellata di esplosivo. Non ho rimorsi. Allah è grande". E’ la piena conferma delle tesi israeliane e la plateale smentita delle "coperture" turche. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Foglio. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.